La FOTO, il motivo della scelta:

Una Famiglia di Militari dell’Aeronautica

Uno scatto che evidenzia la centralità di questa scelta di vita famigliare. Una famiglia di militari, sia il papà che la mamma, due ufficlai dell’Aeronautica Militare, in questo intrecci di mani, ci cricorda l’importanza di questo elemento non solo per la vita peorsnale, ma anche per quella professionale.

FOTO da: (Cfr. corriere.it)

Simbolo della Casa e della famiglia – SANTA FAMIGLIA

 

“PENSIERI CON LE STELLETTE”

sul Vangelo della Domenica

 

SANTA FAMIGLIA DI GESÙ MARIA E GIUSEPPE – Lc 2,22-40 

Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

  

“La casa di Nazaret è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo. Qui si impara ad osservare, ad ascoltare, a meditare, a penetrare il significato così profondo e così misterioso di questa manifestazione del Figlio di Dio tanto semplice, umile e bella. Forse anche impariamo, quasi senza accorgercene, ad imitare.  Qui impariamo il metodo che ci permetterà di conoscere chi è il Cristo. Qui scopriamo il bisogno di osservare il quadro del suo soggiorno in mezzo a noi: cioè i luoghi, i tempi, i costumi, il linguaggio, i sacri riti, tutto insomma ciò di cui Gesù si servì per manifestarsi al mondo.  Qui tutto ha una voce, tutto ha un significato. Qui, a questa scuola, certo comprendiamo perché dobbiamo tenere una disciplina spirituale, se vogliamo seguire la dottrina del Vangelo e diventare discepoli del Cristo. Oh! come volentieri vorremmo ritornare fanciulli e metterci a questa umile e sublime scuola di Nazaret! Quanto ardentemente desidereremmo di ricominciare, vicino a Maria, ad apprendere la vera scienza della vita e la superiore sapienza delle verità divine! Ma noi non siamo che di passaggio e ci è necessario deporre il desiderio di continuare a conoscere, in questa casa, la mai compiuta formazione all’intelligenza del Vangelo. Tuttavia non lasceremo questo luogo senza aver raccolto, quasi furtivamente, alcuni brevi ammonimenti dalla casa di Nazaret.  In primo luogo essa ci insegna il silenzio. Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile ed indispensabile dello spirito: mentre siamo storditi da tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo. Oh! silenzio di Nazaret, insegnaci ad essere fermi nei buoni pensieri, intenti alla vita interiore, pronti a ben sentire le segrete ispirazioni di Dio e le esortazioni dei veri maestri. Insegnaci quanto importanti e necessari siano il lavoro di preparazione, lo studio, la meditazione, l’interiorità della vita, la preghiera, che Dio solo vede nel segreto.  Qui comprendiamo il modo di vivere in famiglia. Nazaret ci ricordi cos’è la famiglia, cos’è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed inviolabile; ci faccia vedere com’è dolce ed insostituibile l’educazione in famiglia, ci insegni la sua funzione naturale nell’ordine sociale. Infine impariamo la lezione del lavoro. Oh! dimora di Nazaret, casa del Figlio del falegname! Qui soprattutto desideriamo comprendere e celebrare la legge, severa certo ma redentrice della fatica umana; qui nobilitare la dignità del lavoro in modo che sia sentita da tutti; ricordare sotto questo tetto che il lavoro non può essere fine a se stesso, ma che riceve la sua libertà ed eccellenza, non solamente da quello che si chiama valore economico, ma anche da ciò che lo volge al suo nobile fine; qui infine vogliamo salutare gli operai di tutto il mondo e mostrar loro il grande modello, il loro divino fratello, il profeta di tutte le giuste cause che li riguardano, cioè Cristo nostro Signore”. (Cfr. Dai «Discorsi» di Paolo VI, papa  (Discorso tenuto a Nazaret, 5 gennaio 1964

La relatà famiglia è uno degli aspetti particolari di questa vita e di questa categorie di persone. La loro mobilità, il loro allontanarsi per servzio, rende complicato e fragile questo elemento della vita, pertanto l’attenzione alla famiglia è e deve essere uno dei principali elementi di verifica per la serenità delle singole persone che sono chiamate a difenderci e custodire la Pace. Una dinamica non facile che vede tutti i fattori di attenzione delle FF.AA. a collaborare perchè questo aspetto sia preparatro e curato. Come in tutta la società, anche questa fetta non è esente da problematiche e difficoltà che se unite alle caratteristiche di questa vita, possono diventare complicate. L’importanza di formare alla famiglia ci viene ricordata oggi da questa celebrazione che ci porta come esempio la Sacra famiglia, affinchè ognuno di noi non dimentichi da dove proviene e sappia procedere in avanti con l’amore, la pazienza e la determinazione di voler costruire, proteggere e aiutare.

Buona Domenica

27.12.2020-Sacra-Famiglia@unavoce

SANTA FAMIGLIA

La LITURGIA, conoscere per partecipare:

Riconciliazione con se stessi e gli altri – 1 Con te stesso …

Sai che l’uomo ha se stesso come peggiore nemico? Può darsi che tu abbia già constatato nella tua esistenza che non è sempre facile fare uno sbaglio, un errore. Talvolta non c’è più grande accusatore che la propria coscienza. Può essere capace di trasformarsi in un vero tribunale, che risiede in permanenza e non lascia alcun momento di pausa. L’odio di sé, è una realtà che ciascuno vive dolorosamente alla sua maniera.

Il fenomeno può essere di natura psicologica. L’autoaccusa può nascere da un trauma dell’infanzia di cui ci si crede inconsciamente responsabili: perdita di un papà o di una mamma, punizioni o soprusi incessanti dei genitori, esperienza di solitudine e d’abbandono, etc. Può anche essere di natura morale. L’autopunizione nasce anche da atti cattivi, fatti dal ragazzo, che ne percepisce benissimo la natura cattiva, anche se è piccolo.

Il processo di autodistruzione può ugualmente avere delle radici spirituali: l’orgoglio. L’odio di sé può venire infatti da un sottile orgoglio. Infatti, non si accetta di essere un peccatore. Si vede di non essere la migliore delle persone. Senza alcuna misericordia per se stessi, ci si colloca all’inferno, si trovano tutti i capi d’accusa che regolano definitivamente il nostro conto. è la collera che si elimina voltando l’arma contro di lei, perché non perviene ai suoi fini, ai suoi sogni di perfezione. Il Signore Gesù viene a liberarti da questo inferno. Viene a liberarti da te stesso posando su di te uno sguardo d’amore. Uno sguardo talmente carico di tenerezza che ti riconcilia con te stesso.

La Messa è un luogo privilegiato di riconciliazione interiore. Facendoti rincontrare il Cristo, è come un balsamo sulle tue ferite, sui tuoi errori. Calma la febbre della tua anima, apre la morsa della tua coscienza. Grazie ad essa tu puoi scoprire che sei il più bel regalo che Gesù t’abbia fatto. Sei chiamato a vivere una pace interiore, in un giusto amore di sé, all’occasione di ogni celebrazione penitenziale.