Fede compresa e vissuta

 

“Signore, mostraci il Padre e ci basta!” e Gesù risponde: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre.”

Seguendo il Viaggio del Santo Padre in Grecia e leggendo le cronache e i discorsi pronunciati, mi sono imbattuto in un articolo sulle sorgenti del dialogo che c’è tra il pensiero cristiano e la filosofia greca classica. Mi tornano alla mente, immediatamente, gli studi liceali e la lettura mi offre l’opportunità di proporvi questa semplice ma illuminate riflessione e da subito, per non perderci, vorrei sottolineare che ciò che li differenzia è l’amore.

L’uomo è tale non in quanto sa, ma in quanto è amato da Dio e allora potrà amare i fratelli. Questo il vero punto. Da qui parte la novità cristiana: l’amore vero, autentico, appassionato, libero, in dialogo, impegnato … per le persone in genere, i popoli, per i singoli e le coppie, per i consacrati e i laici … amare con il cuore di Dio, sapendo che prima di mare, noi siamo amati da Lui.

Vorrei introdurre questa semp0lice riflessione rimandandovi ai testi ascoltando prima l’inizio del Capitolo quattordici del Vangelo di Giovanni, dal versetto uno al quattordicesimo dove troveremo le parole che ci riporta nel testo sacro, illuminanti per tornare al tema principale che è conoscere o amare? Ma conoscere è amare, l’una muta l’altra e il Signore c’è l’ho ha detto con chiarezza. 

“Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: «Vado a prepararvi un posto»? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: «Mostraci il Padre»? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. (Gv 14, 1-14)

Ora, riprendendo dall’articolo, a cui vi rimando, apparso sul Sito della Santa Sede Vatican News, ci inoltriamo per comprendere meglio.

“Il concetto greco di paidèia (ovvero di educazione, di formazione) – in base al quale è la cultura il perno per elevare l’uomo oltre i propri bisogni biologici – è uno dei punti di partenza dell’incontro tra cristianesimo ed ellenismo. L’uomo che ha fede deve, in qualche modo, comprendere ciò in cui crede e questo esige per il credente un percorso di conoscenza. A differenza della paidèia presente nel mondo ellenico, nel cristianesimo però l’uomo è uomo non in quanto sa, ma in quanto ama e può amare perché prima è stato amato da Dio. È dunque l’amore il cardine per i cristiani ed è questo uno dei più grandi passi del cristianesimo oltre il pensiero classico greco… È così e aggiungerei che la cultura, dal punto di vista cristiano, si arricchisce di contenuti che le culture classiche non hanno. La parola cultura, letteralmente, significa “crescita”. Non a caso, con il termine agricoltura ci riferiamo alla coltura dei campi. Questo richiede una pazienza, una dedizione, una speranza e una costanza che sono tutte virtù cristiane. La cultura in senso ampio per il cristianesimo si adatta alla vita di ogni uomo: è cultura il cibo, il lavoro, il modo di vestire. Basterebbe pensare a San Paolo, l’uomo della cultura delle genti, del dialogo. Da qui la morale, il comportamento. Il cristianesimo dà una spinta incredibile perché di cultura vivono tutti gli uomini nella loro quotidianità, nei loro costumi, nel loro spirito di fede. E quindi, necessariamente, nel loro amore perché bisogna mettere attenzione e dedizione a tutto quello che si fa”. (cfr. R. Pezzimenti)

Conoscere la fede in cui crediamo allora sarà la strada per amare, per rispondere all’amore di Dio per noi. Questo è il cammino cristiano, questo l’impegno della presenza della Chiesa nel mondo e con il mondo.

“Rivolgendosi ai membri del Parlamento europeo, il 25 novembre del 2014, Papa Francesco indica proprio questa opera per descrivere la storia del Continente europeo, “fatta del continuo incontro tra cielo e terra. Uno dei più celebri affreschi di Raffaello che si trovano in Vaticano raffigura la cosiddetta Scuola di Atene. Al suo centro vi sono Platone e Aristotele. Il primo con il dito che punta verso l’alto, verso il mondo delle idee, potremmo dire verso il cielo; il secondo tende la mano in avanti, verso chi guarda, verso la terra, la realtà concreta. Mi pare un’immagine che ben descrive l’Europa e la sua storia, fatta del continuo incontro tra cielo e terra, dove il cielo indica l’apertura al trascendente, a Dio, che ha da sempre contraddistinto l’uomo europeo, e la terra rappresenta la sua capacità pratica e concreta di affrontare le situazioni e i problemi”. (cfr. Papa Francesco

Questo continuo incontro tra il cielo e la terra, tra il verticale e l’orizzontale, caratterizza l’umanità e la sua necessità di rivolgersi al trascendente. L’immagine che il Papa usa è calzante perché ognuno di noi sia spronato a questa continua ricerca a questo continuo cammino di formazione, unito all’amore, amare e conoscere. Conoscere, è amare! E per conoscere e amare Dio dobbiamo amarci tra di noi, questa è la carta vincente, questa la svolta che porterà il mondo in una nuova realtà, quella della pace universale.

@unavoce

 

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