Amare la Chiesa

 

“Leggete Queste Pagine: Vi farà Bene!” (Papa Francesco)

“L’Eucarestia fa la Chiesa e la Chiesa fa l’Eucarestia” (H. de Lubac)

 

In questi giorni nel Quaderno 4114 pag. 319 -332, Anno 2021 Volume IV della Rivista “La Civiltà Cattolica” una riflessione del Gesuita Diego Fares, su “Contro il trionfalismo e la mondanità spirituale”, che vi invito a leggere o acquistare sul sito mi ha aiutato a riflettere sul nostro modo di vivere la spiritualità cristiana all’interno della Chiesa. L’Autore cita il padre de Lubac nel suo libro “Meditazione sulla Chiesa” e coì sono andato a rileggere il bellissimo testo e navigando in rete ho trovato un consiglio di lettura che il Papa suggerì nell’incontro con i seminaristi della Lombardia nel 2018.

Credo possa essere una lettura che può aiutare non solo i seminaristi, i sacerdoti o i consacrati ma una meditazione utile per ogni cristiano, pertanto vi rimando al sito dove sono raccolte queste due meditazioni. La prima di Henry de Lubac, MEDITAZIONE SULLA CHIESA al Capitolo ottavo “Le nostre tentazioni nei confronti della Chiesa” e quella di Romano Guardini, LA CONOSCENZA DELLA FEDE al Capitolo secondo “La pazienza di Dio”.

“Quante tentazioni proviamo verso questa Madre che dovremmo soltanto amare! Tentazioni violente, ma chiare. Ma anche tentazioni oscure, più insidiose. Tentazioni di sempre e tentazioni più specifiche del nostro tempo. Sono troppo diverse, spesso addirittura contraddittorie, perché ognuno di noi possa credersi al sicuro dalla loro minaccia. Non mancheranno mai coloro che sono pronti ad identificare così perfettamente la loro causa con quella della Chiesa, da finire per ridurre in buona fede la causa della Chiesa alla loro. Non immaginano neppure che per essere servi veramente fedeli dovrebbero mortificare parecchie cose in sé stessi. Vogliono servire la Chiesa, ma intanto la mettono al loro servizio. Passaggio dialettico», rovesciamento dal pro al contro, tanto agevole quanto inavvertito. La Chiesa in pratica è per essi un certo ordine di cose col quale si sono familiarizzati e di cui vivono un dato tipo di civiltà, un certo numero di principi, un determinato complesso di valori che la sua influenza ha più o meno cristianizzati ma che, in gran parte, continuano a rimanere umani. Tutto ciò che turba quest’ordine o compromette questo equilibrio, tutto ciò che li preoccupa o più semplicemente li stupisce è ai loro occhi un attentato contro l’istituzione divina…” (cfr. H.de Lubac)

“Quando si tratta di Dio, noi parliamo perlopiù dei suoi attributi, del fatto che Egli sia santo, buono, giusto, onnipotente e onnisciente. Ma quando si tratta delle proprietà di Dio, le cose diventano più complesse. Le proprietà di un uomo possono essere più o meno strettamente legate al loro portatore, ma mai a tal punto da essere una cosa sola con lui. Può perderle, rimanendo tuttavia se stesso. Un uomo può essere fiducioso e aperto, ma poi, a causa di una delusione di qualsiasi genere, può diventare sospettoso e chiuso; tuttavia, egli rimane se stesso. Questo poter essere diversamente rende la vita difficile, non si può mai diventare un’altra persona e, al contempo, si deve permanere in questa condizione mutevole. Ma in Dio non è così. Se lo privassimo della Sua giustizia, non avremmo a che fare con un Dio ingiusto, ma con nessun Dio. L’uomo ha soltanto i suoi attributi; Dio è i Suoi attributi. Le Sue proprietà coincidono con il Suo stesso essere vivente. In ognuna di esse Egli si rivela sotto un particolare aspetto e, ultimamente, esse sono tutte una cosa sola. Noi non siamo in grado di comprendere questa unità, possiamo soltanto intuirla. Deve essere qualcosa di veramente grande il poter comprendere che la giustizia di Dio è soltanto bontà; tuttavia, questo significherebbe afferrare come tutti gli attributi di Dio consistano nella semplicità della Sua Essenza. Ma noi vogliamo riflettere su uno di questi attributi di Dio, che non si sente nominare frequentemente, la Sua pazienza …”. (cfr. R. Guardini)

Il cristiano di oggi, giovane o anziano, piccolo o grande, vede una Chiesa nella quale fatica a riconoscersi, per un motivo o per l’altro. Il Papa, da anni ormai, ci ha richiamato all’autenticità del Messaggio Evangelico da vivere in una Chiesa in uscita, ma talvolta fatichiamo.

Credo sia importante porci nella dimensione di ascolto vero, di coscienza critica, di attenzione del Magistero per non allontanarci dal cammino che Dio ha pensato per l’umanità, mandando il Suo Figlio Gesù.

Siamo alle porte dell’Avvento, penso che coltivare una coscienza attenta, pronta e capace di rinnovarsi, sia la strada dell’attesa ottimale per accogliere Gesù nella nostra vita, all’interno della vita della Chiesa dove tutti abitiamo, con ruoli diversi, ma tutti uniti attorno alla stessa tavola, quella dell’Eucarestia, vera fonte del nostro rinnovamento di vita, di fede e di pensiero che ci porterà ad agire in modo diverso, più aperto e allargato come Gesù ci ha insegnato.

La dimensione comunitaria dell’Eucarestia, ci pone nella dimensione delle braccia allargate che sanno accogliere senza pregiudizi tutti. Pertanto la nostra Messa non termina con la fine della celebrazione ma inizia con la nostra vita di fede, pertanto, la seconda meditazione ci accompagna a comprendere la fede per viverla. La Chiesa compie questa sintesi e in essa noi camminiamo e per essa noi lavoriamo e ci identifichiamo per servire i fratelli in questo mondo con tutti i suoi limiti e pregi essendo voce che sa riportare ai giusti equilibri il cammino dell’umanità alla luce della mente di Dio.

@unavoce

 

 

Foto di Copertina: Celebrazione nell’Area Sacra esterna la Parrocchia dei Militari “Madonna di Loreto”