PRESENTAZIONE della nuova Opera:
“Dialogo Onirico”
di Marigrazia Strafella
In un tempo di emergenza, di paura, di confusione, sembrerebbe fuori luogo parlare di arte e bellezza, invece ritengo che promuovere l’arte in tutte le sue forme, proprio quando il buio sembra avvolgerci senza darci speranza, questo ci offre uno spiraglio di luce, quella Luce vera che è Cristo. L’ingegno umano è capaci di grandi cose, possono piacere o meno, ma è creativo e questo aiuta lo spirito oltre l’occhio e ci offre una gioia interiore che ci porta a camminare con lo sguardo alto senza dimenticare nessuno, offrendoci un’arte che consola.
Questo dono alla nostra Chiesa è l’esempio di un desiderio di voler camminare con uno sguardo che va al di la del momento presente e scorgere nuove opportunità per ricominciare rinnovati e migliori.
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Quando vado ad una mostra per godere dell’arte, che sia un quadro o altro, al di là di conoscere il contesto in cui mi trovo, l’evento per il quale viene promossa e l’autore, non mi preparo prima, ma vivo l’esperienza dell’impatto con l’opera e quello che mi comunica al momento. La prima esperienza che desidero fare è quella di cosa mi dice, se mi stupisce o meno, luci, colori … e poi, con calma, allora, chiedo spiegazioni per comprendere cosa l’autore voleva dire o fare.
Siamo in Puglia, da Marigrazia Strafella, una locale artista che, negli ultimi anni, ha riscosso diverso successo, sia dalla critica, che dal pubblico e ha iniziato a partecipare, ed essere invitata nella varie mostre e personali, in Italia e all’estero. Nasce a Copertino e si forma, professionalmente, presso l’Istituto d’Arte di Galatina. Terminati gli studi, lavora, come decoratrice presso botteghe locali dove fa le prime esperienze. Dal 2001 inizia un percorso di conoscenza e sperimentazione della materia che l’ha porta a riscuotere consensi di critica e di pubblico.
Ora, recensire l’ultima creazione, dal titolo: “Dialogo Onirico”, quadro di dimensioni impegnative, (80×160) su carta con tecnica mista, di questo genere, è compito arduo, ma prendendovi per mano e accompagnando il vostro sguardo nell’opera, cercherò di leggere quello che l’autrice voleva trasmetterci e sicuramente, quello che ha trasmesso a me.
L’opera, nasce da una commissione, la richiesta fu: raggruppare tutti santi Patroni delle Forze Armate in un’unica visone, in una luce nuova, moderna, non solo per impreziosire il luogo sacro e onorare i santi patroni, ma offrire un’opera d’arte che aiutasse le persone a fermarsi a guardare e comprendere, per poi, pregare e stupirsi della bellezza che è sempre opera di Dio che offre dei talenti ad ognuno di noi per essere protagonisti nella vita.
L’autrice, ha messo a buon frutto i suoi talenti e ha iniziato, così, il suo percorso creativo, prima di tutto, studiando le singole figure, attraverso una documentazione sulla vita del santo, traendo quell’elemento che lo caratterizzava o per cui viene ricordato. Passo, questo, fondamentale per la preparazione e successiva realizzazione del lavoro artistico, attraverso la quale l’autrice lascia un messaggio che ci riporta alla sua ricerca creativa dell’ “Archetipo” che dà forma a un pensiero preesistente e primitivo, offrendo una visione d’immagini primordiali che riuniscono le esperienze della specie umana e della vita animale, costituendo gli elementi simbolici dell’immaginario e della tradizione.
Il risultato finale è eccellente, a mio parere. Ci accompagna, come in un sogno, a guardare alle realtà spirituali raffigurate dai santi, coloro che hanno vissuto con la loro vita un amicizia autentica con Dio, alcuni addirittura, donandola.
Siamo difronte ad un’opera che ci stupisce, per la precisione delle linee, dei dettagli e la diversità delle forme che offrono un complessivo impatto emozionale gradevole, tant’è che l’autrice lo intitola “dialogo onirico”, portandoci con mano, nel sogno e come sappiamo, nella Bibbia, il sogno è presenza di Dio, un dialogo con l’Assoluto. La Bibbia è piena di sogni. Dio, però, non è un sogno, ma fa sognare (Salmo 126, 1). Fa sognare in due sensi: anzitutto nel senso che comunica con gli uomini anche attraverso sogni; in secondo luogo nel senso che suscita in certe persone (profeti e altri) delle «visioni», che sono, per così dire, sogni a occhi aperti.
L’autrice, ci offre l’opportunità di fare questo sogno ad occhi aperti, di comunicare e di avere la visione di quel Dio in cui crediamo, attraverso una ricerca, nella mente per via visiva, delle conoscenze che abbiamo, ma anche al profano, gli elementi che ci vengono riportati con tanta curiosa e abilità, ci aiutano a comprendere il singolo santo. La tunica diaconale di San Lorenzo, la croce rossa di San Camillo de Lellis, la torre di Santa Barbara, i teschi del martirio di Maurizio e compagni, la barca e il mondo di San Cristoforo, il leone abbozzato di san Marco, le ali dell’Arcangelo Gabriele, la spada di San Michele, la Bandiera di San Giovanni da Capestrano, i baffi del Beato Francesco, la mitria e il mantello di San Martino, il drago di San Giorgio.
Davanti a quest’opera, possono nascere differenti sensazioni, compito fondamentale dell’arte, creare questa situazione emozionale: armonia, bellezza estetica, serenità, perplessità … qui credo di poter dire che gli elementi ritornano tutti e lo sgomento iniziale, forse, per non trovare le forme tradizionali, ci meraviglia e lo stupore si trasforma in plauso, perché la curiosità di capire, aiuta la conoscenza e arricchisce lo spirito.
I colori base, incorniciano e danno forma al pensiero che sottostà all’immagine, figure antiche, primordiali, o forse già del futuro in uno scenario quasi fantasy, un velo che ci ricorda il viaggio nel sogno che stiamo compiendo e ci porta a vedere l’incontro con Dio, del Santo che ha terminato il suo cammino e raggiunto la vita eterna. Tutto si svolge in un giardino, dove, la vegetazione sproporzionata, il rossa che ci ricorda il sangue versato, il bianca a quadri che ci porta nel sogno, i pesci che sono sul fondo e la spiaggia collinosa, formano l’elemento strutturale dove si svolge la scena, dove le proporzioni saltano la logica, che è una delle caratterizza dell’opera, essendo relativa, creano quello scenario surreale e rigoglioso, alberi altissimi da forme strane, mare di pesci, cicogne, incorniciando la scena e offrendo un percorso visivo affascinante.
Opera, da osservare con grande cura, come una catechesi, un annuncio di un messaggio, dove ci vuole tempo, pazienza e talvolta ripetizione.
La scelta del panorama, dove collocare i santi – come già dicevamo, fatto dai colori e dal gioco dei volti, tipici di questa autrice, che è sempre alla ricerca di stupire l’osservatore, di meravigliarlo e di coinvolgerlo emozionalmente – riesce nell’intento, attraverso i tratti delicati e precisi tuffandoci nella storia bimillenaria della Chiesa, presentando questi uomini e donne, che essa ha dichiarato Patroni e mediatori presso Dio per i reparti delle Forze Armate. A campeggiare, al centro del quadro, la figura della beata Vergine Maria, che sovrasta questo immenso giardino e nelle scritte che contornano i lineamenti della Vergine i riferimenti delle preghiere a Lei dedicate a chi l’ha come Patrona, dall’alto come una Madre che segue tutti i suoi figli, appoggiata su una nuvola dai colori dorati in un cielo di azzurro tenue, sino ad arrivare a colori più intensi verso il basso, quasi a trasmettere pace e serenità a chi, alzando lo sguardo, si affida a Lei.
La natura e il divenire degli elementi ci obbligano allo stupore, sentimento che aiuta il cuore a comprendere l’animo. L’insieme dei colori rispettosi e ben mischiati, rendono l’opera unica nel suo genere facendoci dialogare con noi e tra di noi, attraverso questo sogno che diventa reale nel momento che, guardandolo, ricordiamo e siamo spronati a fare bene e meglio anche nella nostra vita, imitando quella di questi uomini e donne.
@unavoce
Foto di Copertina: Dialogo Onirico, Collezione Privata Parrocchia dei Militari “Madonna di Loreto” – 15° Stormo
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“Dialogo Onirico”, Tecnica Mista su carta 80 x 160, opera di Marigrazia Strafella, Copertino, dicembre 2020
Al centro Beata Vergine Maria di Loreto, Santa Maria “Virgo Fidelis”, B.V.M. Madre della Divina Misericordia, B.V. Maria del Cammino. All’interno della raffigurazione quattro frasi, prese dalla preghiera delle singole Armi o Reparti, che caratterizzano la devozione mariana: “Fa che la terra tremi sotto il nostro piede veloce” – “Sii fedele sino alla morte” – “Siamo uomini ma saliamo verso di te” – “Il suo materno amore ci sostenga”
Da Sinistra a destra
San Lorenzo, San Camillo de Lellis, Santa Barbara, San Maurizio, San Cristoforo, San Marco, San Matteo, Arcangelo Michele, Arcangelo Gabriele, San Giovanni da Capestrano, Beato Francesco Faà di Bruno, San Martino da Tours, San Giorgio. (N.B.: manca San Nicola e San Giovanni XXIII)