Vita e pensiero

 

“Padri, non irritate i vostri figliuoli, affinché non si scoraggino” (Colossesi 3,21)

 “E voi, padri, non provocate ad ira i vostri figliuoli, ma allevateli in disciplina e in ammonizione del Signore” (Efesini 6,4) 

“Nutre la mente soltanto ciò che la rallegra” (Confessioni, XIII, 27, 42)

 

“Tra le molte soluzioni possibili, rispondo dicendo che l’uomo è un essere che ha fame e sete di conoscenza. L’uomo vuole conoscere, brama ardentemente di conoscere, non può proprio fare a meno di conoscere, questa sua tensione è tanto essenziale al suo essere quanto il nutrimento lo è per il vigore del corpo…

“Nutre la mente soltanto ciò che la rallegra” (cfr. Confessioni, XIII, 27, 42): quest’espressione incisiva e sintetica, oserei addirittura dire fulminea, appare nel tredicesimo libro delle Confessioni di Agostino, libro interamente dedicato all’interpretazione spirituale della creazione. Il vescovo di Ippona non ha dubbi: nutre la nostra mente soltanto ciò che veramente e sostanzialmente la rallegra. In fondo questo significa conoscere: saziare il nostro desiderio di sapere attraverso ‘pietanze’ delicate, raffinate e al contempo gustose, insomma attraverso ‘cibi’ che siano in grado di ‘rallegrare’ il nostro palato suscitando nuove domande, aprendo a nuovi dubbi e orizzonti, provocando ad una ricerca sempre più critica e attenta…

Che cosa distingue dunque il modello dell’educazione da quello dell’istruzione? Il primo, mettendo al centro l’uomo, ha come scopo la trasmissione da parte di un maestro di un metodo, che, una volta appreso, possa consentire al discente di essere in grado in piena autonomia di approcciarsi ad ogni tipo di sapere; il secondo invece, mettendo al centro le informazioni da memorizzare, porta ad una ricezione passiva delle stesse tutt’altro che critica, favorendo il nozionismo e soprattutto lo specialismo disciplinare…

Ci accorgiamo allora che educare significa essere in grado di trasmettere a qualcuno, più che contenuti, un metodo di ricerca, ma questo implica la capacità di essere contagiosi. Il vero “magister” è quello che sa far appassionare gli alunni a ciò che insegna e che pertanto sa conferire loro la disposizione corretta mediante la quale approcciarsi al sapere. La conoscenza passa dunque in ultima analisi solo attraverso l’educazione e non l’istruzione. Solo così, ossia dopo essere stati contagiati dal metodo del maestro, è possibile per la nostra mente rallegrarsi, ovvero ‘divertirsi’ con il metodo appreso ad esplorare le infinite regioni della conoscenza, dando vita ad un sapere critico ed interdisciplinare…”. (cfr. educationaround)

Con questa premessa alla quale ti rimando per la lettura integrale credo possa esserti utile. Non tutti siamo chiamati ad istruire, ma tutti siamo chiamati ad educare, pertanto ognuno nel suo ruolo, con la sua vocazione, con la sua vita è chiamato a trasmettere qualche cosa e qui vorrei soffermarmi per riportare all’attenzione cosa trasmettiamo.

Come cristiani abbiamo l’impegno di trasmettere, attraverso la religione e la vita della Chiesa, quella che è la Fede in cui crediamo e trasmetterla calandola nella vita e con gli strumenti che l’umano ha, doni che Dio ci ha offerto.

Grazia, bellezza, morale, etica, capacità creativa, simpatia, allegria, serenità, intelligenza … e poteremmo continuare ma ognuno di noi ha la sua storia, la sua formazione e questo, in qualche modo, condiziona in un senso o nell’altro la vita nostra e di chi avviciniamo ed è proprio qui il punto, crearci un cuore capace di educare e per farlo dobbiamo lasciarci educare a nostra volta dalle cose e dalle persone che riteniamo adatte ad essere “magister” per noi e la nostra crescita, scegliendo con obiettività anche se c’è una componente di simpatia e di attrazione, alla quale non possiamo venire meno e per la quale ognuno di noi deve applicarsi per essere capace di sorridere e gustare la bellezza e la ricchezza che sta attorno a noi, senza giudizi e pregiudizi ma scoprendo in ogni persona, dal ricco al povero, dal simpatico a quello meno gradevole, la presenza di un Dio che si fa compagno di viaggio e Lui è e diventa per noi il vero Educatore capace anche di istruire.

Educare con la nostra vita, quindi, con l’esempio, prima che con le parole, con l’impegno prima ancora della spiegazione, con la vita prima della teoria.

Fatti educatore in questa ottica nel vivere quotidiano, cerca educatori che sappiano tramettere vitalità, serenità, serietà e la vita avrà il sapore di Cristo. Fatti educare dalla Sua vita dalla Sua Parola viva, dal Suo esempio.

Per arrivare a questo serve impegno, entusiasmo, capacità di fermarsi a riflettere e stupirsi, accorgersi e vedere, cogliere l’attimo che passa, scorgere nel volto e negli avvenimenti di tutti i giorni una bellezza antica e sempre nuova, un cuore capace di amare e appassionarsi alle cose della vita per arrivare e scegliere ciò che è bene e educa, ciò che è buona e fa crescere.

Il tuo pensiero sia limpido e cristallino come l’acqua della sorgente, leggero come l’aria, profumato come un giglio, allegro e ridente come un bimbo coccolato dai genitori. La gioia del tuo cuore sarà la prima educazione per te e per chi incontri.

Non rimproveriamo educando, ma educhiamo incoraggiando. Giustizia e verità sempre, ma con quella ferma carità di un padre. Si educa ad ogni età, si è educati in ogni stagione della vita, non fermarti, guarda sempre la meta e cammina con serenità.

A questo punto, allora, la scuola è fondamentale per essere liberi, veri, autentici e i nostri militari, alle scuole, si formano per avere un cuore di pace, una braccio di accoglienza, un piede per servire.

@unavoce

 

Foto di Copertina: “Il Vespucci” – Nave Scuola derlla Marina Militare, visita di una scolaresca a bordo