Limite e fantasia
Uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all’istante, la donna cominciò a servirli. (Lc 4, 38-39)
Non si vive con la mente, ma con i sensi
La vita è sempre trionfo dell’improbabile e miracolo dell’imprevisto. (Henri de Lubac)
A tutti capita di aver fatto progetti e programmi e vederli saltare, ma noi vogliamo imparare ad affrontare qualsiasi problema senza che nulla possa abbatterci o fermarci, così vi propongo questo semplice invito a riflettere proposto dalla Newsletter di G. Papasidero.
Ora intuiamo subito che voler controllare ogni cosa è impossibile e se ci fissiamo diventa pure dannoso per noi e per chi ci sta attorno persone che amiamo e non controllare porta ad allontanare noi da no stessi e noi dagli altri.
“Voler controllare ogni cosa è una delle fantasie dei tempi correnti. La storia dell’uomo è una conquista progressiva sulle forze della natura. Dalle sue origini la specie umana ha fatto passi da gigante ed è riuscita a svelare gran parte dei misteri che la circondano. Viviamo in un’epoca frenetica. Tutto scorre ad un ritmo più veloce della nostra capacità di digerirlo. Non è strano, dunque, che la voglia di controllare ogni cosa sia comune. In noi si cela il desiderio di calpestare con forza la terra, di sentire che abbiamo in mano il timone della nostra vita”. (cfr.lamentemeravigliosa)
“Quando le cose proprio non vogliono andare come dovrebbero e ti ritrovi che tutti i tuoi progetti vanno in fumo? Che le cose che avevi immaginato non si realizzeranno come speravi? A quel punto, hai due possibilità secondo me, o accetti o rifiuti la realtà. Da un lato ti lamenti, ti arrabbi, inveisci contro la sfortuna, Dio, l’universo e stai male, “ed è naturale” mi dirai… le cose vanno male, i tuoi progetti sfumano e tu non puoi che stare male. L’alternativa è che accetti le cose così come sono e qui, in realtà, ci sono altre due possibilità secondo me, o accetti davvero, o subisci la realtà. La differenza? Se la subisci stai male. Anche se non sembra: delusione, rabbia, tristezza, amarezza, disperazione magari. Ci sono esattamente come quando rifiuti che le cose non siano andate come volevi ma… non si nota molto. Non ci sono urla, porte sbattute o “pugni sul tavolo”, ma stai comunque male, ma non si vede molto e sembra che tu abbia “accettato” la realtà, oppure puoi davvero accettarla questa realtà. E accettarla significa: Che non stai male anche se i tuoi progetti sono saltati (magari all’ultimo minuto). Che non ti lamenti ma pensi a cosa puoi fare di diverso adesso.Che cerchi soluzioni ai problemi che ti ritrovi davanti. Che vivi con serenità questi imprevisti (anche se non è andato nulla come avresti voluto). A me piace essere molto realista: la realtà è un dato di fatto, una cosa molto oggettiva. Che tu la rifiuti, o la subisci, o la accetti… lei non cambia. Se un tuo progetto salta, salta e basta. Prendila come vuoi, reagisci come ti pare, ma quel progetto è saltato comunque. Noi, in realtà, possiamo controllare poche cose. Ma quelle “poche” sono tutto ciò che conta”. (Cfr. scuoladiventarefelici)
Ci rimanda, così, a una vecchia newsletter che vale la pena leggere e alla quale ti rimando a mia volta per completezza del riferimento e della riflessione che ci viene proposta.
“Molte volte lottiamo contro noi stessi. I nostri pensieri fissano un contenuto, che poi ci sforziamo di sradicare. Non cerchiamo di comprenderlo, ma di combatterlo coscientemente il prima possibile. Proviamo, ad esempio, ansia, e cerchiamo subito di scacciare l’inquietudine affinché scompaia. Forse se adottassimo una posizione di accettazione ed osservazione, godremo di un panorama diverso. Imparare a percepirci, senza giudicarci, senza pensare, semplicemente contemplandoci… Non provare a controllare ogni cosa, ma permettere che tutto fluisca dentro e fuori. È questo il cammino che ci conduce a vivere in modo più genuino. Senza apprensioni. Da tutto questo sorgerà un nuovo modo di comprendere, che non si esprimere in maniera intellettuale, bensì vitale. Una forma di coscienza superiore che conduce verso l’equilibrio”. (cfr. lamentemeravigliosa)
Abbiamo capito che non possiamo controllare e che solo la mente possiamo gestire i nostri pensieri le nostre emozioni e con difficoltà anche questi, quindi controllare diventa veramente una fatica immane che ci asciuga pian paino come la gelosia l’invidia e altri limiti della nostra vita.
Pertanto se vogliamo essere veramente felci e vivere da persone serie integrate e protagoniste dobbiamo renderci contro del limite che abbiamo e fare le cose possibili ed educarci ed educare al rispetto, alla tolleranza, alla pazienza, ad accettare quello che non possiamo cambiare e cambiare quello che è possibile per noi per chi sta attorno a noi. Parte tutto dalla nostra testa dalla nostra mente. Educa il cuore e governerai la mente, ama e sarai libero, sii libero e amerai e non servirà il controllo e se i progetti saltano sarai capace di reagire in modo positivo e riprendere il cammino, cambiare direzione e continuare la tua storia la tua vita.
Inizia ed educare la tua vita partendo dalle piccole cose di tutti i giorni, se hai la mani di controllare e mail, social, il telefono, i messaggi … ogni secondo rallenta la presa, se sei abituato a fare sempre le stesse cose, la stessa strada gli stessi orai, cambia ritmo, cambia le tue abitudini, sii flessibile, accetta l’imprevisto di un impegno di una serata di un appuntamento e pian paino ti educherai a vivere in modo sano libero sereno aperto.
L’imprevedibile che fa bene abbiamo letto nel Vangelo di Luca citato in apertura, la suocera di Pietro li serve inizia a vivere contro ogni speranza, la cultura orientale che ci ricorda che si vive con i sensi e non co la mente ci ricorda che possiamo controllare i nostri pensieri e vivere da protagonisti la vita, e il Gesuita e teologo ci ricorda che la vita è sempre un miracolo comunque vada, ora chiudo con questi versi del noto poeta italiano che nelle sue parole ci fa scorgere la speranza e la grinta di saper affrontare ogni situazione perché anche in quelle impreviste c’è la gioia e la bellezza come per la suocera di Pietro del vangelo. Lasciati andare accetta l’imprevisto, vivi con fede e nella speranza e la vita sarà meravigliosa.
E ora che ne sarà del mio viaggio?
Troppo accuratamente l’ho studiato
senza saperne nulla.
Un imprevisto è la sola speranza.
Ma mi dicono ch’è una stoltezza dirselo.
(Eugenio Montale)
@unavoce
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