Il Ramadan

 

«un’astensione da se stessi per meglio “sentire” la Parola della rivelazione di Dio che risuona nelle corde del cuore. Da questo ascolto, accompagnato dal silenzio del nutrimento esteriore, il musulmano accede a una maggiore sensibilità dello Spirito e a una facoltà più acuta di discernere tra vero e falso, bene e male, prioritario e secondario, essenziale e accessorio». (Cfr.  Y. Pallavicini, Imam, presidente della Comunità religiosa islamica italiana)

 

In dialogo e sempre con rispetto del mondo che ci circonda, voglio portare alla vostra aattenzione quello che in questi giorni per i fratelli musulmani è iniziato: il Ramadan,  cominciato il 13 o il 14 aprile a seconda della semplice presenza o dell’avvistamento a occhio nudo della luna nuova nel nono mese del calendario islamico.

Vicini a loro, come fratelli, uniti dal Padre Abramo, per questo tempo forte della loro vita religiosa, vi propongo, rimandandovi per la lettura integrale, ad un articolo su “L’Osservatore Romano”, che ci aiuta a conoscere questa pratica e questo periodo che i musulmani vivono. Ormai in una società cosmopolita sicuramente abbiamo amici e vicini che vivono questa fede e conoscere ci aiuta a condividere nel rispetto le loro tradizioni e riscoprire le nostre.

Molti di noi abbiamo, inoltre, servito nelle loro terre dove la presenza militare è arrivata per stabilizzare la pace e difendere i diritti dei più deboli. La nostra presenza nei loro territori ci ha fatto conoscere e capire la loro alta religiosità e ci aiuta a non perdere la nostra, ma a viverla con maggior serietà

Le diversità creano problemi solo se non le conosciamo, capire e vivere ci aiuta a rispettare e camminare insieme pur nella diversità, ma perseguendo gli stessi obiettivi di convivenza umana.

“ … «Digiunerete per un determinato numero di giorni. Chi però è malato o è in viaggio, digiuni in seguito altrettanti giorni. Ma per coloro che a stento potrebbero sopportarlo, c’è un’espiazione: il nutrimento di un povero. E se qualcuno dà di più, è un bene per lui. Ma è meglio per voi digiunare, se lo sapeste!» (184). La prescrizione del digiuno (sawm) nel mese di Ramadan — uno dei cinque pilastri dell’islam, dovere di ogni buon musulmano — contenuta in questo passaggio della Sura ii del Corano evidenzia anche un aspetto importante legato al mancato rispetto del precetto che, com’è noto, prevede l’astensione dal mangiare, bere, fumare e avere rapporti sessuali dall’alba al tramonto: l’espiazione, per colui che volontariamente viola il comandamento, un tempo avveniva attraverso “la liberazione di uno schiavo”, oggi digiunando 60 giorni consecutivi oppure nutrendo 60 poveri”. (Cfr. L’Osservatore Romano)

“è vitale che tutti, cristiani e musulmani, operino insieme per assistere coloro che sono bisognosi, prescindendo dalla loro etnia o dal loro credo religioso. Noi, cristiani e musulmani, siamo chiamati a fare del nostro meglio nell`imitare Dio, Egli, il Misericordioso, ci chiede di essere misericordiosi e compassionevoli verso gli altri, specialmente verso coloro che si trovano in qualsiasi tipo di bisogno. In ugual modo Egli ci invita a perdonarci reciprocamente”. (Cfr. dal messaggio (2016) a firma del presidente del dicastero vaticano, card. Jean-Louis Tauran, e del segretario, monsignor Miguel Ángel Ayuso Guixot)

 

 

Foto di Copertina: Papa Francesco e il Grande Imam Ahmed al-Tayeb