RACCONTARE POSITIVO

 

Indossa l’abito del Vangelo

“E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?” (Mt 6, 28-30)

 

Più volte sono tornato sul tema della bellezza, oggi vorrei soffermarmi sull’eleganza, quella eleganza spirituale che farà il mondo nuovo, il Regno di Dio, perché “l’eleganza è la sola bellezza che non svanisce mai”, non ricordo chi l’ha detta e in quale contesto, ma credo sia vero. Permettetemi, allora, alla luce di questi pensieri, di intrattenermi con voi e facendolo vi cito tre testi che possono aiutarci a rischiarare il cuore e la mente per iniziare un vero rinnovamento della vita, del mondo e saper raccontare positivo, con lo sguardo alto e impegnarci ad essere migliori.

“Papa Francesco parlando qualche giorno addietro al termine del Convegno Internazionale sulla Ratio Fundamentalis, promosso dalla Congregazione per il Clero, ha sottolineato l’importanza della formazione quotidiana dei sacerdoti, a loro volta formatori del prossimo da salvare e redimere. Chiaro in proposito questo suo passaggio:“Abbiate a cuore la formazione sacerdotale: la Chiesa ha bisogno di preti capaci di annunciare il vangelo con entusiasmo e sapienza, di accendere la speranza là dove le ceneri hanno ricoperto le braci della vita, e di generare la fede nei deserti della storia”. Per il Santo Padre tutto ruota attorno al vangelo, ecco perché va sempre annunciato con ardore e saggezza. I tempi che viviamo ci consegnano spesse volte un laicismo con il vento in poppa, irriverente verso la Parola e la storia umana da essa tracciata, fino al punto di snobbare la presenza del Figlio dell’uomo nella realtà terrena”. (Cfr. zenit)

Questo pensiero del Papa, mi spinge a parlare con voi e a sollecitare alcuni e vari aspetti del vivere quotidiano.

Si può pensare che sia un argomento fazioso e sciocco con tutti i problemi che il mondo deve affrontare, ma penso che se invece ritornassimo a quell’eleganza esteriore dei modi e delle parole che nascono dalla cuore e dalla mente potrebbe essere un mondo migliore e questo non è un discorso legato ai soldi o al ceto sociale o alla professione, alle occasioni alla terra dove si nasce alla famiglia da cui si proviene o dal titolo di studio ma dal cuore e dai valori in cui si crede.

C’è un eleganza che non costa nulla, c’è un’intelligenza che non richiede studio, c’è una bellezza che nasce dalla vita.

Elegante, solenne, nobile è il papa è il re come lo è la massai, l’operaio come il grande professionista, l’europeo come il popolo di una tribù, la bellezza non è nel vestito prezioso ma anche da come porti uno “straccetto”, da come ti rivolgi alle persone da come sai affrontare le situazioni.

Eleganza dei valori che diventano gesti, modi di essere, stile di vita.

Eleganza nello stare a tavola, come nel camminare e nel vivere situazioni diverse, nel lavoro, e nel parlare …

Si può imparare ad essere vestiti bene, ma non necessariamente si impara ad essere, per così dire, eleganti. E ‘eleganza, il modo armonioso in cui risulta il portamento ogni giorno, indipendentemente dal look e dal dress code che si  segue. L’eleganza non significa necessariamente bellezza. Non è legata all’altezza, o al peso. E nemmeno significa ricchezza, e potersi permettere di acquistare capi firmati e super costosi. Si parla spesso e volentieri di come ci si veste, degli abbinamenti, degli accessori come scopo ultimo per sentirci dire: sei elegante, ma non è l’abbigliamento a  determinare la classe di una donna, come quella di un uomo, infatti si impara a vestirci bene ma questo non significa essere eleganti e di classe.

L’eleganza è innata. L’eleganza è un atteggiamento, non è legata ad un capo di vestiario. Si può imparare ad essere vestiti bene, ma non necessariamente si impara ad essere eleganti…”. (Cfr. ilgolfo)

Tutta la Bibbia è cosparsa di riferimenti sull’eleganza dei vestiti, delle costruzioni, degli arredi, dei modi di parlare, ne basi uno per tutti a farci comprendere di quale vestito parlo, di quale atteggiamento intendo, di quale modo di parlare mi riferisco, sto pensando a un testo di don Tonino Bello “Maria, donna elegante”.

Il Vangelo non dice nulla. Ma i riferimenti biblici che alludono all’ eleganza di Maria sono tantissimi. Basterebbe pensare a quel passo del Cantico dei Cantici nel quale la liturgia intravede, come in filigrana, la figura della Madonna che lotta in nostro favore contro le forze del male: «Chi è costei che sorge come l’aurora, bella come la luna, fulgida come il sole, terribile come schiere a vessilli spiegati?».

Il testo latino dice: «Electa ut sol». Electa vuol dire “elegante”. Ha la stessa radice verbale. Elegante come il sole! Non c’è chi non veda come, di fronte a lei, i modelli disegnati da Valentino sembrano ciarpame, e le creazioni di Giorgio Armani scampoli da rigattieri. Ma c’è anche l’Apocalisse che riprende gli elementi cosmici del sole, della luna e delle stelle, con cui l’arte di tutti i secoli ha imbastito le cose più leggiadre sulla eleganza di Maria: «Nel cielo apparve un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle»…

Aiutaci a intuire tutta la delicatezza di Dio in quella espressione biblica con la quale egli, il Signore, esprime quasi il pudore di disturbarci (forse a Giovanni, mentre scriveva l’Apocalisse, quelle parole gliele hai dettate tu): «Ecco, io sto alla porta e busso. Se uno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui, ed egli con me».

Rendici pronti a rispondere, con la tua stessa finezza di stile, al suo discreto bussare. Così che possiamo aprirgli subito la porta, e fargli festa, e condurlo a tavola con noi. Anzi, visto che lui si ferma, perché non rimani a cena anche tu?”. (Cfr. amicidilazzaro)

Cari amici lettori, allora educhiamoci tutti ad essere migliori, a tenere lo sguardo alto, a vivere ogni momento, ogni giorno, come unico e irrepetibile, facciamo di ogni giorno, il giorno!, facciamo di ogni gesto, di ogni parola, un momento unico, così come il Signore fa con ognuno di noi quando impariamo a fermarci e ad ascoltare il cuore.

@una voce