Il buon combattimento
“Delle volte chiediamo una grazia ma lo chiediamo così senza voglia, senza combattere: così non si chiedono le cose serie”. (Papa Francesco)
Continua la Catechesi del Papa sulla preghiera e quest’ultima, alla quale vi rimando, per la lettura integrale ci porta a comprendere la necessità di essa, ma anche la difficoltà.
Quante volte anche noi abbiamo e facciamo questa esperienza di voler pregare di voler chiedere di voler ottenere ma poco inclini a combattere per essere ascoltati.
Il Papa ci ricorda, tralasciando il discorso scritto e continuando abbraccio, di un fatto personale avvenuto a Buenos Aires quando era Arcivescovo della guarigione di una bambina di 9 anni, che illumina il nostro cuore e ci incoraggia ad un buon combattimento per rimanere uniti a Dio attraverso la preghiera.
“Nel racconto che il papa riferisce dice: “Al padre i medici gli avevano detto che la piccola, in ospedale, non avrebbe passato la notte. “‘È una infezione e non possiamo farci nulla’. Quell’uomo forse non andava tutte le domeniche a messa ma aveva una fede grande. Uscì piangendo, lasciò la moglie lì con la bambina nell’ospedale, prese il treno e fece i 70 chilometri di distanza verso la Basilica della Madonna di Lujan, la patrona dell’Argentina, e lì era chiusa già la basilica, erano quasi le 10 di sera… e lui – ha continuato il Pontefice – si aggrappò alle grate della Basilica e tutta la notte pregando la Madonna, combattendo per la salute della figlia: questa non è una fantasia, l’ho visto io, l’ho vissuto io: combattendo, quell’uomo lì. Alla fine, alle 6 del mattino, si aprì la chiesa, entrò a salutare la Madonna e tornò a casa. Tutta la notte in combattimento”. “Quando arrivò” in ospedale cercò la moglie e non trovandola pensò: “No, la Madonna non può farmi questo… poi – è ancora il racconto di Francesco – la trova sorridente, ‘non so cosa è successo, i medici dicono che è cambiata così e che adesso è guarita’. Quell’uomo lottando con la preghiera ha avuto la grazia della Madonna, la Madonna l’ha ascoltata. E questo l’ho visto io: la preghiera fa dei miracoli”. “La preghiera fa dei miracoli, perché la preghiera va proprio al centro della tenerezza di Dio, che ci vuole come Padre, e quando non ci fa la grazia, ce ne farà un’altra che poi vedremo con la storia”. “La preghiera è un combattimento e il Signore è sempre con noi: se in un momento di cecità non riusciamo a scorgere la sua presenza, ci riusciremo in futuro”. (Cfr. agi)
“Incentrando la propria catechesi sulla preghiera, Francesco sottolinea che la vita cristiana “non è una passeggiata”. “Chi vuole pregare deve ricordarsi che la fede non è facile, e qualche volta procede in un’oscurità quasi totale, senza punti di riferimento”. La preghiera cristiana, come tutta la vita cristiana, non è una “passeggiata”. Nessuno dei grandi oranti che incontriamo nella Bibbia e nella storia della Chiesa ha avuto una preghiera “comoda”. Sì, si può pregare come i pappagalli – bla, bla, bla, bla, bla – ma questa non è preghiera. La preghiera certamente dona una grande pace, ma attraverso un combattimento interiore, a volte duro, che può accompagnare periodi anche lunghi della vita. Pregare non è una cosa facile e per questo noi scappiamo dalla preghiera. Ogni volta che vogliamo farlo, subito ci vengono in mente tante altre attività, che in quel momento appaiono più importanti e più urgenti. Questo succede anche a me: vado a pregare un po’ … E no, devo fare questo e l’altro … Noi fuggiamo dalla preghiera, non so perché, ma è così. “Noi – sottolinea il Papa – fuggiamo dalla preghiera: “Quasi sempre, dopo aver rimandato la preghiera, ci accorgiamo che quelle cose non erano affatto essenziali, e che magari abbiamo sprecato del tempo. Il Nemico ci inganna così”. (Cfr. vaticannews)
Possano le parole del Pontefice guidarci nella nostra preghiera personale e comunitaria a pregare con cuore puro, decisi senza perdere mai la speranza.
@unavoce
Foto di Copertina: Udienza Papale, Cortile san Damaso, 12.5.21