Udienza Generale del Mercoledì
Vi porto in evidenza rimandandovi alla catechesi del papa perché tutti possano riprendere il discorso per una lettura personale:
“Anche oggi, come al tempo di San Paolo, ci sono predicatori che, “soprattutto attraverso i nuovi mezzi di comunicazione”, si presentano per ribadire con insistenza, da veri e propri “custodi della verità”, quale sia il modo migliore per essere cristiani e possono turbare le comunità cristiane. Di fronte a questa realtà, all’udienza generale il Papa ricorda la via da seguire, che è quella di “annunciare il Vangelo di Dio che ama l’uomo in Gesù Crocifisso e Risorto”…
A proposito della Lettera ai Galati, Papa Francesco parla come di un testo decisivo per considerare alcuni argomenti centrali per la fede affrontati da San Paolo, come quelli della libertà, della grazia e del modo di vivere cristiano, “che – rimarca il Papa – sono estremamente attuali perché toccano tanti aspetti della vita della Chiesa dei nostri giorni”. Vi sono presenti anche cenni biografici della vita dell’apostolo che permettono di conoscere la storia della sua conversione, ma anche la grande opera di evangelizzazione messa da lui in atto che almeno per due volte aveva visitato le comunità della Galazia durante i suoi viaggi missionari. Non si sa di preciso a quale zona geografica si riferisca, né si può affermare con certezza la data in cui scrisse questa Lettera. Quello che si conosce è che i Galati fossero un’antica popolazione celtica che, attraverso tante peripezie, si erano stabiliti in quella estesa regione dell’Anatolia che aveva il capoluogo nella città di Ancyra, oggi Ankara, la capitale della Turchia. Con la sua indefessa opera evangelizzatrice, Paolo, dunque, era riuscito a fondare delle comunità. Quando arrivava in una città, infatti, “non faceva subito una grande cattedrale”, rimarca il Papa, ma “piccole comunità che sono il lievito della nostra cultura cristiana di oggi”.
Queste piccole comunità crescevano, crescevano e andavano avanti. Anche oggi questo metodo pastorale si fa in ogni regione missionaria. Ho ricevuto una lettera, la settimana scorsa, di un missionario della Papua Nuova Guinea; mi dice che sta predicando il Vangelo nella selva, alla gente che non conosce neppure chi fosse Gesù Cristo. È bello, eh! Si iniziano a fare le piccole comunità. Anche oggi questo metodo è il metodo evangelizzatore della prima evangelizzazione.
San Paolo, poi, riferisce soltanto che, a causa di una malattia, fu costretto a fermarsi in quella regione mentre San Luca, negli Atti degli Apostoli, afferma che lo Spirito Santo aveva impedito di proclamare la Parola nella provincia di Asia. “I due fatti non sono in contraddizione” nota Francesco, perché “indicano piuttosto che la via dell’evangelizzazione non dipende sempre dalla nostra volontà e dai nostri progetti, ma richiede la disponibilità a lasciarsi plasmare e a seguire altri percorsi che non erano previsti”. In proposito il Papa ricorda che fra coloro che lo hanno salutato c’era una famiglia “che deve imparare il lettone” perché andranno in missione in quelle terre. “E lo Spirito li porta anche oggi; tanti missionari che lasciano la patria e vanno in un’altra terra a dare la missione”. (Cfr. Vaticannews)