Il paradosso della santità

 

Il Concilio Vaticano II definisce i militari “ministri della sicurezza e della pace”, la Chiesa, pertanto, da sempre si prende cura di questa porzione di Vigna come di tutte le porzioni che ci sono nella variegata vita umana.

Errata è la concezione di chi pensa che il militare sia un guerrafondaio, anzi è il contrario, proprio perché conosce il dolore, l’orrore e lo strazio di questo che lavora per costruire e difendere la pace. La sua presenza deterrente aiuta a costruire dialogo e recuperare quella pace che auspica Cristo, non come la da il mondo, ma come la dona Lui (Cfr.Gv14,27).

Quando in ebraico si augura shalòm, si augura una vita bella, piena, prospera, ma anche secondo la verità e la giustizia, che avranno compimento nel Messia, principe della pace (Cfr Is 9,6; Mic 5,4-5).

Questo insieme di elementi ci offre il cammino per comprendere i militari come “operatori di Pace” e ministri a servizio di questo bene prezioso, un bene che va costruito nei cuori dei popoli e di chi serve i popoli.

Così, con questi pensieri, iniziamo la settimana sotto la protezione di San Giovanni XXIII, Papa, Patrono dell’Esercito Italiano.

Con buona pace di chi vuole distruggere, invece di costruire, anche nella Chiesa, alla luce di fondamentalismi ideologici, che non sono fondati, però, nel Vangelo, ma solo nella presunzione di persone arroganti che vogliono gridare allo scandalo, invece di guardare alla ricchezza della Vigna del Signore, oggi davanti a Dio con l’intercessione di questo Santo, ricordiamo e celebriamo la sua memoria liturgica, affidando al Signore, tramite la sua celeste mediazione, tutti i militari e le loro famiglie.

“Accogliere San Giovanni XXIII come Patrono presso Dio dell’Esercito Italiano è un dono speciale, che si fa dovere e sfida: ricalcare il cammino da lui percorso, che ha come sfondo la pace! Ricevere Papa Giovanni come Patrono conferma, ai nostri militari, il valore di un culto maturato nel tempo e schiude strade future. È un dono e una speranza perché egli custodisca la loro vita ed essi possano continuare a custodire i valori della giustizia e della fraternità, diventando sempre più testimoni di pace, con la loro missione a servizio della difesa della vita umana.” (Cfr. Ordinariatomilitare)

“Celebrare l’Eucaristia è il modo di “festeggiare” i Santi, di essere in comunione con loro, di apprendere da loro l’arte della comunione, della fraternità, dell’amore reciproco, necessaria per servire coloro che ci sono affidati.

Questo, in fondo, ha fatto Papa Giovanni: servire; servire sempre; servire tutti. Lo ha fatto da uomo e da soldato, da prete e da cappellano militare, da vescovo e da Papa. Servire: questa è stata la sua grandezza! È il paradosso della santità: si diventa grandi in qualcosa che, nella mentalità corrente, rende piccoli, declassa, sottrae alle logiche del mondo.

Eppure, basterebbe questo, basterebbe che tutti facessimo questo per capovolgere i problemi del mondo. Ed è il servizio che ha fatto identificare Giovanni XXIII come il Papa Buono. Tutti noi lo ricordiamo ancora così, non perché ne avvertiamo un certo “buonismo” o una qualche ingenuità di chi tollera senza riprendere, ma perché ci sentiamo destinatari del suo servizio d’amore. (Cfr. Omelia O.M.)

@unavoce

Foto di Copertina: Papa Giovanni XXIII, Santo