Non solo luogo di culto, ma segno di comunione

 

Lo spazio ecclesiale per la liturgia… è in forma eminente un’architettura della «memoria», poiché propone e rilancia nel tempo, anche a distanza di secoli, messaggi legati al mondo rituale e alla cultura che lo hanno espresso. Le chiese, infatti, sono realtà storiche; esse sono state costruite non tanto come monumento a Dio o all’uomo, ma come luogo dell’incontro sacramentale, segno del rapporto di Dio con una comunità, all’interno di una determinata cultura e in ben preciso momento storico. Esse… sono strumenti particolari di tradizione e di comunione ecclesiale(CEI, L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica, n° 12.)

 

Ogni Diocesi, ha le sue chiese e anche la nostra, dell’Ordinariato Militare, ha le sue. Ogni Caserma, Base, Aeroporto, Porto, Nave ha la sua Chiesa, sono le nostre Parrocchie. Oggi vi rimando a quelle a livello diocesano a Roma.

La Chiesa Principale, che sarebbe la nostra Cattedrale S. Caterina in Magnanapoli, la Chiesa del Santissimo Sudario, la Basilica di Santa Maria ad Martyres, il Pantheon e la Chiesa di Tutti I Santi Militari, del Seminario Maggiore Scuola Allievi Cappellani, sempre a Roma, nella Città Militare della Cecchignola.

Ora, in questi giorni, precisamente giovedì, ne ricorderemo una, (vai alla pagina del Calendario Liturgico), nell’anniversario della sua Dedicazione, ma nelle settimane passate, abbiamo ricordato, sempre nella liturgia, anche le altre. Oggi, questa occasione ci offre l’opportunità di riflettere sulla nostra Chiesa.

“La Chiesa Ordinariato Militare ha la grazia di celebrare il suo primo Sinodo in questi anni che immediatamente precedono il terzo millennio dell’era cristiana. E’ un’occasione privilegiata per rileggere, alla luce della Parola di Dio e della propria esperienza, il piano che il Signore ha su di essa e per approfondire la propria identità di popolo di Dio radunato tra i militari, nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insieme al proprio Pastore1.All’inizio della nostra storia si colloca l’opera di molti sacerdoti che si dedicarono all’assistenza spirituale dei militari già prima della Grande Guerra del 1915-1918, per cui volontariamente si affiancarono a quei cristiani militari che combatterono per l’Unità d’Italia. Vogliamo qui ricordare questi sacerdoti che, in guerra e in pace, sono stati sempre pastori di tutti i loro militari, testimoniando con la loro vita e con il loro servizio l’amore a Cristo. Uniti al suo sacrificio con l’adempimento fedele della loro missione, talvolta eroica fino all’effusione del sangue, li veneriamo quali fondatori della Chiesa Ordinariato Militare e riconosciamo il loro operato quale contributo alla formazione della coscienza nazionale del popolo italiano. Al termine del conflitto apparve necessario continuare a rendere questo servizio ecclesiale a vantaggio dei militari, bisognosi di una concreta e specifica opera pastorale. Nel 1926 la Santa Sede e lo Stato Italiano assicurarono l’assistenza spirituale alle Forze Armate costituendo il Vicariato Castrense per l’Italia: sacerdoti cattolici in possesso di quei requisiti ritenuti necessari dalla Chiesa e dallo Stato, furono nominati cappellani militari ed assimilati al rango degli Ufficiali. Il papa Pio XI nominò quale suo delegato, un Ordinario Militare per l’Italia insignito della dignità di Arcivescovo. Si organizzò così, in uno spirito di “servizio di Chiesa”, l’assistenza spirituale alle Forze Armate sia in tempo di guerra che in tempo di pace2.Con la Costituzione Apostolica Spirituali Militum Curae del 1986, il papa Giovanni Paolo II ha giuridicamente assimilato la realtà ecclesiale militare a quella delle diocesi, compiendo un significativo passaggio da un “servizio di Chiesa” ad una “Chiesa di servizio”. Questa nuova realtà della nostra Chiesa consiste nell’essere una peculiare circoscrizione ecclesiastica3 comprendente ogni realtà militare: luoghi, persone, familiari conviventi. Perciò, anche a motivo dei membri che lo compongono, l’Ordinariato Militare si può definire: Chiesa particolare, territoriale, personale”. (Cfr. Sinodo O.M. La Chiesa

Santa Caterina da Siena a Magnanapoli, Chiesa Principale dell’Ordinariato Militare in Italia, in Largo Magnanapoli.

Chiesa del SS. Sudario in Via del Sudario.

Basilica di S. Maria ad Martyres – PANTHEON Piazza della Rotonda

Chiesa di Tutti i Santi Militari Seminario Maggiore, Scuola Allievi Cappellani San Giovanni XXIII

“Luogo di culto:  Il termine “chiesa” designa la comunità dei fedeli. Questa comunità però ha bisogno di un luogo, di un posto adeguato per radunarsi, per fare assemblea, cioè per essere se stessa. Infatti “chiesa” vuol dire “assemblea”. Si esprime così un concetto del luogo di culto cristiano diverso da quello dei tempi pagani e anche dal tempio giudaico. Esso non è un perimetro sacro dove si racchiude la divinità, ma è la casa del popolo di Dio, il logo dove l’assemblea liturgica si riunisce per celebrare la salvezza.

I templi delle religioni pagane non potevano offrire un modello per il luogo di culto dei cristiani. Per i greci e i romani, il tempio era anzitutto la dimora della divinità raffigurata in una statua. Bastava anche una piccola stanza. Non c’era nessuna necessità di radunarsi: la divinità si aspettava il sacrificio riservato ai suoi sacerdoti e l’offerta individuale dei suoi fedeli, e nient’altro.

Il tempio di Gerusalemme, invece, era il santuario unico del Dio dell’alleanza, il luogo della sua presenza invisibile tra i Cherubini che sormontavano l’arca dell’Alleanza. Era destinato a scomparire, perché nelle Nuova Alleanza il tempio di Dio è lo stesso Cristo (cf. Gv 2, 19-21). E’ in lui che i veri cristiani adorano il Padre in spirito e verità (cf. Gv. 4, 23). Incorporati in Cristo con il battesimo, anche i cristiani sono pietre vive che formano, nello Spirito Santo, il tempio del Dio vivente (cf. 1Cor 3, 16-17; 6, 19-20; 2Cor 6, 16; Ef 2, 19-22; 1Pt 2, 5). Il luogo del culto è allora il corpo di Cristo, e più esattamente il corpo di Cristo nella sua epifania primaria: l’assemblea convocata e radunata nel suo nome per ascoltare la sua Parola, per pregare e ringraziare, per suggellare nell’Eucaristia la sua comunione al corpo di Cristo, per manifestare la sua unità nella varietà e nella carità. D’ora in poi il tempio è lì e basta questo per essere luogo di culto.

Sottolineiamo però che quest’assemblea cristiana ordinariamente ha bisogno comunque di un locale per radunarsi. E fin dall’inizio essa ha cercato di sistemarsi in un luogo e, non appena l’ha potuto, ha costruito degli edifici per il suo culto. E così nelle epoche successive, grazie alla pace restituita alla Chiesa da Costantino nel 313, possiamo osservare la fioritura dei luoghi di culto cristiano: basiliche, chiese piccole o chiese cattedrali, di forma quadrata, rotonda o rettangolare, sotterranee o su alture. Sono innumerevoli le forme che i cristiani, lungo i secoli, hanno continuato ad inventare per loro luoghi di culto”. (Pubblicato su Lazio Sette, 13 maggio 2007, p. 11)

Semplici informazioni per conoscere e sentirsi parte di servizio di Chiesa che vive tra i Militari. Una porzione della Vigna del Signore. La Chiesa voluta da Cristo, dove Pietro, il Suo Successore nella figura del Papa e il collegio degli Apostoli, Cardinali e Vescovi e di altri scelti, i Sacerdoti e del Popolo Santo, i Battezzati, vivono il cammino, qui in terra, alla sequela di Cristo, per giungere hai Suoi piedi e godere appieno dell’Amicizia che già da ora ci offre e ci ha offerto con la sua Morte e Risurrezione.

@unavoce

 

Foto di Copertina: Roma, Santa Maria ad Martyres, il Pantheon, particolare della cupola, interno.