Inadeguatezza

 

Non sentirsi adeguati è uno dei mali dei giovani e dei ragazzi di questo millennio che, sotto pressione da mille provocazioni rischiano, davanti ai problemi ordinari della vita, di cadere in una depressione che li annulla anziché farli reagire non facendoli sentire adeguati alla vita.

Il compito, di chi tra noi è genitore, educatore a qualsiasi livello è quello di accompagnare e quello di essere attenti per orientare, sorreggere e aiutare a crescere. 

Il primo step ovviamente è nella famiglia, nell’ambito in cui si cresce e vengono date le prime linnee guida per vivere, lì si forma il carattere. Il secondo step è la scuola dove le ansie da prestazione talvolta non aiutano. Il terzo step è l’inizio della vita dove si fanno le prime scelte, dove iniziano i primi amori e quindi i primi problemi che mandano profondamente in crisi, i primi confronti con la vita e soprattutto i primi fallimenti. Qui iniziano i problemi e dove, onestamente, ci accorgiamo che sono fragili e confusi. Obbligo e impegno nostro, quindi è quello di guidarli con cura, attenzione e responsabilità. 

La linea che credo possa aiutare, ovviamente come sempre non ci sono ricette sicure, guardando la vita e vivendo con loro per guardare in faccia i problemi prima di tutto è quella di affrontarli e non di scappare e guidarli ad analizzarli sotto differenti punti, assicurando che non saranno soli. Lasciarli senza confronto è rischioso, invece trovando l’occasione per confrontarsi liberamente abbiamo la possibilità di entrare in gioco per cerare quella fiducia necessaria affinché loro possano condividere e confidarci quali sono i disagi che creano malumore, stress, ansia e così poterli guidare a reagire in modo intelligente e sano.

La loro reazione principale è mollare, cadere in depressione, rinunciare … ma sappiamo che per superare tutto questo ci vuole costanza, che non è una delle qualità principali dell’età, pertanto bisogna spronarli a farlo nel modo giusto, con amore, pazienza e rispetto.

La vita può esser dura e confusa, ed è il tempo che si creano ide e convinzioni, si fanno progetti a lungo e medio termine, ma detto questo iniziano anche, come accennavamo, i primi problemi e l’innamoramento è il più diffuso e il più difficile perché distrae e deprime facendo trascurare tutti gli altri aspetti della vita, il secondo è che queste persone non trovano riferimenti onesti rischiano di seguire le soluzioni più facili e non quelle più giuste, terzo aiutarli a trovare la strada per il futuro e non è detto che il risultato sia immediato, quindi costanza nel perseguire gli obiettivi, ma tutto questo da soli non possono riuscirci a raggiungerlo, pertanto la famiglia è il primo riferimento, poi gli educatori e gli amici, quelli veri, altra problematica nel trovarli ovviamente, amici non interessati ma liberi e che credono nel rapporto onesto e sincero, solo così possono essere una vera ancora di salvezza, in una sinergia dove non si creano divari che potrebbero portare a maggiore confusione, ma strade per risolverli.

Pertanto, credo sia necessario, prima di tutto, orientare i giovani a crearsi dei riferimenti di confronto veri e non d’immagine, a trovare persone, anche fuori dal nucleo famigliare, serie che tengono alla loro realizzazione e non a interessi o ideologie fittizie e personali, creare spazi per l’impegno e il relax, il tempo libero e l’operatività che sia studio o lavoro, offrendo una visione onesta della vita e di come viverla in correttezza e impegno serio. Creare una mente libera, ma anche con i piedi per terra, offrire spunti di riflessione e confronto dove la persona forma le proprie idee senza condizionare, per quanto nel momento che il giovane trova un riferimento poi diventa difficile distoglierlo, quindi importante offrire uno spetro grande di visione della vita delle persone e delle varie problematiche. Aiutare a guardare ai propri limiti, ma anche sottolineare le capacità, educare a non buttarsi giù a credere che ce la si può fare con impegno e fatica ad ottenere i traguardi che ci si è prefissati. Sostenerli nelle loro avventure anche quelle che magari non condividiamo, ma rimanendo vicini senza invadere la loro voglia di sperimentare.

Lavoro non facile che è indispensabile se vogliamo educare persone capaci e realizziate, serene e  meno stressate da visioni negative della vita, della società e dai pensieri politici, religiosi o filosofici … che si fanno quotidianamente.

Il divertimento e la distrazione, così tanto cercata, tipica dell’età, deve essere educata a saperla vivere con intelligenza, non negarla. La severità gratuita non porta da nessun parte, per educare bisogna perdere tempo con loro, per guidare bisogna lasciarli fare e correggere pian piano non con autorità ma con autorevolezza dando fiducia, pretendendo onestà, sincerità e correttezza e offrendola a nostra volta.

@unavoce

 

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