ALZA LO SGUARDO
Un anno da ricordare per crescere
In questi giorni, mi sono imbattuto in due riflessioni che vorrei portare alla vostra attenzione. Parto da una laica, un editoriale di “la Repubblica” di Michele Serra e la riflessione del Papa nell’Angelus del primo dell’anno. Due sottolineature che ci aprono gli occhi e ci fanno alzare lo sguardo a continuare il cammino con serenità, impegno e amore, credo valga la pena portarli alla vostra attenzione. In un tempo di bilanci, di riflessioni, di auguri per un anno che finisce e l’altro che inizia, in un tempo di emergenza planetaria, le parole del Papa e del giornalista ci aiutano a guardare con occhi nuovi questo tempo e fare le debite valutazioni, al di là, di polemiche e di considerazioni strane. Mi permetto, pertanto, di condividerle con voi, rimandandovi alle letture integrali.
“Il 2020, bisesto e funesto, se ne è andato in mezzo a un tale coro mondiale di improperi, maledizioni e gesti dell’ombrello (compresi i miei), che forse vale la pena spendere due righe per salutarlo meglio. È stato un anno duro, ma rispettabile. Implacabile, ma onesto. Ci ha fatto memoria della nostra vulnerabilità, specie noi occidentali meno avvezzi, rispetto ad altri popoli, a sentirci in pericolo. Ci ha scaricato davanti alla porta di casa, in disordine, molte delle nostre omissioni: nei confronti della salute pubblica, dell’ambiente, della scienza, della scuola. Ci ha costretti a valutare seriamente il nesso tra il nostro respiro e l’aria di cui si nutre, specie sotto il cielo stantio del Nord, discarica permanente di un benessere che ci presenta i suoi costi. A capire che l’utilità degli ospedali si misura in letti, non in clientele. Che la medicina di base, quella di territorio, di quartiere, di famiglia, è la fanteria che fa vincere le guerre, e deve essere difesa e valorizzata tanto quanto le famose eccellenze di cui ci riempiamo la bocca: è la norma, che rende forti, non l’eccezione. Ci ha fatto riscoprire che senza lo Stato, e senza quel multiStato che è l’Europa, si è abbandonati al proprio destino, più soli, più deboli: il 2020 è stato l’anno che, sotto emergenza, ha ribaltato il tavolo nella dialettica pubblico/privato, che da troppo tempo pendeva dalla parte del solo privato. Infine ci ha consegnato, nei suoi ultimi giorni, l’antidoto contro la malattia, ovvero la pala per seppellirlo. Ma seppellirlo e dimenticarlo sarebbe davvero uno sperpero, dopo tutto quello che abbiamo passato. Il 2020 è un morto da ricordare”. (Cfr. la Repubblica, nella Rubrica L’amaca: “In difesa dell’anno scoro” di Michele Serra)
“All’inizio di ogni nuovo anno la Chiesa festeggia Maria Santissima Madre di Dio. E’, dunque, sotto il suo sguardo materno, dice il Papa all’Angelus di questo 1.mo gennaio 2021, pronunciato dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico, che tutti noi riprendiamo “il cammino lungo i sentieri del tempo, affidando le nostre angosce e i nostri tormenti a Colei che tutto può”. Se guardiamo il presepe, aggiunge Francesco, indicando quello accanto a lui, “vediamo che Gesù non c’è sulla culla, e mi hanno detto che la Madonna ha detto: ‘Ma, me lo fate tenere un po’ in braccio questo figlio mio?’. La Madonna fa così anche con noi, continua il Papa, ci vuole tenere tra le braccia “per custodirci come ha custodito e amato il suo Figlio”. Il Papa, riprendendo quindi il testo preparato, afferma: “Lo sguardo rassicurante e consolante della Vergine Santa è un incoraggiamento a far sì che questo tempo, donatoci dal Signore, sia speso per la nostra crescita umana e spirituale, sia tempo per appianare gli odi e le divisioni, che sono tante, sia tempo per sentirci tutti più fratelli, sia tempo di costruire e non di distruggere, prendendoci cura gli uni degli altri e del creato. Un tempo per far crescere, un tempo di pace”. (Cfr. Papa Francesco, Angelus, 1° gennaio 2021)
Due testi, che mi sono particolarmente piaciuti, che pur da visioni differenti guardano nella stessa direzione. A ognuno, ovviamente, la sua riflessione, le sue considerazioni , qui, senza entrare in merito a schieramenti o altro, solo un invito a guardare e vivere gli avvenimenti e la storia con occhi nuovi, con impegno nuovo, senza dimenticare il passato, ma avendo uno sguardo alto verso il futuro. Impariamo a portarci in braccio gli uni gli altri, senza dimenticare e sapendo invece collaborare e il mondo sarà migliore.
@unavoce