Settimana Santa con i Militari

“Sono questi i giorni in cui, in modo più intenso, la Chiesa fa memoria viva della Pasqua del Signore, con Liturgie ricche di segni e di significati che – dal Giovedì Santo fino al mattino di Pasqua – esprimono il valore del dono di Sé racchiuso nella morte e Risurrezione di Cristo, nucleo e senso della vita cristiana. Sono, perciò, i giorni in cui la Chiesa, come Madre attenta e affettuosa, si fa più vicina ai figli che vivono maggiori solitudini, difficoltà, rischi, croci; si fa più vicina alle situazioni apparentemente irrisolvibili, come sono le violenze e le guerre, per annunciare l’invincibile speranza di Cristo Risorto che vince la morte e che è la nostra pace. Per portare questa speranza e questa pace non basta il linguaggio seppur convinto dell’annuncio, occorrono parole che si facciano vita nel dono di sé, nella condivisione. Una condivisione che è l’anima del servizio dei nostri militari; una condivisione che come pastore della Chiesa particolare dell’Ordinariato Militare vivrò con i cappellani e i militari in Afghanistan, perché la grazia dei sacramenti, della preghiera, della fraternità, sostenga ciascuno nella fatica della missione e faccia sempre più crescere la Chiesa nella comunione, nell’amore e nella pace che il Cristo Risorto, in essa e attraverso essa, vuole donare al mondo intero”. (Cfr. Ordinariato Militare)

“Sarà una Pasqua dolorosamente diversa per tutta la cattolicità e le chiese vuote di quest’ultimo periodo ne sono il simbolo. La pandemia da Coronavirus ha richiesto al dicastero vaticano del Culto Divino l’elaborazione di un Decreto con le “indicazioni generali” da seguire nell’organizzazione delle celebrazioni che vanno dalla Domenica delle Palme a quella di Pasqua…”. (Cfr. Vaticannews. va)

Carissimi, Amici,

con queste parole, il nostro pastore, gli scorsi anni viveva questa solenne settimana, che stiamo per iniziare, possano, oggi, infonderci anche a noi lo stesso desiderio di Cristo, anche se saremo collegati tramite i mezzi di comunicazione.

Il programma delle Celebrazioni  nella nostra Parrocchia dei Militari “Madonna di Loreto”

NOTA: Per la CELEBRAZIONE

Per accogliere Cristo nella celebrazione anche così. Preparate un posto, una stanza, un angolo della casa, dove vi raccoglierete, mettete una candela, un fiore, un immagine sacra, accanto al Pc, alla Tv o al Telefonino e raccolti, composti e partecipi, vivete queste celebrazioni, rispondendo come se fossimo tutti insieme nella nostra Chiesa.

«Il messaggio della Pasqua del Signore chiama ogni cristiano ad essere operatore di resurrezione e operatore di gioia anche nelle situazioni di degrado più terribili, quel degrado che proprio i militari arrivano a toccare più da vicino. Per questo sento di esprimervi la mia gratitudine: intessendo relazioni di fraternità non vi stancate mai di vincere il degrado e di lottare per costruire e ricostruire sempre la speranza di un mondo migliore»

«Il Signore ci chiama a dire che con il dono della nostra stessa vita una risposta d’amore, di cura, di protezione e di difesa della vita è sempre possibile, soprattutto in risposta alla violenza. E questo i militari lo comprendono bene poiché lo vivono quotidianamente». (Cfr. Santo Marcianò, Sir)

Per la CONFESSIONE:

“Io so che tanti di voi, per Pasqua andate a fare la confessione per ritrovarvi con Dio. Ma, tanti mi diranno oggi: ‘Ma, padre, dove posso trovare un sacerdote, un confessore, perché non si può uscire da casa? E io voglio fare la pace con il Signore, io voglio che Lui mi abbracci, che il mio papà mi abbracci… Come posso fare se non trovo sacerdoti?’ Tu fai quello che dice il Catechismo. … È molto chiaro: se tu non trovi un sacerdote per confessarti, para con Dio, è tuo Padre, e digli la verità: ‘Signore ho combinato questo, questo, questo… Scusami’, e chiedigli perdono con tutto il cuore, con l’Atto di Dolore e promettigli: ‘Dopo mi confesserò, ma perdonami adesso’. E subito, tornerai alla grazia di Dio”. (cfr. Omelia a Santa Marta)

 

 

Foto di copertina: L’Ordinario Militare a Herat, Afghanistan, 2014