San Giuseppe, uomo di periferia

 

Ieri, nell’udienza generale del mercoledì, Papa Francesco, si è fermato a parlare di San Giuseppe, come uomo di periferia, che ci insegna l’essenziale, mettendo in risalto la grande fiducia nella provvidenza di Dio. Ti invito a leggere il testo integrale della Catechesi del Papa.

Qui vorrei sottolineare uno degli aspetti che ha trattato il Pontefice, quello della scelta dei villaggi di periferia, così li ha definiti, dove Gesù è nato e cresciuto accanto a Maria e a Lui, il custode, il padre putativo, Giuseppe, uomo giusto, come lo definisce la Sacra Scrittura.

“Betlemme e Nazareth. Betlemme che significa “Casa del pane” in ebraico, mentre in arabo “Casa della carne”, “probabilmente per la grande quantità di greggi di pecore e capre presenti nella zona”. Alla luce della vicenda di Gesù, prosegue il Papa, “queste allusioni al pane e alla carne rimandano al mistero eucaristico: Gesù è il pane vivo disceso dal cielo”. E Betlemme, che il profeta Michea definisce “così piccola per essere tra i villaggi di Giuda” è scelta dal Figlio di Dio, con Nazareth come luogo della sua incarnazione, non Gerusalemme. “Due villaggi periferici, lontani dai clamori della cronaca e del potere del tempo”. Eppure Gerusalemme era la città amata dal Signore, la “città santa”, scelta da Dio per abitarvi. Ecco perché “la scelta di Betlemme e Nazareth ci dice che la periferia e la marginalità sono predilette da Dio”. (cfr. Papa Francesco, Udienza generale 17 novembre 2021)

Questo ci porta a riflettere sul significato della nascita di Gesù e sul perchè della Sua venuta in mezzo a noi e il Pontefice ci ha ricordato, che è quella di cerca i peccatori, chi fa il male e chi il male lo subisce.

“Non prendere sul serio questa realtà “equivale a non prendere sul serio il Vangelo e l’opera di Dio, che continua a manifestarsi nelle periferie geografiche ed esistenziali. In particolare, Gesù va a cercare i peccatori, entra nelle loro case, parla con loro, li chiama a conversione. Anche, Gesù è rimproverato per questo: “Ma guarda, questo Maestro – dicono i dottori della legge – mangia con i peccatori, si sporca. Va a cercare i peccatori che hanno fatto del male e va a cercare anche coloro che non hanno fatto del male ma lo hanno subìto, come i malati, gli affamati, i poveri, gli ultimi. Sempre Gesù va verso le periferie, verso le periferie. E questo ci deva dare tanta fiducia, no? Perché il Signore conosce le periferie del nostro cuore”. (cfr. Papa Francesco, Udienza generale 17 novembre 2021)

Questo ci pone in una verifica personale su come ognuno di noi, attraverso la sua vita, la sua vocazione, la sua professione, annuncia il Vangelo e ci ricorda che lo stile dell’annuncio deve partire dalle periferie.

“Egli ricorda a ciascuno di noi di dare importanza a ciò che gli altri scartano. In questo senso è davvero un maestro dell’essenziale: ci ricorda che ciò che davvero vale non attira la nostra attenzione, ma esige un paziente discernimento per essere scoperto e valorizzato. Chiediamo a lui di intercedere affinché tutta la Chiesa recuperi questo sguardo, questa capacità di discernere e valutare l’essenziale. Ripartiamo da Betlemme, ripartiamo da Nazareth”. (cfr. Papa Francesco, Udienza generale 17 novembre 2021)

Ora, il servizio in divisa dei nostri militari, può trovare nelle parole del Papa che ci ha presentato la figura di San Giuseppe in questa luce nuova, non solo un protettore ma un esempio di come agire, lavorare, servire le periferie del mondo, quelle periferie, dove gli impegni istituzionali porta questi uomni e donne a svolgere la loro professione.

Ha terminato l’udienza offrendo una preghiera a San Giuseppe, che vi riporto. Possa diventare, anche per noi, occasione di preghiera personale per riprendere fiato e continuare il sevizio in divisa e con le stellette sempre in modo autentico, serio e competente.

“San Giuseppe, tu che sempre ti sei fidato di Dio, e hai fatto le tue scelte guidato dalla sua provvidenza, insegnaci a non contare tanto sui nostri progetti, ma sul suo disegno d’amore. Tu che vieni dalle periferie, aiutaci a convertire il nostro sguardo e a preferire ciò che il mondo scarta e mette ai margini. Conforta chi si sente solo e sostieni chi si impegna in silenzio per difendere la vita e la dignità umana. Amen”. (cfr. Papa Francesco, Udienza generale 17 novembre 2021)

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