Per un atteggiamento di Pace

 

“Nella notte tra il 12 e il 13 agosto del 1961 una barriera apparve nel cuore della città per separare la parte ovest da quella orientale della Germania. Una divisione che durò 28 anni, fino al termine della guerra fredda…

Costruire ponti, non erigere muri è uno dei temi ricorrenti del pontificato di Francesco, che sempre in quell’occasione ricordò che “alle barriere dell’odio, noi preferiamo i ponti della riconciliazione e della solidarietà, a ciò che allontana preferiamo ciò che avvicina”. Dopo lo storico incontro di Abu Dhabi, nell’incontro con i giornalisti sul volo di ritorno dal Marocco, il 31 marzo 2019, sottolineò “che ci vogliono dei ponti e sentiamo dolore quando vediamo le persone che preferiscono costruire dei muri”, perché “coloro che costruiscono i muri finiranno prigionieri dei muri che hanno costruito. Invece quelli che costruiscono ponti, andranno tanto avanti”. “Il ponte è per la comunicazione umana”, disse, “invece i muri sono contro la comunicazione, sono per l’isolamento e quelli che li costruiscono diventeranno prigionieri”. “Una persona che pensa soltanto a fare muri”, disse perentoriamente di ritorno dal viaggio apostolico in Messico il 17 febbraio 2016 “e non a fare ponti, non è cristiana”. (cfr. Vaticannews)

Ricorrono in questi giorni i sessant’anni del Muro di Berlino, perché ricordarlo? Perché credo sia importante non perdere mai la memoria di quello che è accaduto se vogliamo andare avanti in modo diverso.

Stiamo assistendo in questi ultimi periodi a tante difficoltà che il mondo vive, difficoltà che la storia ci ricorda ci sono sempre state e che questo però non ci esonera a lavorare per la pace, la concordia, il bene comune, per una società libera si!, ma anche rispettosa di tutti, moderna, ma non a discapito di qualcuno, geniale che vada a costruire il bene senza deturpare il pianeta, senza avvilire le persone e i popoli.

Noi non siamo i padroni del mondo, ma i custodi e ognuno di razza, religione, fede, concezione politica differenti, su un punto dobbiamo ritrovarci, essere concordi sul costruire pace e rispetto, amore e collaborazione.

Ogni settore della vita dell’uomo è coinvolto e le istituzioni umane hanno lo scopo di guidare, proteggere, difendere, proporre soluzioni per una vita migliore e tutti siamo essere operatori, tutti dobbiamo portare il nostro contributo, ognuno con il suo specifico, con la sua personalità, con la sua professionalità, fede o pensiero, tutti senza sentirci migliori di altri, ma compagni di viaggio.

Ognuno ha da offrire qualche coso all’altro e nessuno è gendarme o padrone, ma tutti con il proprio servizio, capacità e impegno deve collaborare a questo.

@unavoce

 

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