La FOTO, il motivo della scelta:
L’Ordinario Militare e Militari Italiani impiegati in Libano
Una foto, che immediatamente ci porta al dialogo e alla formazione di un cuore capace di dialogo secondo il Vangelo. Il Pastore di questa Chiesa tra i Militari è il fulcro formante di questa capacità cristiana di servire il fratello, nonostante sia militare, perché cristiano e militare si può.
FOTO da: (Cfr. reportdifesa)
“PENSIERI CON LE STELLETTE”
sul Vangelo della Domenica
XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Militari uomini di Pace e dialogo
“… se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. …”
Carissimi,
“Si parla tanto, per esempio, di dialogo come unica via per evitare che le divergenze si trasformino in conflitto e sfocino in violenza. Ma ci siamo domandati davvero che cosa significa dialogare? Non basta che ciascuno dica la propria opinione perché ci sia dialogo, anche se la possibilità di esprimersi con libertà è un primo indispensabile passo. L’enunciazione della propria posizione, però, ci mette di fronte alle differenze che spesso sembrano inconciliabili. Dialogo è, appunto, quel processo che mette in movimento un cammino di avvicinamento: dia-legein, unire ciò che è diviso”. (Cfr. messaggerosantantonio)
Alla luce di questo, vorrei dire che , molteplici sono le iniziative e le attività di dialogo che le Forze Armate, la dove sono impegnate, mettono in atto per svolgere al meglio il loro compito di difesa e costruzione della Pace.
Solo due esempi, che prendo dalle cronache, ma potremmo continuare con i riferimenti a tutti qui luoghi dove i nostri militari sono presenti ed operano.
Anche la Chiesa, vede in questi uomini e donne con le stellette, “uomini buoni, uomini di pace, capaci di ascoltare e di stabilire rapporti, lontani dalla conflittualità, ispirati sempre della bontà interiore e dal desiderio di comprendere e di superare ciò che divide in nome di ciò che unisce. Sono uomini di pace e di dialogo la cui benevolenza d’animo e la cui carità fraterna sono ben note a tutte le popolazioni”. (Cfr. Toscanaoggi)
Il dialogo che il Vangelo ci offre, riportando le espressioni di Gesù, ci mette in un’ottica di capacità di “prendere sul serio le ragioni dell’altro, anche quando non siamo d’accordo”, attraverso un’attività che chiamo, “correzione fraterna”. E cosa significa questo per persone che hanno il compito di difendere, proteggere e costruire la Pace?
Significa vivere questo servizio con amore e passione perché in gioco c’è l’ “altro”, il fratello, il povero … quindi, “ … il vero amore, il perdono autentico non lascia le persone come sono, coi loro difetti e con i loro limiti. Amare un fratello significa aiutarlo a «crescere» a tutti i livelli, voler concretamente la sua «liberazione» da ciò che è difettoso e cattivo, impegnarsi per la sua umanizzazione piena. Per questo, correggere è opera di amore; non è mai spegnere energie ed entusiasmi; è tutt’altra cosa dalla critica. Accanto alla correzione fraterna il cristiano fa largo uso di incoraggiamento… Nulla è così incoraggiante come l’attenzione vigile … L’incoraggiamento, come la correzione, è una delle mille facce della carità”. (Cfr. Maranatha)
Non è forse questo il Vangelo vissuto per questi cristiani e militari? Dialogare per costruire e difendere chi più povero è messo allo sbando da forze che vogliono limitare libertà e vita di altri.
Buona Domenica
06.09.20-XXIIITO@unavoce