Festa della Repubblica

 

Nel celebrare questo giorno non dimentichiamo la storia, che tutti conosciamo, ma che non dobbiamo mai perdere di vista per proseguire il cammino. Fare memoria è fondamentale per camminare con lo sguardo alto e con impegno per il presente e il futuro.

“ il 2 giugno del  1946 è la data in cui si è svolto il referendum che ha scelto la forma istituzionale della Repubblica, superando appunto quella monarchica. Però oggi la Festa della Repubblica è qualcosa di più della memoria di quel referendum”.

E’ molto importante il modo in cui la Costituzione, la parola Repubblica stanno a indicare l’insieme dello Stato e dei cittadini. Cioè la Repubblica siamo tutti, sono le istituzioni ma insieme al popolo italiano. Il primo articolo della Costituzione dice che L’Italia è una Repubblica democratica. La Repubblica vuol dire l’Italia. E questo indica la necessità che il Paese, nelle sue articolazioni, nelle sue differenze che sono espressioni di ricchezza, sia però fondamentalmente unito in una coscienza collettiva del destino comune, della realtà che ci accomuna tutti”. (Cfr. Vaticannews)

Le parole del nostro Ordinario Militare di qualche anno fa risuonano come occasione di riflessione e preghiera oggi: 

“L’identità dell’Italia “è quella di un Paese aperto, di un Paese accogliente, di un Paese che non discrimina, che non è razzista”. Il monito arriva da mons. Santo Marcianò, Ordinario Militare per l’Italia, in occasione della festa del 2 giugno. “Credo che la Festa della Repubblica – dice Marcianò in una intervista a Radio Vaticana – sia la festa del bene comune, cioè di un’Italia unita che vive la democraticità, che vive la libertà.

Ritengo si debba ripartire da questa giornata di festa per rilanciare all’Italia il grido dei valori: prima di tutto, il valore dell’unità. Penso che in questo momento storico l’Italia abbia bisogno di ritrovare unità nella solidarietà dei suoi cittadini, senza differenze tra Nord e Sud, senza discriminazioni, senza bisticci”. “L’identità non è da cancellare. L’identità dell’Italia – osserva il presule – è quella di un Paese aperto, accogliente, di un Paese che non discrimina, che non è razzista. E noi lo abbiamo visto, ultimamente, nelle operazioni di salvataggio dei nostri fratelli che da lontano vengono qui per trovare civiltà, libertà, per ritrovare il senso della propria vita e la possibilità di vivere. Credo che questi siano i valori che identificano il Paese. E che questi valori, e in modo particolare il valore dell’unità, oggi più che mai siano da rimarcare, da far valere”. Marcianò ha in mente, in particolare, gli “estremismi del fondamentalismo: credo che questi estremismi si combattano con l’assunzione di questi valori. Gli italiani ne sono convinti, ma forse hanno bisogno ancora di più di rendersi conto che più si è uniti, più si vive quell’identità legata a quei valori a cui ho fatto riferimento, più si è capaci, abilitati – direi quasi – a respingere le pressioni e addirittura le provocazioni dei fondamentalismi”. (Cfr. Ordinariatomilitare)

Voglio chiudere questo nostro fermarci a celebrare per avere uno sguardo alto per andare avanti con coraggio e impegno con le parole del nostro Vicario Generale dell’Ordinariato Militare per l’Italia, monsignor Angelo Frigerio, che lo scoro anno in una intervista a Radio Vaticano così diceva: “… far leva sulla memoria. Si dice che la mancanza di memoria sia una grave lacuna nella vita degli esseri umani.  Lo sperimentiamo anche quando le persone, per gravi malattie, la perdono. Ma la mancanza di memoria è una patologia anche per la comunità, anche per un’Istituzione. Celebrare il 2 Giugno significa quindi fare memoria viva di una esperienza, la Repubblica italiana, che è in atto non solo con il ricordo del passato ma anche con la celebrazione del presente, nelle regole della Costituzione dello Stato che per noi è la Magna Carta della convivenza italiana. Il 2 Giugno è proprio questa celebrazione del presente”. (Cfr. Vaticannews)

 

Foto di Copertina: Il Presidente della Repubblica con l’Ordinario Militare