Il Ministero di Catechista

  

“La Chiesa Ordinariato Militare, consapevole che il Regno di Dio le si è fatto più vicino attraverso la grazia dell’esperienza sinodale1, sente di essere chiamata a perfetta conversione accogliendo con fede e con totale disponibilità il Vangelo efficace e potente2, “potenza di Dio per la salvezza”3, “capace di condurre alla fede”4, di operare liberazione e salvezza, di creare comunità. Essa ha coscienza che per iniziativa divina è consacrata al servizio del Vangelo5 a lei affidato6 per portarlo, quale parola vivente, ai militari, ai loro familiari e in tutte le caserme: adempiendo questa missione rende culto gradito a Dio7.Comprende, inoltre, che Vangelo e apostolato sono legati da intima relazione8: si impegna perciò, a fare tutto per il Vangelo9 considerando l’apostolato non solo come concetto portante della propria dottrina ed ecclesiologia, ma come essenziale alla sua missione evangelizzatrice. La nostra Chiesa, fedele alla missione, sente il dovere di evangelizzare, e “guai se non lo facesse”10. Affinché possa compiere questo servizio, chiama tutti ad essere comunità evangelizzatrice e con discernimento considera le componenti essenziali dell’evangelizzazione: la pre-evangelizzazione, il messaggio e la sua efficacia, il soggetto evangelizzante, l’evangelizzazione, nuova evangelizzazione e catechesi, chiesa ordinariato militare profetica”. (Cfr. Sinodo O.M. , L’Evangelizzazione

Di recente il Santo Padre con “il Motu proprio “Antiquum ministerium” stabilisce il ministero laicale di catechista, dove sottolinea: “un’urgenza per l’evangelizzazione nel mondo contemporaneo, da svolgersi in forma secolare, senza cadere nella clericalizzazione”. La decisione papale di istituire il ministero laicale del catechista è il frutto di un cammino intuito da Pio XII, sancito dal Concilio Vaticano II e dai Sinodi dei vescovi, in particolare quello sull’Amazzonia. Un servizio sempre più necessario per evangelizzare”. (Cfr. Vaticannews)

“Fedeltà al passato e responsabilità per il presente” sono “le condizioni indispensabili perché la Chiesa possa svolgere la sua missione nel mondo”: lo scrive Papa Francesco nel Motu proprio “Antiquum ministerium” – firmato ieri, 10 maggio, memoria liturgica di San Giovanni d’Avila, presbitero e dottore della Chiesa – con cui istituisce il ministero laicale di catechista. Nel contesto dell’evangelizzazione nel mondo contemporaneo e di fronte a “l’imporsi di una cultura globalizzata”, infatti, “è necessario riconoscere la presenza di laici e laiche che, in forza del proprio battesimo, si sentono chiamati a collaborare nel servizio della catechesi”. Non solo: il Pontefice sottolinea l’importanza di “un incontro autentico con le giovani generazioni”, nonché “l’esigenza di metodologie e strumenti creativi che rendano l’annuncio del Vangelo coerente con la trasformazione missionaria della Chiesa”.(Cfr. Vaticannews)

“Tale Lettera Apostolica, “evidenzia che non si tratta, quindi, di essere “sostituti dei presbiteri o delle persone consacrate” ma, come laici, di esprimere al meglio la vocazione battesimale con un’accentuazione dell’impegno missionario, “senza cadere in alcuna espressione di clericalizzazione”. Un ministero che dunque non si esprime “primariamente nell’ambito liturgico, ma in quello specifico della trasmissione della fede mediante l’annuncio e l’istruzione sistematica”. (Cfr. Vaticannews)

Nelle nostre comunità con le stellette dove il cappellano è il catechista, (vedi il programma di quest’anno) come in molte parrocchie territoriali, oggi l’aiuto e l’affiancamento che i laici già facevano al sacerdote per la formazione diventa un ministero, un ruolo pubblico a servizio della Chiesa. Anche la nostra comunità, nella proposta pastorale ha i tempi della Catechesi che è svolta sia dal Cappellano del Reparto, che dalla collaborazione di laici preparati e bene formati, che oggi si vedono autentici strumenti dell’annuncio. Non che prima non lo fossero, ma questa sottolineatura l’investe con maggior responsabilità a formarsi e a svolgere questo ruolo nella Chiesa.

La loro vocazione umana, cristiana e professionale diventa testimonianza autentica per formare e camminare insieme nella crescita della conoscenza dei misteri di Dio. Non una sostituzione, non una clericalizzazione, ma una ricchezza nella diversità dei carismi e delle vocazioni che arricchiscono la Chiesa tutta.

@unavoce

 

Foto di Copertina: Kosovo, Incontro di preghiera