“Gesù … sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto”. (Gv 13, 3-5)
Un momento di riflessione con voi, per leggere, con gli occhi della fede, quello che accade e il servizio di molti e in particolare dei nostri uomini e donne con le stellette. In questo tempo le professionalità emergono e vengono in evidenza, insieme ai medici e al personale sanitario, alla protezione civile, anche i militari, che sono a servizio della Patria e dei suoi cittadini per definizione, mai, come in questo tempo, insieme ai molteplici impieghi, sia in Italia che all’estero, sono chiamati a supportare il paese, in questa nuova “battaglia” contro un nemico invisibile. Non facile lotta da vivere da parte di tutti, il “nemico” non viene da est o da ovest, da oltre le alpi o dal mare, non si vede e qui la paura rischia di avere il sopravvento.
Così, per riflettere su questo, alcuni dati: “… Più di 4800 uomini e donne delle Forze Armate sono stati impegnati nelle attività di contrasto all’emergenza sanitaria del COVID19, su indicazione del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini in stretto contatto con il Capo di Stato Maggiore Enzo Vecciarelli, gli alti vertici militari e la Sala Operativa CoVid – generata per l’emergenza presso il Comando Operativo di Vertice Interforze di Centocelle attiva h24 – 7/7. Circa 400 sono i militari attualmente dispiegati, che operano sul campo. Nel corso delle prossime ore saranno allestiti due ospedali da campo a Piacenza e Crema, ad integrazione delle strutture ospedaliere locali. Dall’inizio dell’emergenza la Difesa ha messo a disposizione 321 mezzi, 5 ambulanze, 5 elicotteri, 3 aerei da trasporto. Sono oltre 6800 i posti letto, con circa 2250 stanze eventualmente disponibili, per l’osservazione dei pazienti che non necessitano di cure di terapia intensiva, attivabili su richiesta delle Autorità competenti. In Lombardia, epicentro dell’emergenza, le Forze Armate sono intervenute in concorso all’ospedale di Lodi e ai due Ospedali di Alzano e Bergamo. Complessivamente sono circa 120 i medici e gli infermieri militari impegnati, a cui si aggiungono le strutture dell’Esercito del COM di Milano presso Baggio e del policlinico militare Celio di Roma. Al momento sono rischierati sull’aeroporto militare di Cervia anche 2 elicotteri dell’Aeronautica Militare in assetto bio-contenimento e relativi team sanitari, pronti a operare in brevissimo tempo. Altri due elicotteri configurati per il bio-contenimento sono schierati a Viterbo e Catania. L’impegno delle Forze Armate è iniziato lo scorso mese di gennaio con la disponibilità del Centro Sportivo Olimpico presso la città militare della Cecchignola per la sorveglianza sanitaria dei nostri connazionali (recuperati con aerei dell’Aeronautica con team sanitari dell’Esercito, della Marina e del Ministero della Salute) sia dalla Cina il 2, 3 febbraio e il 14, 15 febbraio (avvenuto per il trasferimento in biocontenimento di Niccolò), che dal Giappone attraverso altri due voli il 18 febbraio e il 19…”. (Cfr. Ministero della Difesa)
Ora, all’interno di questa grande movimentazione, anche del comparto Difesa, non dobbiamo dimenticare, che chi veste le stellette è un cittadino Italiano, anche lui, con la sua famiglia, le sue problematiche, come tutti e la sua fede. Proprio in questi momenti di grande emergenza, balza all’occhio il valore di chi vive, abitualmente, una vita di servizio e la fede diventa la fonte di ricarica per essere “Operatori di Pace”. Si!, perché la pace, non è solo assenza di guerra, ma è poter vivere nella pace, nella serenità e nella salute. Tutto questo, unito al prezioso lavoro di chi abbiamo nominato in apertura a partire dai medici e dal personale sanitario, ai nostri governanti, ai volontari …. non possiamo avere paura, ma dobbiamo avere tutti un grande senso civico e una forte responsabilità, unita alla autentica collaborazione, senza critica, chi si lamenta non ha voglia di fare e noi invece vogliamo agire, per il ben di tutti. Alla luce di questi valori, in un tempo, critico, come questo, anche la vita della Chiesa, pur limitata nelle celebrazioni e negli incontri, alza lo sguardo e indica il cammino, non solo per un senso di appartenenza, ma di logica cristiana e umana verso i fratelli, immagine del volto di Dio. Dopo un inizio di smarrimento, a cui si è rimasti tutti sconcertati, si è alzato lo sguardo e ognuno, con la guida del Papa, abbiamo iniziato a proporre momenti di fede e di preghiera attraverso i social, continuando le attività delle singole comunità. Proprio in questa assenza, forzata, cresce il desiderio dell’incontro, non solo tra di noi, ma con l’Assoluto, non solo ci si pone la domanda, ma si cerca la risposta nella semplicità dei gesti che avevamo dimenticato o trascurato. Le piccole cose, una Messa in Streaming, un collegamento tv, un sms … aiutano a sentirsi in comunione e a cercare Dio, a leggere il Vangelo e a rinfrescare quelle preghiere imparate da bambini, per paura? Si!, forse anche, ma per esigenza di sperare. La fede è questa! Sperare contro ogni speranza, credere contro ogni logica, impegnarsi contro ogni interesse. Questo, vivono i nostri militari, che ogni giorno affrontano i rischi, oggi dell’epidemia, ma sempre, quando sono impiegati per la sicurezza e a beneficio della popolazione sia in Italia che all’estero, rischiano, o meglio offrono il loro conributo e la loro professionalità, con quella carità di fratello tra fratelli, un grmbiule a servizio della collettività. L’esigenza di Dio, emerge nella difficoltà, così come il popolo ebraico schiavo in Egitto, come a Babilonia o a Gerico, come a Gerusalemme o con la lebbra, lo storpio o il cieco … quando l’uomo diventa povero, allora si accorge della ricchezza interiore. Il servizio dei nostri militari, non solo garantisce sicurezza e benessere, non solo assiste e collabora, ma diventa esempio di fede sincera e di carità perfetta. Con la fedeltà al proprio dovere, che contraddistingue il militare e con la pietà che lo fa uomo e cristiano: abbiamo visto e vediamo le processioni di mezzi militari ad accompagnare i deceduti dall’epidemia, svolto non solo come un dovere, ma con la fede e la carità di chi accompagna chi solo giunge al termine del suo cammino. Vediamo la loro serietà umana e religiosa e la loro competenza: alzarsi gli elicotteri e gli aerei per raggiungere e accompagnare chi è in pericolo di vita, impiantare ospedali in tempi record, portare cibo a chi isolato o solo, assistere i malati …. questa è la fede che il Vangelo ci insegna: essere veri, autentici, capaci di amare con i gesti e non solo con le parole, capaci di servire senza risparmiarsi. Questo vivono i nostri militari. E’ la fede di chi vive l’emergenza sempre, perché è la salute della Patria e dei suoi cittadini, soprattutto i più poveri,e in questo caso sono i colpiti dal virus, le loro famiglie, chi rimane solo, che è in pericolo. Questo servizio è sostenuta dalla formazione, dai valori civili e cristiani e dal credo personale e famigliare. Tutte cose, che avevamo dimenticato e che, oggi, dobbiamo ricordare e riprendere per vincere questa “guerra senza armi”. Fede e servizio, diventano allora, il grembiule di Gesù, che s’inginocchia e lava i piedi ai suoi discepoli, ai poveri ai bisognosi, ai fratelli attraverso la professionalità, ora necessarie, per difendere e costruire la pace, la sicurezza e la salute. Anche questo sono i nostri uomini e donne in divisa. Grazie per la vostra presenza!
Foto di Copertina: Aeronautica impiegata per i voli di trasporto perosnale infetto con biocontenimento