Importanza della vita felice e serena nel servizio di militari

 

Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore. (Italo Calvino)

 

Mi permetto fare una chiacchierata con voi, che spero possa essere utile, per avere sempre uno sguardo alto nel nostro vivere. Talvolta, con il passare del tempo e non sempre, comunque, necessariamente, ci sfugge chi siamo e che lavoro facciamo. Essere militari implica degli obblighi e delle attività che devono coinvolgere non solo l’aspetto professionale che dò per scontato, ma anche quello personale. Da come ci presentiamo, comportiamo, parliamo e agiamo.

All’inizio della nostra carriera professionale abbiamo Giurato e in quell’atto formale e lasciatemi dire, sacrale, abbiamo messo la nostra dedizione, professionalità e umanità a servizio dello Stato e della collettività, talvolta, però, con il passare del tempo ci sfuggono, così oggi con voi vorrei dare uno sguardo ad alcuni aspetti che fanno del nostro lavoro un servizio.  Non bisogna mai dimenticare chi siamo e che scelta abbiamo fatto, questo vale nella vista privata, ma anche e soprattutto per chi indossa una divisa. Lo dico a me prete prima di tutto, ma mi permetto di condividerlo con voi perché ridirci alcune cose può essere utile a rinfrescare quegli ideali che rischiamo, altrimenti, di sfuggirci presi dalle mille attività e difficoltà che durante il cammino della vita si presentano.

Il più delle volte la nostra preoccupazione sono i diritti e quello che ci spetta, sono la giustizia, che riteniamo talvolta non presa in considerazione, le nostre esigenze personali sono sempre al primo posto e con fatica pensiamo all’unità, al dovere e al condividere.

La caratteristica di un reparto è invece quella di un lavoro di squadra senza il quale non si possono raggiungere gli obiettivi e questi non siamo noi a deciderli.

Creare un ambiente di collaborazione senza ostacolarci e comprendendo le difficoltà gli uni degli altri è fondamentale. Non c’è un settore più importante dell’altro, ma tutti collaborando e facendo il proprio dovere, si concorre a perseguire gli obiettivi.

Questo, credo, sia l’aspetto più importante a cui dobbiamo attendere, nessuno sia lasciato indietro, ma sia l’uno sostegno dell’altro e di seguito nessuno si tiri indietro e dica non è mia competenza, scaricando i problemi, tutti siamo responsabili, altrimenti facciamo come Caino e Abele, alla domanda di Dio dov’è tuo fratello? Rispondiamo Sono forse io il custode? Si, cari amici, siamo e dobbiamo essere custodi gli uni degli altri.

Questo aspetto che è fondamentale, ci porta ad avere rispetto delle regole che movimentano la nostra società, la nostra struttura, regole che possiamo condividere o meno, ma che sono alla base d della convivenza e anche di questa organizzazione, come del resto in tutto il vivere umano. La libertà che tanto rivendichiamo non è fare ciò che si vuole, ma ciò che è giusto, nel modo giusto e secondo le regole, nel rispetto di tutti.

Altro elemento che caratterizza questa istituzione è l’aspetto formale che non è un coordinato della vita militare, ma appartiene a quegli elementi fondanti la vita degli uomini e donne con le stellette.

Conoscere la storia, il Reparto, le motivazioni di gesti e attività, ci permette di essere tutti protagonisti. Indossare la divisa con dignità, direi quasi sacralità, con rispetto e nella forma prevista, assolvere a quelle cerimonie che danno senso al nostro lavoro, come l’Alzabandiera, il rispetto di segni e simboli, sono elementi che danno sostanza alla nostra attività. Così come nella vita civile ci sono delle logiche e dei modi di comportamento che regolano ambienti e attività.

Rispetto delle strutture, collaborazione nel mantenerle efficienti, pulite e decorose, fanno del posto di lavoro un ambiente sereno e funzionale, come casa nostra. Questo avrà un risvolto e un’implicanza nella vita privata e non sono militare. Pertanto educazione, dignità, rispetto anche nella vita privata, famiglia e sociale sono elementi fondamentali. Educazione in casa, con i nostri cari, rispetto dell’ambiente e delle sue regole civili e sociali, educarci ed educare, là dove non vediamo questo senza fare polemiche, manifestazioni o proclami è un dovere o dovrebbe esserlo di ogni cittadino, tanto più per noi che serviamo le libere istituzioni dello Stato.

Quanti altri elementi potremmo e dovremmo affrontare, ma credo che iniziando da alcuni, come vi ho fatto esempio ora, potremmo poi intuire e vedere altri ambiti che ne conseguono e trasformare, così, il nostro servizio, la nostra professionalità, la nostra appartenenza in modo radicale e positivo.

Pertanto, spirito di Copro, e di Gruppo, collaborazione a tutti i livelli, rispetto delle regole, eleganza e attenzione alla divisa, ai simboli e segni del militare, al linguaggio, ai modi di comportamento ci introdurranno in un cammino operoso e gratificante.

Distinguersi dalla massa, non per gusto o per primeggiare, ma per educare al bello all’importanza di ciò che abbiamo e che ci circonda, attenzione alle persone di qualsiasi razza, cultura o fede politica o religiosa, culturale o sociale, non ci pone ad essere migliori, ma di esempio a quella società che tanto lamenta difficoltà nel vivere, ma non si prende responsabilità, che tanto critica tutto e tutti e non inizia ad impegnarsi personalmente.

Se vogliamo, ad esempio, la città pulita la base pulita, il posto pulito, dobbiamo essere i primi a contribuire e non dire non mi spetta, a tutti spetta tutto per vivere nella serenità e nella pace. I diritti che rivendichiamo prima prevedono dei doveri a cui attenersi.

Iniziamo allora dalle piccole cose di tutti i giorni, puntualità, rispetto, decoro della divisa, rispetto dei segni e simboli dell’ambiente lavorativo, educazione per strada gentilezza e garbo nel parlare, collaborazione con i colleghi. La serenità interiore ci aiuterà e per acquistare serenità serve capacità di conoscere chi siamo, i nostri pregi e i nostri limiti, umiltà di chiedere e possibilità di sbagliare con la voglia di mettere rimedio con intelligenza. La felicità non è esterna a noi è dentro di noi la difficoltà e scoprirla ricercarla e viverla. Ognuno di noi ha problemi e difficoltà, molti ce li creiamo perché abbiamo ricercato strade non percorribili e non abbiamo avuto l’umiltà di cambiare direzione, opinione e modi, allora non ci rimane che scrollarli di dosso un po’ di povere e riprendere il cammino ripensando alle scelte fatte alla bellezza dei sogni che avevamo coltivato e che alcuni abbiamo realizzato e altri no, ma con l’entusiasmo e la voglia di metterci alla prova per cambiare e migliorare noi e ciò che ci sta attorno. Un fallimento non è la fine, ma si tratta solo di rimettersi in gioco e se da solo non riusciamo chiediamo aiuto e insieme si può essere migliori.

Diceva Albert Einstein che “ci sono due modi di vivere la vita. Uno è pensare che niente è un miracolo. L’altro è pensare che ogni cosa è un miracolo”, fai della tua vita un miracolo continuo. Se hai fede, qualunque religione segui ti aiuterà a camminare in questa direzione, se sei agnostico o non credente, cerca il senso sempre e comunque del vivere in modo pieno e con rispetto e sarai felice. Segui il cuore, usa la mente, pensa gli altri e allora riuscirai sempre e sarai tu a costruire e a collaborare ad un mondo migliore, ad posto migliore su questa terra.

@unavoce

Foto di Copertina: 15° Stormo cerimonia dell’Alzabandiera