Meditazione pasquale
Oggi vorrei offrirvi una semplice parola, fatta ad alta voce, con la mia povera fede e il desiderio di condividerla, con semplicità e onesta, leggendola nel cuore dell’uomo che vive ogni giorno, scendendo dal pulpito e camminando per strada insieme, da fratello.
La Pasqua ci porta alla realtà della vita, dalla Croce alla Risurrezione, dal calvario alla vita nuova, dalla gioia dell’ingresso in Gerusalemme, alla Cena con i suoi, al tradimento, alla morte e risurrezione e ora alle apparizioni, per iniziare una vita nuova e rinnovata.
In questo cammino, alcune figure, ci offrono uno spunto: le folle che da gioiose e festanti passano ad insulti e accuse, gli amici che da fedeli seguaci si fanno traditori e insicuri, le donne che non abbandonano, ma accompagnano e rimangono accanto sin sotto la croce e poi la mattina di pasqua corrono a servire e ad annunciare, la ritrovata fede di Pietro, la delusione di altri che tornano a casa ad Emmaus, o chi cerca continue conferme.
Ci vedo in tutto questo e in questi personaggi che il vangelo ci racconta, la vita di ognuno di noi e Gesù venendo in mezzo a noi ha fatto la stessa esperienza, “in tutto sime a noi eccetto il peccato” e con un cuore vero, una fede autentica in Dio Padre, una libertà e una carità unica, mi direte si!, vero, ma Lui è Dio, vero anche questo, ma Lui ci ha anche detto come incamminarci in questa via assicurandoci che non saremo rimasti soli, ma Lui sarà sempre con noi, “io sarò con voi sino alla fine del mondo”.
La fede è tutta qui, in un gioco assoluto di fiducia incondizionata contro ogni ragione, contro il fallimento delle nostre realtà, la fede è questo gioco continuo di saper mettere la vita nelle Sue mani come ha fatto Maria, dicendo ogni giorno il nostri SI. Belle parole, forse potreste dirmi, ma sono lo stile della vita cristiana che dovremmo tutti insieme vivere, se crediamo.
Credere non è sapere che Dio esiste, credere è sapere che Dio esiste e mi fido anche se non vedo, anche se non si realizzano le cose che chiedo, credere è affidarsi totalmente nelle Sue mani, come un bambino nelle braccia della madre, fede è continuare a camminare in quella direzione, fede è continuamente pregare perché ognuno di noi, il mondo intero, possa ritrovare la verità della vita stessa, superando egoismi e i sentimenti umani, elevandoli all’ennesima potenza, ricercandola nelle relazioni e nella vita, in se stessi, senza invide o gelosie, senza prepotenze e soprusi, senza pensare di essere migliori, ma solo volendo essere amici e compagni di viaggio, senza sotterfugi, senza interessi personali, senza mancare in onestà, ma essere persone capaci di andare “di buon mattino” e iniziare la vita, capaci di rimanere sotto le croci della vita, coraggiosi tanto da non tradire un amico, un amore, forti per non subire delusioni e scappare ad Emmaus o cercare conferme.
Difficile, in un mondo fatto di sola apparenza, di soli interessi, di soli egoismi, dove abbiamo perso la grandezza dell’ingegno, della cultura, della musica, dell’arte, … della bellezza, dove tutto quello che conta è possedere e apparire, senza guardarsi attorno e a spese di chiunque, per ottenere quello che pensiamo sia giusto per noi, senza rispetto, senza sentimenti autentici di durevolezza, come amore e amicizia, come fedeltà e impegno, come lavoro, valore, sacrificio e coraggio, sembrano ormai fuori moda e in questo, parlare di fede o religione, sembra ancora di più fuori posto, fuori tempo, superato. I limiti e gli errori della storia segnano il presente e condiziona il futuro e invece d’imparare a superarli diventano scusa per non fare, per non interrogarci, per andare in modo individualistico avanti. Vita di coppia inesistete, amicizie interessate, lavori precari, onesta discussa e ambigua, verità nascosta… e potremmo continuare.
Cosa fare in questo bailamme? Tornare ad essere noi stessi, a credere nelle nostre possibilità, a fidarci del Signore, a riprendere il cammino alla ricerca della vita bella e non della bella vita, superando le difficoltà e non fermandoci a lamentarci e basta, ma reagendo con coraggio e in modo positivo alla vita e alle cose, rimboccandoci le maniche, avendo uno sguardo ampio, alto, non chiuso e denigratorio, ma accogliente e dialogante.
Prendi il vangelo, leggilo pensando alla tua vita, parabole e fatti raccontati, detti e leggi che scoprirai, falle diventare la tua storia mettendoti come persona presente, nei luoghi e nei fatti, partecipe di questo viaggio con Gesù su quelle strade. Sono e saranno la tua strada, la tua vita. Tu chi sei? La folla che acclama o che insulta, colui che punta il dito e da un bacio per tradire o colui che rimane sotto la croce, colui che se ne va deluso, chi cerca continue conferme, o che di buon mattino si alza e va?
Rivediamo le priorità, rimettiamoci in gioco, scendiamo dai piedistalli che ci siamo costruiti e riprendiamoci la vita in mano, riaccendiamo i cervelli, usiamo le nostre belle l’intelligienze, l’ingegni che hanno fatto grande l’umanità, capaci di costruire, di inventare, di desiderare e organizzare la bellezza e la vita, lasciamo guerre e tensioni tra di noi, sarà l’inizio della vera Pace mondiale tra persone, tra popoli e nazioni, la pace del nostro cuore ci darà la forza di combattere quella delle più grandi potenze del mondo che hanno perso il senno e la realtà dell’essere per avere il potere e comandare, ma cosa dobbiamo comandare, “questa notte stesso ti sarà richiesta la tua vita”, scendiamo dai nostri piedistalli anche quelli dove viviamo noi, dove lavoriamo noi pensando di essere giudici e giuria, scendiamo e con umiltà viviamo le nostre vite, svolgiamo i nostri lavori e impariamo ad essere felci e non arrabbiati con il mondo intero pensando di essere noi, solo noi e unicamente noi nella ragione e nel giusto.
Questa è la Pasqua: fidarsi, esserci e rinnovarsi ogni giorno sapendo di non essere soli, Gesù rimane sulla strada di Emmaus con noi, rimane in ogni nostro vivere, ti sei accorto che era Lui accanto a te? «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». (Lc 24, 32-34)
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Foto di Copertina: Interno Chiesa Parrocchia dei Militari “Madonna di Loreto” – 15° Stormo