ALZA LO SGUARDO

 

L’alleanza biblica nel cinema

 

La rubrica di questo sito “Alza lo sguardo”, che ha lo scopo di offrire prospettive, luci, riprese, letture, riflessioni … nuove, non per innovare o rivoluzionare, ma per stimolare la nostra attenzione, la nostra prossimità, dando slancio nuovo alle nostre vite, alle nostre singole vocazioni, oggi vi propone due film.

In questo tempo di distanziamento vi affido tre Film tra i molti che ci sono in visione e mille che si potrebbero proporre da quelli a carattere natalizio a quelli d’azione o romantici, ognuno ha i suoi preferiti, io vi propongo questi film che offrono l’opportunità di riflettere, come sempre il cinema vuole fare.

Non sono a carattere religioso, ma due spunti per vedere il mondo con altri occhi, due realtà completamente differenti, un romantico italiano a carattere psicologico ma leggero e attuale e uno letterario che ci riporta alla bellezza delle parole del tempo che fugge, di ciò che conta da quello che è invece importante.

Pellicole che possono provocare i nostri pensieri, il nostro modo di vedere le cose, e nello stesso tempo nella distanza diventare prossimità, attenzione vicinanza la dove non possiamo ora per amore, responsabilità, attenzione, giustizia.

Abbiamo, tutti, bisogno di recuperare tempo e ideali, tutti abbiamo bisogno di conoscere per crescere e progredire, una conoscenza che è passione e non prepotenza, ma passione per la vita, quella vita che ci è data da vivere, in una esistenza che va contro corrente.

Oggi vince chi fa il furbo, chi inganna, chi usa sotterfugi, chi grida, chi ha i soldi, forse sempre nella storia, ma alla fine cosa rimane a noi? Nulla ai singoli nulla, quindi viviamo con passione ogni attimo della nostra vita e trasformiamo il nostro sopravvivere in vita vera vissuta donata, impegnata.

Vi cito alcune espressioni che introducono questo mio parlare con voi citandovi un libro che la Rivista “La Civiltà Cattolica”, ha recensito qualche tempo fa e a cui vi rimando.

“Oggi si parla molto della scomparsa di Dio dal nostro mondo, almeno nella nostra società occidentale. D’altronde, dopo la celebre e tragica proclamazione di Nietzsche nella Gaia Scienza: «Dio è morto», Dio sembra essere scomparso dalla cultura del nostro tempo, dalla letteratura, dalle arti visive, dall’elaborazione filosofica… La stessa elaborazione teologica sembra essere ben lontana dagli interessi dei nostri contemporanei. La riflessione su Dio appare relegata negli anfratti di chi nostalgicamente cerca di rispolverare un mondo glorioso che sembra perduto per sempre nella nostalgia di chi pensa che il passato abbia costituito una felice età dell’oro da riesumare. In realtà, non può essere così. E la vera arte ha sempre a che fare con Dio e la morte, altrimenti si esaurirebbe soltanto in un gioco sterile e privo di vita. Paolo Cattorini, esperto di bioetica e studioso di cinema, nel suo libro Teologia del cinema. Immagini rivelate, narrazioni incarnate, etica della visione, si propone di mostrare come il problema di Dio non sia stato dimenticato, ma al contrario sia ben presente nel cinema. Occorre saperlo ben individuare, per affrontarlo con categorie troppo spesso dimenticate nel mondo ecclesiale, in modo particolare tracciando una teologia del cinema, mostrando la reciproca relazione tra patto, rito e cura per il racconto. L’interrogativo iniziale si concentra su quale rivelazione sia offerta dallo sviluppo di un’arte che ha come origine le immagini in movimento, vale a dire da quando si è passati dall’immagine fissa a quella serie di immagini che scorrono l’una dopo l’altra dando l’illusione del movimento. In modo particolare, ci si chiede qual è il rapporto tra le categorie che seguono una logica narrativa e quelle che fanno riferimento all’alleanza biblica. Sono del tutto distanti tra loro o ci sono punti in comune?… ”. (Cfr. Teologia del Cinema, in La Civiltà Cattolica)

PROPOSTA: Una poltrona riservata al cinema di casa.

Coinvolgi la tua famiglia, prepara l’ambiente, durante il giorno stuzzica la curiosità e dopo cena offritevi questo tempo insieme… alla fine, nei giorni successivi, sarà bello scoprire le riflessioni che a ognuno avranno suscitato.

Se mi vuoi bene

“Film diretto da Fausto Brizzi, segue la storia di Diego (Claudio Bisio), avvocato di successo con un gran talento nello scatenare accidentalmente catastrofi. Quando cade in depressione, dopo un tentativo di suicidio fallito, decide di combattere il suo malessere in un modo alternativo: aiutare le persone care intono a lui. L’idea gli viene in seguito all’incontro con Massimiliano (Sergio Rubini), che nel suo negozio di Chiacchiere vende ormai solo sagge parole, ed Edoardo (Flavio Insinna). Claudio vede subito nei due un valido aiuto per attuare il suo piano. Si passa quindi all’azione: le persone da aiutare sono la figlia, il fratello, la mamma, il papà, l’amica, l’ex moglie e una coppia di amici. Purtroppo gli esiti della sua missione, però, non sono positivi, anzi Diego finisce per devastare la vita a ognuno di loro, causando ancora più problemi. Sarà il suo nuovo amico Massimiliano a farlo riflettere e a fargli capire che per aggiustare le cose a volte basta semplicemente l’amore”. (Cfr. comingsoon.it)

Il mistero Henri Pick 

“Jean-Michel Rouche è un critico letterario e presentatore di un seguitissimo talk show sui libri in uscita. Un giorno in trasmissione si presenta la vedova di un pizzaiolo di cui, dopo la morte, è stato scoperto un romanzo inedito che, a pubblicazione avvenuta, è diventato un best seller. In trasmissione c’è anche la giovane editor che ha scoperto il manoscritto presso un’insolita libreria bretone, dentro la quale c’è una stanza dedicata interamente ai parti letterari di chi non è mai riuscito a farsi pubblicare. Ma Jean-Michel sente odore di imbroglio, e diventa ossessionato dall’idea di smascherare l’autore di quello che lui (e solo lui) ritiene essere un falso letterario. Dunque si reca personalmente in Bretagna per risalire alle origini della frode, e si mette in contatto con la famiglia del pizzaiolo, cercando di scoprirne i segreti”. (Cfr.mymovies.it)

Il meglio deve ancora venire

“Arthur e César sono amici da quando entrambi frequentavano controvoglia lo stesso severissimo collegio. Ma non potrebbero essere più diversi: Arthur è un ricercatore medico puntiglioso e ossessionato dal rispetto delle regole; César è un guascone imprudente e trasgressivo che è appena stato sfrattato da casa sua in seguito alla propria bancarotta. E se Arthur, divorziato con figlia, sta ancora aspettando pazientemente che l’ex moglie torni a casa, César colleziona avventure senza legarsi a nessuna. Per un equivoco, Arthur viene a conoscenza della gravissima condizione medica di César, e César si convince che sia Arthur a trovarsi in punto di morte. Da quel momento i due faranno a gara per realizzare i desideri finali l’uno dell’altro, anche quelli più lontani dal proprio gusto personale: il che ha il vantaggio di sbloccare lo stallo esistenziale in cui si trovavano entrambi”. (Cfr.mymovies)

Buona Visione

@unavoce