La FOTO, il motivo della scelta:

15° Stormo, interviene un elicottero dell’82° C.S.A.R.

Uno scatto che ci mostra i nostri militari dell’Aeronautica che come samaritani sulle vie del mondo, sanno fermarsi e aiutare il “fratello” più debole 

FOTO da: (Cfr. itacanotizie)

“PENSIERI CON LE STELLETTE”

sul Vangelo della Domenica

  

XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!».

 

Carissimi,

la figura di un Samaritano, uno straniero, un non della stessa religione, si ferma e aiuta un uomo. Questa immagine di uno straniero che aiuta,, sulla via di Gerusalemme, ci porta con il cuore  e con la mente a tutti i nostri melitari che, come samaritani, vanno in contro, si fermano, aiutano i più deboli, difendono il bene prezioso della Pace, senza la quale il progresso e la dignità perosnale rischia di essere messa a rischio.

Questo fanmno i nostri militari difendere i valori della convivenza umana vissuta con dignità, rispetto, aiuto, collaborazione.

Lasciamo perdere pertanto moralismi inutili, mi pare che il Signore Gesù nel vangelo di oggi non ci dice di guaradre se è uno dei nostrim, ma dice di fermarsi e aiutare.

Questo lo spirito del vangelo, quello l’impegno e l’esempio che i nostri soldati senza giudisaip o pregiudizio vivono la loro vocazione a servire e difendere la Pace e la dignità, sia in Patria che fuori dai confini nazionali, la dove sulle strade polverso del mondo c’è un mendivante che chiede aiuto. 

“Nel mondo non esistono solo i potenti, i sovrani ingiusti, cioè coloro che gestiscono la cosa pubblica come fosse privata; nel mondo esistono anche quei poveri ai quali, nelle beatitudini, Gesù dirà che ‘appartiene il regno dei cieli’”. Un regno che certo “non attira l’attenzione” ma “già c’è, mescolato agli orrori dell’umanità che sceglie la violenza, alla corruzione dei poteri istituzionali che troppo spesso non si aprono al bene comune”. 

Uomini, ha sottolineato l’arcivescovo, al servizio di un regno di giustizia, “cioè di qualcosa che deve ordinare e servire il mondo. Un principio di organizzazione della città terrena, di difesa dell’ordine pubblico, di promozione della vita sociale, di salvaguardia della dignità umana, necessario perché la vita si svolga nella sicurezza, nella stabilità, nella pace”. 

“Poveri – ha aggiunto – sono ancora oggi  coloro i quali, senza possibilità di scelta, diventano vittime innocenti di una violenza decisa da altri. Ed è nella solidarietà a tale povertà che i nostri militari ancora oggi operano nelle Missioni di sostegno alla Pace”.  Ma, ha ammesso Marcianò, “la presenza costa, il farsi carico costa. Costa la preparazione dello studio; costa il sacrificio di una vita trascorsa nel pericolo, lontano dagli affetti più cari; costa lo sperimentare il senso di impotenza, talora il fallimento, anche se spesso accompagnato dalla gratitudine dei piccoli, che non ha eguali e non ha prezzo.

“Non si tratta – ha poi concluso l’ordinario militare – di una semplificazione né, semplicemente, del frutto di un addestramento: si tratta di uno stile di vita, di una vita spesa a cercare di compiere e di portare il bene attraverso la difesa della popolazione, la promozione sociale, l’integrazione; soprattutto, attraverso la presenza, segno di una comunità internazionale che non abbandona, che non dimentica, che ritrova la vocazione propria di ogni comunità, cioè la capacità di «farsi carico», come ricordava anche il nostro Presidente della Repubblica Italiana qualche giorno fa, dinanzi all’ennesima tragedia delle morti in mare di tanti nostri fratelli migranti: uomini, donne e molti bambini”.

(Cfr. S.E.Rev.a Mons. Santo Marcianò, Ordinario Militare per l’Italia, Omelia per il ricordo dei caduti novembre 2015)

Buona Domenica

13.10.19-XXVIII-T.O.@unavoce