Essere DONO

incontri nell’ “aula virtuale”

 

Il cuore, non la ragione, sente Dio; ecco ciò che è la fede: Dio sensibile al cuore, non alla ragione. (Blaise Pascal)

A me non interessa chiedervi se siete o non siete credenti, vi chiedo però se siete credibili. È questo che un giorno Dio chiederà a ciascuno di noi. (don Andrea Gallo)

 

Abbiamo in questi mesi affrontato diversi temi del nostro vivere: sentimenti, emozioni, problemi, ansie e paure un cammino randomico senza un progetto preciso, che però ci facesse avvicinare a riflettere su alcune situazioni quotidiane che tutti pima o poi, viviamo o abbiamo vissuto, con l’impegno e con la speranza che le provocazioni siano servite, le abbiamo raccolte in “Spazio Giovani” e in “Azione Morale” come pagine dedicate alla formazione permanente, una formazione umana e cristiana nello stesso tempo.

Per essere veri e autentici cristiani bisogna essere veri e autentici uomini e donne e anche nel servizio specifico che svolgiamo l’aspetto umano unito a quello spirituale formano la colonna portante del nostro vivere.

Un “aula virtuale” di formazione e catechesi non solo pensata in questo momento di emergenza sanitaria, ma anche come nuova formula per avvicinare il più possibile tutti con linguaggi e modi differenti per cogliere l’attenzione. Una percentuale molto alta passiamo sui social e allora attraverso di esso, l’intento è quello di raggiungere il più possibile tutti senza escludere tralasciare nessuno.
Oggi, con un suggerimento sempre dalla Newselleter del sito diventare felci, vi propongo questo spunto di riflessione:

“quando impari a conoscere te stesso, a sapere cosa ti piace realmente, cosa scegli e perché è inevitabile portare questa tua esperienza alle persone che conosci, che incontri”, questo quindi lo scopo non solo per una crescita personale, ma anche per un impegno sociale di educazione e formazioni anche verso altri. (cfr. diventarefelici)

“ognuno di noi diventa un veicolo, uno strumento per trasmettere qualcosa di unico, in un modo unico, al mondo. Nella fase di confronto, in cui s’incontrano sogni e paure, entriamo nella “Zona Sacra” della persona, ed è lì che si capiscono molte cose. Molto spesso, alcuni sogni non vengono coltivati per paura: paura di non farcela, paura di essere giudicati, paura che non sia la strada giusta, paura di vivere di sogni infantili e nell’eterna attesa di qualcosa che non c’è, il tempo scorre… Allora mi chiedo: cosa ferma un uomo, una donna nel realizzare i propri sogni? Si, la paura, vero, ma di cosa? Molto spesso influisce il condizionamento sociale”. (cfr. diventarefelici)

Ci lasciamo condizionare da cose pensano gli altri o da cosa fanno gli altri, perdendo noi stessi e i doni che il mondo potrebbe avere attraverso di noi, facendoci infelici perché non li abbiamo seguiti, non li abbiamo coltivati, non ci siamo dedicati e così non solo li abbiamo persi, ma ci siamo impoveriti e abbiamo impoverito il mondo.

Dio ha dato a tutti possibilità e capacità diverse si ma ognuno le deve riconoscere coltivare e usare. Cosa fare?

“Affronta le critiche e distingui quelle costruttive da quelle che non lo sono. Lavora sulle prime per migliorare e interroga prima di tutto te stesso.  Lavora, progetta, studia per il tuo sogno. Non chiederti se sei pronto per fare qualcosa. Se hai paura del cambiamento, vorresti avere le idee chiare sui passaggi, sulla soluzione di alcuni problemi, prendi una strada che ti cambia la vita (in meglio): Quella dentro te stesso; quella in cui diventi più forte di tutto… Che ti permette di affrontare la tua vita con coraggio, lucidità e fiducia qualunque scelta tu decidi di fare. E se avessi l’opportunità di donare qualcosa, cosa vorresti lasciare di te a questo mondo?” (cfr. diventarefelici)

Permettimi di riportare alla tua memoria questo brano del Vangelo di Matteo:

«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: «Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque». «Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone». Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: «Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due». «Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone». Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: «Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo». Il padrone gli rispose: «Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti». (Mt 25,14-30)

Però cari amici attenzione a non pensare che questo brano di vangelo voglia non è un ino alla meritocrazia, ma piuttosto “è una vera e propria contestazione verso il cristiano che sovente è tiepido, senza iniziativa, contento di quello che fa e opera, pauroso di fronte al cambiamento richiesto da nuove sfide o dalle mutate condizioni culturali della società”. (cfr. Monasterodibose)

Capite che allora che l’invito è alla vigilanza e alla fiducia in Dio. Non sprecare tempo nel guardare gli altri, nel giudicare gli altri, nel pretendere prima ancora di dare, segui i tuoi sogni impegnati dedicati ringrazia sii riconoscete di quello che hai lavoro per quello che vuoi ottenere fai del bene sempre e comunque non girati mai ma allunga la mano senza pretendere nulla sii forte e sappi che in te nella tua certezza interiore c’è la vera ricchezza, nel tuo cuore Dio ha depositato il prezioso olio dello Spirito, il soffio leggero, la fiammella che alimenta ricercala scoprila usa e sarai felici e realizzato.

Scoprire i tuoi doni usarli non solo sarai felice ma diventerai a tua volta dono per chi incontri e le tensioni della vita, ansie e paure, amori e problemi di relazioni … diminuiranno perché il tuo cuore sarà libero e la tua anima capace di vedere non solo con gli occhi. Se non sai qual’è il tuo dono, affidati al Signore e lasciati usare per quello che sei e per quello che hai, sarà Lui a scrivere diritto anche sulle righe storte della tua e della storia di tutti, solo fidati e magari rileggiti i doni dello Spirito Santo, potrebbero aiutarti a fare luce nel tuo cuore.

@unavoce

 

Foto di Copertina: fonte