Una festa difficile

 

Con la solennità della Pentecoste e questa semplice meditazione che segue, termina la proposta delle “Meditazioni Pasquali” che abbiamo voluto offrire in questi cinquanta giorni che ci hanno accompagnati da Pasqua ad oggi. Un periodo nel quale abbiamo voluto dedicare tempo alle varie riflessioni umane su di noi, il nostro cammino di crescita dando uno sguardo ai sentimenti, alle emozioni, alle varie problematiche e aspetti della vita che abbiamo raccolto nelle pagine “Spazio Giovani” e “Azione Morale”. Oggi, con questa meditazione di don Tonino Bello, vogliamo concludere questo viaggio per riprendere il cammino della nostra vita rinnovati e con la consapevolezza che Dio Padre che ci ha dato il Suo unico Figlio. Oggi non ce lo toglie, ma ci manda il Suo Spirito Santo perché ci accompagni nella vita, ci riscaldi il cuore, ci aiuti nel scegliere tra il bene e il male, ci ricorda che cammina con noi sempre. Il santo vescovo pugliese, di cui è iniziato il processo di canonizzazione, ci aiuta ad entrare nel mistero e comprenderlo con gli occhi semplici, ma dolci di un Padre che sa educare i suoi figli, sa guidarli alla comprensione della vita dello Spirito, del cammino cristiano.

«Sì la Pentecoste è una festa difficile. Ma non perché lo Spirito Santo, anche per molti battezzati e cresimati, è un illustre sconosciuto. È difficile perché provoca l’uomo a liberarsi dai suoi complessi. Tre soprattutto, che a me sembra di poter individuare così. 
Il complesso dell’ostrica. Siamo troppo attaccati allo scoglio. Alle nostre sicurezze. Alle lusinghe gratificanti del passato. Ci piace la tana. Ci attira l’intimità del nido. Ci terrorizza l’idea di rompere gli ormeggi, di spiegare le vele, di avventurarci sul mare aperto. (…) Lo Spirito Santo, invece, ci chiama alla novità, ci invita al cambio, ci stimola a ricrearci. 
C’è poi il complesso dell’una tantum. È difficile per noi rimanere sulla corda, camminare sui cornicioni, sottoporci alla conversione permanente. Amiamo pagare una volta per tutte. Preferiamo correre soltanto per un tratto di strada. Ma poi, appena trovata una piazzola libera, ci stabilizziamo nel ristagno delle nostre abitudini, dei nostri comodi. (…) Lo Spirito Santo, invece, ci chiama a lasciare il sedentarismo comodo dei nostri parcheggi, per metterci sulla strada subendone i pericoli. 
E c’è, infine, il complesso della serialità. Benché si dica il contrario, noi oggi amiamo le cose costruite in serie. Gli uomini fatti in serie. I gesti promossi in serie. (…) C’è un livellamento che fa paura. L’originalità insospettisce. L’estro provoca scetticismo. I colpi di genio intimoriscono. (…) Lo Spirito Santo, invece, ci chiama all’accettazione del pluralismo, al rispetto della molteplicità, al rifiuto degli integralismi, alla gioia di intravedere che lui unifica e compone le ricchezze della diversità. La Pentecoste vi metta nel cuore una grande nostalgia del futuro
».  (Cfr. Antonio Bello, Alla finestra la speranza. Lettere di un vescovo, Paoline, Cinisello Balsamo 1988

Tre vie ci suggerisce: cambiare, essere persone nuove a rimetterci in gioco, ci suggerisce di uscire dalle nostre comodità per essere capaci di riprendere il cammino e in fine ci suggerisce di essere capaci di apertura, di uscire dagli schemi mentali, di essere capaci di accoglienza. Mi sembrano parole profetiche visto che sono state scritte più di trent’anni fa, parole che oggi, ancora il Papa e i profeti contemporanei, ci ricordano, parole condivisibili non solo a livello religioso o cristiano cattolico, ma di ogni religione e pensiero, di ogni filosofia e stile di vita, parole che ci portano all’essenza della solennità che oggi noi celebriamo. Lo Spirito Santo che entra nella nostra vita offrendoci dei doni che ci permettono di vivere da cristiani e da uomini consapevoli e protagonisti della vita:

  1. Consiglio

E’ il primo dono dello Spirito Santo. Nella Bibbia indica il progetto di Dio su ogni persona. Questo dono aiuta a conoscere ciò che Lui si aspetta da ognuno. Ci facilita la vita mettendoci accanto persone di Sua fiducia (genitori, catechisti, amici, suore, Don…) che indicano la strada giusta da seguire. Lui si aspetta però anche che i ragazzi sappiano dare consigli ai compagni di viaggio con le parole e con i viaggi.

  1. Sapienza

Secondo la Bibbia è il secondo dono dello Spirito Santo. Serve a capire come funziona la vita e ad ordinare le cose secondo una classifica giusta riservando il primo posto a Dio. Spiega come le piccole  e grandi gioie aiutano a vivere meglio ma non durano per sempre. Per questo la persona saggia costruisce la casa sulla roccia e non sulla sabbia. La sapienza ti permette di vedere le cose con il Cuore stesso di Dio… Cioè come le comprende Lui.

  1. Fortezza

La Fortezza è il terzo dono dello Spirito Santo. Sostiene la resistenza contro ogni tentazione che porta al male e fa realizzare il bene. Aiuta a mantenere gli impegni presi nei confronti nella vita, di noi stessi e con Dio. Dà ai ragazzi energia sufficiente per non comportarsi da “pecoroni” che imitano i modi sbagliati dei prepotenti. Questo dono insegna loro a sostituire l’amore per la forza con la forza per l’amore.

  1. Intelletto

L’intelletto è il quarto dono dello Spirito Santo che fa riconoscere la presenza di Dio nei diversi episodi della giornata. Non si ferma al look, ma dà importanza a ciò che è ‘dentro’. La persona intelligente non dà peso all’apparenza, ai pettegolezzi, alla banalità: cerca invece la verità nelle persone e nelle parole che ascolta e che dice.

  1. Pietà

E’il quinto dono dello Spirito Santo. Aiuta a riconoscere Dio come un padre buono che pensa a tutti, con cui si può dialogare volentieri e si fa il possibile per accontentarLo. Uno dei modi più belli è di riconoscere tutti i Suoi figli come fratelli e sorelle. Se li amiamo, ha detto Gesù, si ama anche il Padre che è nei cieli.

  1. Timor di Dio

Il Timor di Dio è il sesto dono dello Spirito Santo e fa capire che Dio deve essere rispettato. Non è un Tipo suscettibile che spaventa e castiga, ma neppure Uno che può essere facilmente ingannato e raggirato. E’ il Dio Amore di cui bisogna parlare bene nei discorsi e nei fatti. Dio non vuole spaventare nessuno, vuole solo che noi ci assumiamo la nostra responsabilità, usiamo bene della nostra libertà aprendo a Lui il  nostro cuore.

  1. Scienza

E’ il settimo dono e nella Bibbia è sinonimo di conoscenza e di amore totale verso Dio. Se conosci Dio vedi le persone e le cose in ralazione con Lui. L’amore per le creature deriva dall’amore per il Creatore. Per questa ragione rispetta la natura, comprende gli altri e con essi cammina verso la felicità, verso l’Amore (con la A maiuscola) che è alla base di ogni amore. Questo è il vero “scienziato” che migliora la sua vita e quella degli altri”. (cfr. preghieracontinua) 

Possano i doni dello Spirito alimentare il nostro vivere quotidiano, ricordiamoli, leggiamo cerchiamo di comprendere, preghiamo e ci incammineremo sulla via che il Signore ha pensato per noi e sulla quale cammina con noi.

Buona Solennità di Pentecoste.

@unavoce

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