“non abbiate paura di chiedere”

  

“… Anche in quella occasione era risuonata sulle labbra di Francesco la domanda: “Signore, perché soffrono i bambini?”. La domanda del mistero, senza risposta, come non l’ha – aveva detto nella circostanza – il mistero della Trinità e quello dell’Eucaristia. Ma se la domanda sfugge a una risposta comprensibile, si può sempre chiedere al cielo e pregare, aveva assicurato Francesco: “Non abbiate paura di chiedere, anche di sfidare il Signore. ‘Perché?’. Forse non arriverà alcuna spiegazione, ma il Suo sguardo di Padre ti darà la forza per andare avanti … L’unica spiegazione che potrà darti sarà: ‘Anche mio Figlio ha sofferto’. Ma quella è la spiegazione. La cosa più importante è lo sguardo. E la vostra forza è lì: lo sguardo amoroso del Padre. ‘Ma Lei che è Vescovo – voi potete fare la domanda – che ha studiato tanta teologia, non ha niente di più da dirci?’. No … soltanto si può entrare nel mistero se il Padre ci guarda con amore…”. (Cfr. Vaticanews)

Qualche volta, leggendo qua e là le notizie o seguendo sui social le varie attiva di gruppi o singoli o le pagine personali rimango pensieroso. So che il mondo ha le sue regole, i suoi modi, che è grande, con tradizioni, modi, tempi diversi, ma scorgere da una parte all’altra del pianeta, seguendo le “storie” sui social, soprattutto dei singoli, c’è una percentuale alta di negatività, di lamentela, di banalità, di volgarità, vedo poca bellezza, poca gentilezza, si riportano solo cose brutte e poche quelle belle, meno male abbiamo vinto gli Europei, abbiamo visto gioia e festa e anche qui non sono mancate critiche e difficoltà.

Mi chiedo, allora, Signore perché tutto questo? Perché la gente ti bestemmia, perché non crede in te, perché non crede in nulla? C’è solo attenzione alla notorietà, ai soldi, al successo … poi mi fermo e ricordo che questo è quello che accede da sempre.

In questo mondo, che vivo da cristiano, prete e militare, a servizio dei militari, le critiche sono anche maggiori, per non parlare poi dei limiti della chiesa, che anche se li sta affrontando con intelligenza e impegno, non va bene comunque. Una severità di giudizio, una mancanza di capacità critica del mondo, un limite di conoscenza dei fatti o studiati a modo conveniente e non oggettivo. Questo è il mondo, chi da una parte o dall’altra, chi in pace e chi in guerra, chi bene e chi male … e quando il bene cerca di eliminare il male anche il bene viene criticato. Come siamo fatti male!

La nostra fede dov’è? Noi, che crediamo in Dio, che amiamo il Signore, che invochiamo la Vergine Maria, dove è la nostra fede? Questi pensieri me li ha suggeriti il Papa. Leggendo sul Sito Vatican News della notizia che, essendo all’Ospedale Gemelli, è stato a trovare il reparto dei piccoli e la domanda e la risposta sul perché del dolore, mi ha fatto riflettere.

Si, è così, ma non è facile neppure a dirla, anche se alcuni pensano che sia facile, ma questa è la realtà della vita, del mondo e della fede.

La fede non è la bacchetta magica, ne il miracolo e anche se fosse così non crederemmo comunque, noi chiediamo aiuto quando abbiamo bisogno, cerchiamo solo quando siamo toccati in prima persona e alla richiesta noi vogliamo la risposta e quella che ci aspettiamo di sentire, ma la vita non va così. Possiamo pregare, chiedere aiuto, arrabbiarci anche, ma fidarci del Signore e accettare, impegnarci la dove la mente e l’ingegno umano riesce, ma alla fine riconoscere la necessità di affidarci a Lui e allora qualcuno ci potrebbe obiettare: a che serve credere, cosa serve la religione? Serve a vivere e camminare senza cadere nella disperazione, senza perdere la speranza che le cose possono cambiare, a impegnarci, a rialzarci, a rimetterci in gioco, a vivere la vita nel modo migliore che possiamo, ad essere di supporto con chi più fragile, debole, questa è la fede, questo è credere, questo è il servizio che la Chiesa svolge a 360° gradi nel mondo perché è quello che Dio ha chiesto all’umanità e Gesù morendo sulla croce ha condiviso e condivide ogni girono con le nostre croci. Gioisce con chi gioisce e piange con chi piange, rimanendo accanto sempre, senza giudicare, ma guardandoci negli occhi.

Non abbiate paura, questo è quello che non dobbiamo dimenticare e avere lo sguardo alto per farci guardare negli occhi da Cristo. Non sfuggiamo il suo sguardo, ma semmai ricerchiamolo e guardiamolo nei fratelli che ci vivono accanto, nella vita e nella vocazione che stiamo vivendo e allora non possiamo avere paura e riusciremo ad affrontare la vita anche quanto il cammino si fa faticoso, quando è duro, quando non scorgiamo più la luce e la speranza. Non avere paura di chiedere a Dio quello che desideri, ma accetta quello che ti è dato.

L’umiltà della vita, il rispetto di essa, l’impegno di tutti nelle piccole cose di ogni giorno, ci aiuterà ad essere migliori ad trasformare il mondo in un vero giardino meraviglioso dove c’è posto per tutti. Vivi la tua vocazione con impegno, senza condizionamenti, rispettando le regole, amando e lavorando con dedizione e il Signore allora con noi e attraverso di noi farà grande il mondo. Non aspettarti miracoli, non chiederti perché a me? ma affidati e vivi sapendo che non sei solo.

Noi guardiamo quello che hanno gli altri e invidiamo il più delle volte le loro vite, ma così non si vive. Impegnati, sii creativo, rimettiti in cammino quando cadi, fatti aiutare, ma cammina sempre con lo sguardo alto verso gli occhi di Cristo e Lui non ti lascerà mai solo.

“Guarda sempre negli occhi la persona che hai davanti…
perché le apparenze possono ingannare, 
le azioni mentire, le parole confondere…
Ma gli occhi sono come un libro aperto”. (Cfr. Papa Francesco)

@unavoce

 

 

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