Educarsi per educare alla Pace
Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo (Matteo 13,44-52)
Nell’ambito della sezione “Azione Morale” di questo sito, oggi vi propongo questa riflessione con la speranza e almeno l’intento di creare attenzione e suggerire uno stile . Tante parole nelle nostre giornate e nelle nostre singole vite, parole, molte volte, vuote si susseguono in merito alla libertà, alla pace, alla giustizia, chi non soffre solitamente parla e così come chi non sa molte volte insegna. Dovremmo oltre ad aiutare, come e dove possiamo, imparare come e nei tempi che abbiamo, essere rispettosi e non sentenziare proclami, fare comizi con ideologie più o meno valide, dimenticando il passato, ma cercando di vivere con i piedi per terra e le idee chiare o almeno conoscere la storia attraverso un atteggiamento di umiltà e rispetto.
Sui social, ma non solo è triste vedere come tutti sanno tutto e hanno soluzioni a tutto. Un po’ di umiltà come dicevo, un po’ di conoscenza della storia, un po’ d’intelligenza che fa rispettare e non fare proclamai, un po’ di umanità e tutto senza dimenticare la nostra fede e i valori in cui crediamo.
In questi tempi, dove pandemia, guerra, crisi economica e altri guai sembra dirci che non c’è nulla di giusto o di giustificabile, dobbiamo fermarci a riflettere con saggezza. Uccidere un fratello non è mai giusto, ma anche difendere la propria terra, la propria libertà, i propri diritti è doveroso, quindi prima di puntare il dito e fare teorie bisognerebbe esserci in mezzo. Le idee chiare devono esserci, le teorie pure, ma poi c’è la vita di tutti i giorni, la realtà concreta con cui ti scontri e che vivi quotidianamente. Vogliamo la pace e puntiamo il dito e poi litighiamo con il vicino o con un parente, quindi che dire…
In un contesto, come quello attuale, tutti e tutto deve essere messo in gioco per trovare soluzioni e strade dignitose, per recuperare i valori che stiamo perdendo. La diplomazia deve fare la sua parte, ogni organizzazione deve portare il suo contributo, ogni persona deve dare il suo contributo dove e come può, ma con rispetto, senza puntare il dito. Le liti che finiscono in guerra non sono mai giuste e non c’è una parte che ha ragione e l’atra che ha torto, c’è chi inizia e chi si difende, c’è chi esagera e chi rivendica con il rischio di un circolo vizioso.
Manca la cosa fondamentale rispettare e amare, se ci fosse, allora, nessuno sulla terra litigherebbe e farebbe guerre, ma la natura umana è fragile è peccatrice e ha bisogno di una continua redenzione, di continui richiami, di profeti e testimoni che ci ricordino chi siamo, cosa facciamo e dove andiamo. E noi, oltre ad aiutare, dobbiamo pregare, rimettere in gioco la serietà della nostra fede, il nostro impegno concreto prima in casa nostra e poi per chi ha perso la luce, affinché ritorni a splendere per ritrovare armonia, pace, unita e serenità. Meno parole, più rispetto, meno ideologie e più voglia di amare e lavorare per un bene comune.
Con questi propositi e impegni oggi, vorrei soffermarmi con voi su un tema che sembra non essere importante e fuori luogo con la premessa fatta: il Galateo, il bon ton, i modi di convivenza, i comportamenti sociali, lo stile per vivere insieme, per ducarci ed educare alla pace partendo dalla vita quotidiana fatta di rispetto e bellezza, regole e convenzioni che ci permettono o ci permetterebbero di vivere una vita dignitosa e felice, affrontando problemi e difficoltà, con serietà e rispetto per vivere secondo il progetto di Dio su questa terra e non solo con i nostri progetti..
“Con galateo (identificato anche col sinonimo bon ton) si definisce l’insieme di norme comportamentali con cui si identifica la buona educazione: è un codice che stabilisce le aspettative del comportamento sociale, la norma convenzionale… In generale il galateo è un codice non scritto, anche se in alcuni casi può dar luogo a codificazioni scritte”. (cfr. wikipedia)
Con l’intento esposto in apertura sul significato del perché voglio trattare questo argomento, ora voglio sottolineare che ogni realtà, categoria di persone, ambienti di lavoro o di vita, ha i suoi codici, alcuni comuni e altri che si distinguono. Il mondo militare è uno di questi che ha i suoi codici di comportamento, alcuni scritti, altri tramandati, alcune tradizioni e alcune norme. Ne sottolineo alcune per sollecitare la vostra attenzione e capacità di rimettersi in gioco.
Nonostante la nostra società oggi viva d’immagine, sembra venire meno quell’eleganza di modi che ci distinguono da altri, non per il gusto di fare i diversi o per farsi notare, ma per il piacere di coltivare delle convenzioni che ci permettono di vivere meglio e nel rispetto reciproco, educandoci ed educando. Come dicevo ne elenco solo alcune per aiutare a essere attenti alle piccole cose della vita che da se stesse parlano di valori, passione e impegno.
Ora, se per un appuntamento galante o un incontro importante abbiano mille attenzioni per essere presi seriamente, così è nel vivere quotidiano, sia nelle relazioni che nello svago e nei vari impegni della nostra vita. Dall’abito al luogo, dalle parole ai modi, tutto è messo in gioco per ottenere il risultato che ci siamo prefissati. Dicevo, quindi, alcune sottolineature su alcuni momenti e linguaggi gestuali che viviamo quotidianamente:
Alzabandiera. E’ uno dei momenti topici della vita del militare e che sia all’interno di una cerimonia solenne o nella semplicità quotidiana, che siamo parte dello schieramento o spettatori di passaggio è richiesta la nostra attenzione con una formalità che viene dalle regole e dai regolamenti che non dobbiamo dimenticare e dall’attenzione e dall’educazione oltre che da regole talvolta non scritte, come il fermarsi, mettersi sull’attenti o scendere dalla macchina, se in divisa salutare alla visiera, ecc. questo se non partecipiamo in prima persona alla cerimonia sopra detta. Un esempio banale che rischiamo talvolta di non dare la giusta attenzione, ma è il cuore delle nostre giornate. In quella Bandiera che si alza c’è la nostra storia e il nostro presente che diventano lo stile del servizio e della vita stessa del militare.
Divisa, portata con dignità e in ordine, secondo i vari regolamenti interni, pulita, non strappata, portata con eleganza, senza ricriminare che me la devono, mi spetta, ecc. importante, soprattutto per chi più grande dare il buon esempio. In quella divisa la gente vede la nostra vocazione a servire la Patria e i valori in essa racchiusi.
Saluto, con la voce (senza strillare o gesticolare) e con la mano, militarmente. Salutare sempre e rispondere al saluto sempre, non solo è dovuto, ma è buona educazione e nel farlo guardarsi negli occhi, con la testa alta. La dignità sta nel dare e nel ricevere il saluto, quindi rispondere con altrettanta attenzione.
Puntualità, sembra scontata nel nostro ambiente, ma talvolta viene meno e non è un buon segno soprattutto dice superficialità e disattenzione, pertanto essere puntuali e precisi dice attenzione e serietà verso l’attività e le persone che la devono svolgere.
A tavola l’uso delle posate in modo corretto, la posizione della schiena non ricurva sul piatto, nel mangiare masticare o bere nel modo più elegante possibile e non entro qui nel merito, ma sappiamo cosa dobbiamo fare e comportarci e se fossimo a cena con la ragazza/o, o una persona che noi riteniamo importante come faremmo?
Quanto si esce in divisa, ma questo anche quando si vive un momento privato, personale, non dimenticare le regole della buona educazione, sempre dignità, non affetta pensandosi migliorino, superiori, ma persone che vogliono star bene e far star bene. C’è dignità ed eleganza anche nella semplicità e nella povertà, perché è la persona a fare la differenza, certo non vado a cena con i pantaloncini della palestra o in teatro o a ballare con la tuta da lavoro, ecc. ogni situazione richiede attenzione … non è importante questo, ma la sostanza, potreste dirmi, Si!, vero, ma non ci capiti mai che mancando di sostanza, rimaniamo pure in mutande con le idee e i valori, sarebbe un fallimento, non credete?
Mi direte che in un mondo con mille problemi, dal pianta all’emergenza sanitarie e umanitaria (mancanza cibo, acqua e medicine), dalla guerra alle migrazioni, tutto questo a che serve? L’abbiamo accennato in apertura e ora chiudendo questi piccoli pensieri ad alta voce, riprendo il motivo per cui ho pensato di condividerli con voi. Forse a nulla servono queste cose, ma sicuramente ci ricordano la dignità della vita, delle persone, sia la nostra che quella di chi incontriamo, certo per affrontare quello che abbiamo accennato non serve sapere come si sta a tavola, ma sicuramente essere attenti non ci imbruttirà e ci imporrà attenzione verso gli altri che è poi lo scopo ti tutto ciò: attenzione nella civiltà per costruire armonia, accoglienza, benessere. Educarci ad essere educati e professionisti, così si crea armonia in noi e attorno a noi ed e il primo passo per costruire e difendere la pace. Possiamo fare grandi discorsi, avere grandi idee, ma questo non deve farci dimenticare chi siano, cosa facciano e con chi viviamo. Libertà, verità, rispetto, accoglienza, giustizia, impegno … tutti valori che desideriamo e che pretendiamo giustamente e questi partono non dagli altri, ma da noi stessi e devono essere in noi per pretenderli dagli altri.
Quindi, a conclusione di questi pensieri – detti con semplicità e un filo di umorismo, per non offendere la sensibilità di nessuno e far comprendere quanto potrebbe essere bello vivere con queste attenzioni – forse ci aiuterebbero nelle nostre tristezze, nei nostri quotidiani problemi e difficoltà, ad avere una mente più libera, senza creare o cercare problemi, questi intanto arrivano da se.
Educato ed educa ad essere così, ti stupirai nello stupire, perché ti accorgerai del mondo che ti sta attorno e che riserva perle preziose per cui vale la pena vendere tutto per comperare il campo in cui sono nascoste.
Le parole del vangelo che ti lascio a conclusione ti diano l’energia emotiva e la forza di volontà per costruire in te la vera Pace che sei chiamato a vivere e difendere.
“Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».”. (Matteo 13,44-52)
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