Fede, non ideologia
“È bene che ci siano le sfide perché ci fanno crescere. Sono segno di una fede viva, di una comunità viva che cerca il suo Signore e tiene gli occhi e il cuore aperti” (Papa Francesco)
Oggi vi porto in evidenza l’Editoriale del Sito Vatican News: “l’irrealismo della “fuga nella dottrina pura”, sul pensiero teologico. Credo che le parole di commento che vengono riportate possano illuminare anche la nostra mente e comprendere come porsi davanti al nuovo e alla fede.
Una sottolineatura del Papa emerito Benedetto XVI che risponde alle domande del mensile tedesco Herder Korrespondenz contro la riduzione della fede a ideologia.
“L’idea di una ‘fuga nella dottrina pura’ mi sembra del tutto irrealistica”. Il teologo Joseph Ratzinger, Papa emerito, risponde per iscritto alle domande del mensile tedesco Herder Korrespondenz, e ancora una volta sembra volersi smarcare dagli interessati cliché che gli sono stati cuciti addosso. In un passaggio dell’intervista, sul quale quasi nessuno si è soffermato nelle riprese e nei commenti, Benedetto XVI afferma: “Soprattutto, poi, il credente è una persona che si interroga, una persona che deve ritrovare continuamente la realtà di questa fede dietro e contro le realtà opprimenti della vita quotidiana. In questo senso, il pensiero di una ‘fuga nella dottrina pura’ mi appare assolutamente irrealistico. Una dottrina che esistesse solo come una sorta di riserva naturale, separata dal mondo quotidiano della fede e delle sue esigenze, rappresenterebbe in qualche modo la rinuncia alla fede stessa. La dottrina deve svilupparsi nella fede e a partire da essa e non affiancarla”.
Le parole del Papa emerito, come si evince anche nel seguito dell’intervista, fanno emergere il volto di una Chiesa che parla col cuore e lo spirito, perché una Chiesa che parla soltanto con la sua ufficialità dottrinale o il funzionalismo delle sue strutture, finisce per allontanare invece che attrarre…
Il credente che non sa già tutto ma si fa domande di fronte alla realtà della vita quotidiana, la fede che non è un possesso acquisito una volta per tutte, ma un cammino e uno sviluppo, ben lontano da qualsiasi fuga nella dottrina ridotta a riserva naturale separata dal mondo. Il credente che ha bisogno delle domande e dei dubbi del non credente, per non ridurre la propria fede a ideologia, a schema: sono temi che più volte da teologo, cardinale e poi Papa, Benedetto XVI ha approfondito. Ed è uno sguardo che ritroviamo più volte nelle parole del suo successore Francesco. Ad esempio nel dialogo da lui condotto con i sacerdoti, i religiosi e le religiose in Duomo di Milano il 25 marzo 2017, quando aveva invitato chi evangelizza a essere libero dai risultati e a non rattristarsi per le sfide che la Chiesa si trova a vivere oggi, mettendo in guardia proprio dal rischio di trasformare la fede in ideologia”. (Cfr. Vaticannews)
E’ una dimensione fondamentale quella che viene affrontata della vita del cristiano. Nessuno è arrivato siamo tutti in cammino anche come pensiero. Salvare il messaggio fondamentale con un’apertura mentale che è tipica di Dio, questo è lo sforzo e la vita della Chiesa e di ogni cristiano. “Le sfide ci salvano da un pensiero chiuso e definito e ci aprono a una comprensione più ampia del dato rivelato”.
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