La Preghiera :
l’importanza della mditazione e tre movimenti spirituali: salire, scendere ed entrare
“Non uscire da te, entra in te stesso: è nella tua umanità che abita la verità” (S. Agostino)
“Tutti abbiamo bisogno di meditare, di riflettere, di ritrovare noi stessi. Soprattutto nel vorace mondo occidentale si cerca la meditazione perché essa rappresenta un argine elevato contro lo stress quotidiano e il vuoto che ovunque dilaga” (Papa Francesco)
“Salire, scendere ed entrare, sono i tre movimenti dello spirito e del cuore” (Mons. Marcianò)
Il Santo Padre nella Catechesi di mercoledì scorso 28 aprile, ci ha ricordato, nell’ambito del tema sulla preghiera, l’importanza della meditazione, parola e attività forse un po’ sconosciuta ai più giovani, che credo sia importante, invece, riprendere e conoscere. Sappiamo che dobbiamo pregare, come pregare o quali formule recitare e l’importanza per la vita cristiana per il rapporto personale con Gesù, ma vorrei portare in evidenza a voi questo aspetto, perché ognuno possa riscoprire o scoprire la bellezza di questo momento intimo con Dio. Vi propongo alcuni passaggi della Catechesi del Papa, un riflerimento alla necessità di conoscere la Bibbia e un rimando a una meditazione del nostro Ordinario Militare che ci offre una modalità per meditare e vivere.
“Il cristiano, dopo aver accolto la Parola di Dio, non la tiene chiusa dentro di sé, perché quella Parola deve incontrarsi con ‘un altro libro’, che il Catechismo chiama ‘quello della vita’”. Papa Francesco introduce così la sua catechesi all’udienza generale dedicata oggi a quella forma di preghiera che è la meditazione. Si tratta di una pratica conosciuta e non solo da parte dei cristiani, è un’attività diffusa infatti in molte altre religioni e anche tra chi non ha una fede. Tutti infatti, afferma il Papa, cerchiamo di ritrovare noi stessi e la pace interiore. E osserva: Soprattutto nel vorace mondo occidentale si cerca la meditazione perché essa rappresenta un argine elevato contro lo stress quotidiano e il vuoto che ovunque dilaga. Ecco, dunque, l’immagine di giovani e adulti seduti in raccoglimento, in silenzio, con gli occhi socchiusi… Cosa fanno queste persone? Meditano. È un fenomeno da guardare con favore: infatti noi non siamo fatti per correre in continuazione, possediamo una vita interiore che non può sempre essere calpestata. Meditare è dunque un bisogno di tutti. Meditare, per così dire, assomiglierebbe a fermarsi e fare un respiro nella vita. Fermarsi. La meditazione cristiana però ha una sua specificità perché, come ogni forma di preghiera, passa per Gesù e in lui trova la meta. Francesco lo spiega: Il cristiano, quando prega, non aspira alla piena trasparenza di sé, non si mette in ricerca del nucleo più profondo del suo io. Questo è lecito, ma il cristiano cerca un’altra cosa. La preghiera del cristiano è anzitutto incontro con l’Altro, con l’Altro ma con la A maiuscola: l’incontro trascendente con Dio. Se un’esperienza di preghiera ci dona la pace interiore, o la padronanza di noi stessi, o la lucidità sul cammino da intraprendere, questi risultati sono, per così dire, effetti collaterali della grazia della preghiera cristiana che è l’incontro con Gesù, cioè meditare è andare – guidati da una frase della Scrittura, da una parola – all’incontro con Gesù dentro di noi”. (Cfr. Vaticannews)
Da qui l’invito allora a crearci quello spazio indispensabile di intimità per rimanere con Il Signore, davanti a Lui con umiltà, con i nostri pensieri, come raccontare la nostra vita a Lui. Per questo ci viene in aiuto anche un articolo che è apparso su il numero … della Rivista “La Civiltà Cattolica” a cui vi rimando, (vi invito ad abbonarvi a questa rivista) sul significato di leggere e come leggere la Bibbia. Le domande che si pone sono due: “Come far interagire la cultura cristiana, e la Bibbia in particolare, con la cultura contemporanea? Qual è il Dio che emerge davvero dalle narrazioni bibliche e come si pone in relazione con il lettore? L’articolo ci ricorda perché la Bibbia può essere letta anche come un testo culturale, e quindi come un invito a un dialogo con il mistero di Dio che interpella l’intelligenza e la riflessione di tutti. Così vengono presentate alcune delle tante «parole sapienziali» a disposizione, parole a prima vista sconcertanti e impopolari, ma estremamente istruttive sotto il profilo psicologico ed educativo, indispensabili per vivere: divieto, fallimento, punizione, ma anche dialogo. Nella Bibbia il mistero della vita è proposto in una modalità sua propria, che è quella narrativa, in cui emergono le domande degli uomini e delle donne, e suscitano in noi vissuti e sentimenti. La sapienza biblica invita a tenere strettamente uniti conoscenza e affetti, cuore, intelligenza e fede per prendere buone decisioni. Non bastano i dati e le tecniche. Pensiamo anche alla dinamica delle parabole di Gesù: ne emerge un Dio che dialoga, che non ha timore di affrontare i nostri interrogativi e ci invita a riflettere, a non abbandonare la nostra ragione per fare esperienza di lui, perché ha fiducia nella nostra «capacità di camminare verso la verità». L’articolo sottolinea che questo è anche il nostro compito primario come comunità credente. Come, infatti, scriveva Radcliffe nel testo già citato all’inizio: «Ritengo che per il cristianesimo l’unica via per crescere sia quella di mantener viva una cultura cristiana vivace, sicura di se stessa e vitale, e allo stesso tempo in interazione dinamica con la cultura contemporanea».”. (Cfr. La Civiltà Cattolica)
“Tutti i metodi di meditazione sono “degni di essere praticati”, afferma poi il Papa, e “possono aiutare l’esperienza della fede a diventare un atto totale della persona”, a coinvolgere cioè nella preghiera tutto l’essere, cuore e mente. Ma sono strade, non la meta. Il Catechismo, ricorda Francesco, lo precisa: “La meditazione mette in azione il pensiero, l’immaginazione, l’emozione e il desiderio. Questa mobilitazione è necessaria per approfondire le convinzioni di fede, suscitare la conversione del cuore e rafforzare la volontà di seguire Cristo”. Quindi il Papa prosegue: Ecco, dunque, la grazia della preghiera cristiana: Cristo non è lontano, ma sempre in relazione con noi. Non c’è aspetto della sua persona divino-umana che non possa diventare per noi luogo di salvezza e di felicità. Ogni momento della vita terrena di Gesù, attraverso la grazia della preghiera, può diventare a noi contemporaneo. (…) Prendiamo il Vangelo, facciamo la meditazione di quei misteri del Vangelo e lo Spirito ci guida ad essere presenti lì. (…) Non c’è pagina di Vangelo in cui non ci sia posto per noi. Meditare, per noi cristiani, è un modo di incontrare Gesù. E così, solo così, di ritrovare noi stessi. E questo non è un ripiegamento su noi stessi, no, no: andare da Gesù e da Gesù incontrare noi stessi, guariti, risorti, forti per la grazia di Gesù. E incontrare Gesù salvatore di tutti, anche di me. E questo grazie alla guida dello Spirito Santo”. (Cfr. Vativannews)
Nel messaggio per la scorsa Quaresima del nostro Ordinario Militare Mons. Santo Marcianò, ci invitava a tre movimenti di preghiera, che nascono da un atteggiamento della vita: “Salire, scendere ed entrare”: sono i tre “movimenti dello spirito e del cuore” … è proprio guardando in alto che il cammino trova la sua direzione interiore, trova la strada della relazione intima, profonda, rafforzata, con Dio nella preghiera”. “Trovare la croce sull’alto del monte, salire sulla croce, significa scendere ed entrare nell’umiltà di Dio! Assieme a una preghiera più ‘alta’, il Signore ci offre una umiltà più ‘bassa’… Più saliremo nella preghiera, più scenderemo in noi stessi, respirando la necessità e il sollievo della conversione”. Infine, il terzo movimento, “entrare”. “Se siamo saliti, se siamo scesi, ora dobbiamo entrare. Entrare nei veri bisogni dell’altro, entrare nell’altro attraverso una capacità di condivisione che vada più dentro …”. (Cfr. Messaggio per la Quaresima 2021)
Con la speranza che le parole del santo Padre e del nostro Arcivescovo, possano aiutarci a prendere in mano la nostra vita attraverso la meditazione della Bibbia, a fermarci davanti al Signore per animare i nostri pensieri, confrontarli con la Sua vita e caricare il cuore per vivere come il Lui ci chiede, possa essere efficace attraverso questi tre movimenti dello spirito: un salire verso di Lui, un scendere ed un entrare nella vita nostra e dei fratelli.
@unavoce