Nel nome del Signore

 

“Fare presto. Fare tutto. Fare bene. Fare lietamente: ciò che ora Tu vuoi da me, anche se supera immensamente le mie forze e se mi chiede la vita. Finalmente, a quest’ultima ora” (cfr.Paolo VI, Pensiero alla morte)

Non pensiamo alla morte spesso, anzi quasi mai. Io in particolare pochissimo, ma in questi giorni la memoria di alcuni fratelli morti, che voglio ricordare, (il mio primo parroco don Vittorino, il primo parroco a cui ho fatto da viceparroco don Paolo, il Card. Noè amico e guida, don Adriano mio Rettore di seminario) che hanno significativamente segnato la mia vita sacerdotale, mi portano con il pensiero non solo a ricordarli nella preghiera e nella memoria, ma aiutato dal loro, a pensare all’incontro finale con il Cristo. Il pensiero va a loro e alla morte, termine ultimo del nostro cammino e la gioia della vita donata al Signore a servizio della Sua Chiesa, quella Chiesa che mi hanno insegnato ad amare e testimoniare.

Scopo della mia vita è servire la Chiesa nel suo nome e non nel mio o nostro, ma solo per Lui e con Lui, questo è lo scopo e il cammino personale di conversione quotidiana.

Le parole di San Paolo VI in una meditazione sulla morte, lettura fatta per fare memoria, mi portano a condividere con voi, su queste pagine, il pensiero e offrirlo ai lettori non per tristezza o ripensamenti, ma con gioia e serenità riconfermandoci suoi Figli e servitore di quella Chiesa di Cristo che amo e che cerco ogni giorno di servire con passione e dedizione.

Nessuno di noi conosce come terminerà questo cammino di vita, ma sono pronto o anzi non sarei pronto e avrei bisogno di mille vite per diventare pronto, ma spero nella misericordia del Signore e insieme alle tante mancanze, scorga le poche opere buone e ogni giorno rinnovo la mia vocazione davanti all’Eucarestia.

Amare la Chiesa, quella Chiesa oggi, ma come ieri, così contestata e in difficoltà. Si, amo quella Chiesa che mi parla di Dio, che mi avvicina ai fratelli. Amo la Chiesa pur riconoscendo i suoi limiti e i miei soprattutto e al dono del Sacerdozio che pur sapendo della mia fragilità, vivo con gioia. So, che solo amando profondamente, rimanendo fedele ad essa, il Signore compie miracoli.

Amare la Chiesa, i suoi papi, suoi vescovi, i suoi sacerdoti, riconoscere i limiti, lavorare per eliminare il male e scegliere il bene, rimanere, impegnarsi, lavorare e amare è la nostra vita, senza di essa non c’è salvezza. Amare la Chiesa, la sua Parola, la sua Liturgia, i suoi stili di vita e adorare Dio sempre è il cammino che insieme vogliamo vivere per raggiunger il Signore in Paradiso.

@unavoce

Foto di Copertina: Celebrazione Eucaristica alla Base Logistica Addestrativa dell’E.I. in Milano Marittima