Chi ti vuole aiutare

 

“Non escludere, i tuoi spazi sono gli spazi di chi condivide il cammino con te, di chi ti stima, di chi vuole il tuo bene. Non cadere nella trappola di star bene solo da solo”. (d.M.G.)

 

Non escludere dalla tua vita chi ti vuole aiutare, chi ti vuole bene perché sei in un momento difficile del tuo cammino perché la tua reazione è stare soli, non escludere o allontanare, anche involontariamente, perché la tua sofferenza ti porta ad isolarti a stare con te stesso. Imparare a stare soli non significa isolarsi.

Ognuno di noi ha bisogno di tempi di recupero dalle varie situazioni della vita, ognuno di noi ha bisogno dei suoi spazi per riflettere, per stare con se stessi, per meditare, ma nel fare questo non isolarti, perché così facendo allontani le persone che tengono a te, che vogliono il tuo bene, che ti sono vicine, che condividono il tuo cammino che sia la famiglia o gli amici, i colleghi di lavoro o altre figure importanti della tua vita.

La delusione, soprattutto, più di un diverbio, talvolta crea questa reazione e in noi nasce un disagio così forte che fatichiamo a confrontarci e a condividerlo, ma il silenzio che può essere un grande strumento di rigenerazione non deve essere solitario, si può essere insieme in silenzio dove la sola presenza rispettosa aiuta a riflettere e ad affrontare le problematiche. Isolarsi, stare da soli, chiudersi in se stessi, chiudersi in luoghi isolati, bui, silenziosi e solitari non aiuta il disagio, ma lo aumenta portando a non avere una chiara visione del problema che va affrontato, ma nei modi e tempi giusti, per superarlo, riconoscendo i propri errori e valutando quelli dell’altra parte, ma sapendo anche i propri pregi e quanto ognuno di noi vale.

Alcune situazioni della nostra vita in cui incappiamo, il più delle volte, le abbiamo create noi, altre ne sono una conseguenza, altre, errore di valutazione, altre ancora sono un concorso di elementi che portano a un disagio relazionale o di vita che a fatica riusciamo a superare. Queste situazioni o relazioni, la psicologia le definisce: tossiche, perché creano disagio e non serenità e quando ci s’incappa sono dure da curare e da eliminare.

“Può capitare di sentirsi incastrati in una relazione. Si sa da tempo che quel rapporto non funziona più, eppure si continua a portarlo avanti, con conseguenze disastrose per l’autostima e il benessere personale. Queste relazioni tossiche prosciugano le energie e fanno sentire senza via d’uscita. Risulta importante allora riconoscere i segnali di una relazione tossica e sapere come uscirne”. (cfr. psiche.santagostino)

Nella vita creiamo e abbiamo relazioni di mille tipi e qui non voglio affrontare il tema dal punto di vista tecnico, non sono qualificato, ma semplicemente di vita vissuta e di ascolto come educatore.

Una relazione tossica è quando ti crea ansia, quando non riesci a ragionare liberamente, quanto diventa un litigio continuo, quando non c’è chiarezza e fiducia … tutti questi elementi portano a creare tensioni. Si pensava che quella persona fosse la persona affine, giusta, amica … invece per differenti motivi e limiti, sia da una parte che dall’altra, sia per aspettative che per promesse, alla fine si rivela solo una ferita per entrambi e allora si entra in un circolo vizioso difficile da superare. 

Cosa fare? Prima di tutto rivedere i comportamenti passati e cosa si è detto o promesso, vedere il presente per quello che è, recuperare quegli aspetti che sono stati disattesi, riaprire il rapporto creando una cerchia di amicizie positive, fidarsi di chi ha dimostrato di esserci sempre nonostante tutto e alla fine chiedere aiuto con umiltà, senza sentirsi a disagio. Una strada, ovviamente, non facile da seguire, ma l’unica seria se si vuole superare il momento positivamente al di là del risultato che vorremmo. 

Quindi cari lettori, l’intento di queste mie parole, solo come suggerimento a chi cade in queste situazioni: non escludere mai le persone di cui sai che ti puoi fidare, perché pensi: loro capiranno, non capiranno si sentiranno tagliate fuori, non isolarti mai, perché pensi che solo stando con te stesso risolverai, non è così, accrescerai solo il disagio e i pensieri rischieranno di affollarsi e di aumentare l’ansia, il nervosismo o la delusione e la tristezza, vedendo tutto nero e arrecando tale situazione anche in chi ti stima e sa che puoi farcela, ma che da solo non andrai da nessuna parte.

Credere in se stessi, aumentare l’autostima sarà un elemento importante che da soli non si riesce a superare, ecco allora il ruolo di chi ti considera persona capace, hai solo bisogno di sapere che tutto si può risolvere con serenità, chiarezza, obiettività e umiltà se sappiamo rimetterci in cammino per uscire da una situazione di stallo come può essere questa esperienza, con l’aiuto e non con l’isolamento.

Non escludere, i tuoi spazi sono gli spazi di chi condivide il cammino con te, di chi ti stima, di chi vuole il tuo bene. Non cadere nella trappola di star bene solo da solo. 

@unavoce

 

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