… ad alta voce

 

Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare, trova un minuto per ridere. (Madre Teresa di Calcutta)

Ci sono periodi nella vita in cui eventi e situazioni ti portano con la mente a fare dei bilanci del cammino fatto. Per quanto mi riguarda, la mia giornata inizia presto e inizia con la preghiera, talvolta distratta, fatta per abitudine, ma fedele alle pratiche e all’impegno di stare con Gesù, riconoscendo la Sua amicizia, avendo la necessità di passare del tempo con Lui nel silenzio della chiesa e attraverso la liturgia delle ore, la meditazione, l’Adorazione, il Rosario e le altre partiche religiose e i Pii Esercizi come educato nel tempo, una necessità che mi carica e mi offre l’opportunità di fermarmi a pensare. So che il Vangelo e la fede se non hanno una conseguenza di gesti potrebbe sembrare ipocrita, ma sento il desiderio di pregare e di parlare con Cristo della vita e delle cose che accadono a me e attorno a me. Lettura, studio, riflessione, aiutano a preparare, evangelizzare e formare. La cura della predicazione e dei vari interventi, gli scritti per questo o quella situazione della vita dei fedeli che la Chiesa mi ha affidato e per i quali devo spendermi e non perdere nessuno è il mio lavoro, la mia vocazione, il mio impegno. Mi direte questo è il compito del prete, del consacrato, si!, è vero, ma è anche l’impegno di ogni credente e fedele, quello, cioè, di crescere nell’amicizia con Dio, trasformando i concetti in azioni e imitando i gesti e le parole, non solo come una mera ripetizione di cose e parole, ma come occasione di crescita personale per essere poi presenza di Dio nella vita delle persone che incontriamo o che ci vengono affidate e non solo nelle comunità cristiane o religiose di qualsiasi fede o confessione, ma nella vita di tutti i giorni. Dicevo, quindi, un bilancio, un esame di coscienza, una verifica attraverso la Direzione Spirituale, la Confessione, il confronto con la comunità in cui vivi e nella quale sei chiamato ad essere Pastore, superiore, collega … Una verifica onesta, sincera, dove non ci sono scuse per questo o quell’atteggiamento, ma vero nel dire a te stesso, davanti a Dio, e alle persone, la tua guida spirituale, gli amici …  i tuoi limiti, le tue mancanze, gli obiettivi non raggiunti, quelli prefissati … ma per tutto questo serve uno stile di vita raccolto, attento, vivo, senza demonizzare situazioni o cose e persone, ma vivendole tenendo presente il messaggio evangelico: Cristo, su questa terra, con la sua vita, ci ha dimostrato come una persona che si accorgeva, che portava pace e bene, che aiutava a ragionare, a fermarsi a  riflettere, ad aiutare. Questa, allora, è la vita del credente, di ogni persona e al di là della fede è l’impegno, o dovrebbe esserlo, di tutta l’umanità.

Vivere una vita onesta e dignitosa, senza penalizzare altri, ma aiutandoci a crescere. Ognuno fa le sue scelte, ha le sue occasioni e opportunità, ma Dio offre a tutti una vita per essere vissuta, non facciamoci ostacolo al progetto di Dio, né per noi né per gli altri. Per fare questo serve coltivare un cuore capace di amare e di essere amati, di discernere e capire, di conoscere, di studiare e di agire senza ritenersi i migliori, ma solo volenterosi a fare, a cambiare e ad educare. Vogliamo tutti un mondo migliore, ma siamo una umanità distratta, che non cerca Dio, che rifiuta la parte spirituale della vita e che nello stesso tempo ha un desiderio profondo di essa, di amore, di gentilezza, di bellezza, di onestà, di concordia, di accoglienza. Come siamo fatti male, nonostante la storia del pianeta ripetiamo sempre gli stessi errori, tutti e nessuno escluso, singoli e gruppi, istituzioni e comunità.

Parole vuote, forse le mie, pensieri detti ad alta voce, per me stesso, per condividere, per fermarsi a riflettere senza puntare il dito a questo a quello, ma guardando nel profondo di noi stessi.

Inizio la giornata con una verifica e la chiudo con un esame di coscienza, prego, studio, lavoro, sono presente, vivo … il più delle volte sbaglio modi e parole, momenti e occasioni e emerge il limite del mio carattere, della mia conoscenza, dei miei modi. Qualche volta riesco a superare difetti per essere vero strumento nelle mani di Dio, certo è che senza di Lui io non andrei da nessuna parte e il Signore scrive diritto anche sulle righe storte della mia vita. Un po’ di umiltà, di curiosità a capire e conoscere, a non arroccarsi nelle proprie idee, si possono anche cambiare, si può essere veri, autentici, fedeli, capaci di accorgerci e di non giudicare, di aiutare e non puntare il dito. Così cerco di vivere, facendomi aiutare da figure di persone più capaci, più mature, più grandi. Leggo e cerco di conoscere, vivo con umiltà la mia vita e ogni volta cerco di essere migliore di quello che sono. Preghiera, confronto, studio, lavoro, carità, umiltà, amore, sono la strada della vita serena, della vita con Dio, della vita tra di noi.

Nella nostra società il fatto di pensare è visto come una cosa scontata, ma in realtà i mass media influenzano il nostro modo di vedere le cose e cercano in ogni modo di farci vedere le cose da un solo punto di vista. È molto importante, quindi, pensare con la nostra testa. Solo così possiamo aspirare ad essere veramente liberi e a contribuire positivamente in ciò che chiamiamo progresso. Scrivevano due uomini che quanto a pensare non sono secondi a nessuno: Albert Einstein e Winston Churchill: “Il mondo così come l’abbiamo creato è un processo del nostro modo di pensare. Non può essere cambiato senza cambiare il nostro modo di pensare”. “Chi pensa positivo vede l’invisibile, sente l’intangibile e raggiunge l’impossibile”.

Lasciamoci, allora, educare dalle cose belle che accadono e che ci sono, fermiamoci davanti agli errori, confrontiamoci sulla vita e sulla fede con la Chiesa, con i suoi sacerdoti, impegniamoci nella vocazione che viviamo, impariamo ad essere onesti e leali, umili e impariamo soprattutto ad inginocchiarci e sapremo alzarci rinnovati, capaci e felici. Ogni giorno ci sono problemi, il mondo grida per questa o quella verità o libertà, per quella o questa mancanza e distrazione. Il male è presente nella nostra vita e si veste di situazioni che riteniamo belle, non lasciamoci abbagliare, ma capaci di distinguere e verificare: fai qualche cosa che ti piace, che ti costa fatica e che serva agli altri e allora, forse, ti accorgerai che Dio abita la vita, la tua vita ed è compagno di viaggio in questo mondo.

@unavoce

 

 

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