Serietà di vita

 

Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? (Lc 6,40-41)

 

Anche quando avremo messo a posto tutte le regole, ne mancherà sempre una: quella che dall’interno della sua coscienza fa obbligo a ogni cittadino di regolarsi secondo le regole (Indro Montanelli)

 

Seguire le regole con intelligenza è l’impegno che ognuno di noi deve mettere nella sua vita, nelle relazioni, nella professione. Molto facile rispettarle o evaderle a nostro piacere, ma questo indica solo incapacità di affrontare le situazioni e gestirle, inadeguatezza nelle responsabilità e nei singoli impegni, pertanto conoscere le regole e saperle vivere è tutt’altra cosa. Non voglio qui fare un discorso sul senso e il significato, l’origine o altro, ma solo una riflessione estemporanea per ricordare a me e a voi l’importanza di essere persone serie, corrette, competenti e capaci.

Le regole servono per avere degli orientamenti, delle linee guida e vanno rispettate con intelligenza e se si decide di non farlo allora deve esserci una giusta motivazione non facendo figli e figliastri però, ma motivando ogni scelta sia verso l’altro che verso il basso, altrimenti è codardia, è abuso di potere, è incapacità a svolgere quell’incarico.

Vale molto nel mondo del lavoro, ma anche nella vita personale e di relazione, nel servizio pubblico, nella gestione di situazioni e fatti di ogni giorno. Non schiavi delle regole e neppure libertini in ogni occasione. Penso al ruolo di genitore, piuttosto che a quello di educatore che sia insegnate o altro.

Le regole sono qualche cosa, come dice l’origine del termine, che lega e nel legare non deve umiliare o tarpare la vita e le emozioni. Esse servono per guidare là dove c’è incertezza, servono per raggiungere degli obiettivi e ovviamente alcune regole possono subire cambiamento secondo il periodo storico, la situazione contingente ecc.

Ora, perché questo discorso? Perché credo che l’osservanza delle regole e la loro attuazione con la capacità personale e intelligente di usarle e viverle sia indispensabile per una presenza, un servizio, un lavoro, una vocazione vissuta nel modo corretto.

Come genitori o anche in altri ambiti è più semplice intimare un ordine piuttosto che spiegarlo e farlo comprendere pur sapendo che avrebbe un risultato migliore, pertanto conoscere le regole è fondamentale e rispettarle, soprattutto a chi deve essere di esempio, è indispensabile non si può predicare senza vivere.

Lo dico a me stesso come educatore, come predicatore, come uno che ha scelto una vocazione e una via che è piena di regole e che devono coincidere con le emozioni. Un cammino non sempre facile che però dobbiamo affrontare in modo intelligente e consono ricordando chi siamo, cosa facciamo e cosa dobbiamo fare. Lo dico a me prete, a ame militare, a voi genitori, militari, professionisti.

Un lavoro di squadra, obiettivi comuni senza sentirsi migliori di altri, ognuno secondo le proprie capacità, doti e qualifiche in un cammino comune che porterà frutti al gruppi, dignità alla persona, efficienza nel risolvere il problema o vivere una determinata situazione.

Pertanto, detto questo, ora, con quale faccia ti guardi la mattina allo specchio, sei consapevole dei tuoi pregi e dei tuoi limiti, puoi dire di aver fatto tutto in modo corretto, sai riconoscere i tuoi limiti ed errori, sei solo tu capace e gli altri tutti stupidi? Sono le domande che dobbiamo onestamente farci per essere persone serie e capaci e non solo chiacchieroni che puntano il dito, che scaricano a massa, che rimandano o che delegano, ma protagonisti della vita, ripeto, vale sul lavoro, ma vale anche nella vita privata, in famiglia, nei rapporti, nessuno ovviamente è perfetto, ma insieme rispettosi l’uno dell’altro, confrontandosi si cresce e si migliora e si cammina verso obiettivi comuni che rendono il mondo e la vita migliore.

“Che non accada invece che si facciano le regole per gli altri e delle eccezioni per sé stessi”.(Charles Lemesle)

Il Vangelo di Matteo al capitolo 12 nei versetti dal 1° all’8 ci suggerisce lo stile di Gesù nel rispettare le regole, non nel eluderle a piacere, ma nell’usarle con intelligenza. 

Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Possa la Parola del Signore illuminare il tuo cuore e ad aprire la tua mente a meglio vivere e servire.

@unavoce

 

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