La FOTO, il motivo della scelta:
Contingente Militare Italiano di ITALBATT in Libano
Uno scatto che parla più di mille parole. Il vedere, il com-patire, l’andare incontro, sono l’esperienza quotidiana dei nostri militari che servono i popoli a cui sono mandati a difendere e nel difendere assistono, aiutano, guidano verso la dignità della vita.
Vivo e lavorano con lo spirito del “Padre” che da lontano aspetta e guarda che i suoi figli possano, tornare e vivere felici.
FOTO da:(Cfr. strettoweb)
“PENSIERI CON LE STELLETTE”
sul Vangelo della Domenica
XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Portate il vestito più bello … e cominciarono a far festa
Carissimi,
potremmo dire mille cose, spirituali, linguistiche, emozionali, operative, sui nostri militari che vivono il Vangelo attraverso questi verbi del movimento o del cammino, verbi che hanno animato la vicenda di questo Padre con i suoi figli, ma credo che questa preghiera, che ora vi riporto, possa riassumere lo spirito dei nostri uomini e donne in divisa: servono la Patria e i suoi cittadini come uomini e cristiani, in perfetta armonia d’intenti, nel costruire quel regno che Dio ci ha assicurato.
Preghiera di un soldato morto in guerra
Ascolta, mio Dio.
mi hanno detto che non esistevi
e io, come uno stupido,
ho creduto che avessero ragione.
L’altra sera dal fondo di una voragine,
scavata da un obice, ho visto il tuo cielo.
Di colpo mi sono accorto che mi avevano imbrogliato.
Avessi preso un po’ di tempo per guardare le cose,
mi sarei accorto benissimo che quelle persone
si rifiutavano di chiamare gatto un gatto.
Mi chiedo, mio Dio,
se ti andrebbe di stringermi la mano…
Eppure sento che non ti sarà difficile comprendermi.
E’ curioso che sia dovuto venire
in questo luogo d’inferno,
per aver il tempo di vedere il tuo volto.
Ti amo terribilmente: ecco quello che voglio che tu sappia.
Tra poco ci sarà un orribile attacco.
Chissa! Può darsi che proprio questa sera
io bussi alla tua porta.
Noi due, fino a quest’istante, non siamo stati amici,
e mi chiedo se mi aspetterai sulla soglia della tua casa.
Lo vedi? Adesso piango. Sì, proprio io, piango come un bambino.
Se ti avessi conosciuto prima…
E’ l’ora! Bisogna che vada.
E’ strano; da quando ti ho incontrato
non ho più paura di morire.
La paternità di questo testo non è chiara: alcuni testi su internet l’attribuiscono a Aleksandr Zacepa, soldato dell’Armata Rossa; altri dicono che è stato trovato sul cadavere di un soldato americano al momento dello sbarco in Africa del Nord, durante l’ultimo conflitto mondiale. Al di là dell’incertezza sull’autore del testo, resta valido il suo messaggio.
Buona Domenica
15.09.19-XXIV-T.O.@unavoce