Intorno a noi

 

Ci sono quattro domande che contano nella vita:
Cosa è sacro?
Di cosa è fatto lo Spirito?
Per cosa vale la pena vivere?
Per cosa vale la pena morire?
La risposta ad ognuna è la stessa:
solo l’AMORE.
(Lord Byron)

 

Tutto intorno a noi è sacro, persone e cose, e nelle cose ci educhiamo alle persone. Viviamo le nostre vite, talvolta, in modo distratto o concentrati o solo su alcuni aspetti dimenticando la bellezza e la sacralità della nostra vita e del creato che ci circonda e che abitiamo. Usiamo delle cose e molte volte delle persone senza renderci conto della solennità dell’essere, della sacralità che c’è.

La vita verticale, spirituale, religiosa, comunque la vogliamo chiamare, quella vita che è alla ricerca del senso delle cose e non solo dell’aspetto materiale, rischia di perdersi, di essere accantonata, pensando che sia un qualche cosa di superfluo.

Una parola, nella cultura orientale, che ricorda questo aspetto della sacralità attorno a noi è: “Kami”. “Dal modo in cui i kami sono venerati in Giappone, si apprende la possibilità di una sacralità non invasiva, si impara ad avvertire lo spirito insito in ogni cosa. Sono interruttori per lo sguardo ed è rassicurante l’idea che tutto sia abitato dal divino, che nello sconosciuto che incrociamo per la strada, nello striminzito alberello sotto casa, nel ciottolo che facciamo rimbalzare sulla superficie di uno stagno, vi sia qualcosa di intangibile e inviolabile, qualcosa di sacro. Simone Weil scriveva in La persona e il sacro che «Colui agli occhi del quale importa soltanto lo sviluppo della persona ha perduto totalmente il senso stesso del sacro», come a ribadire che la persona va rispettata a prescindere da tutto. Che sia gradevole o sgradevole alla vista, che la sua intelligenza sia brillante oppure opaca, essa va considerata inviolabile. Ed ecco che coniugando il pensiero giapponese alla filosofia di una delle menti più illuminate della cultura europea del Novecento, si intuisce come il riguardo per il prossimo e per il mondo sensibile deve provenire dal fatto che dimori in entrambi qualcosa che possiamo definire «sacro», qualcosa che li pone nel nostro orizzonte e li rende a priori oggetto del nostro rispetto. Nella pratica questa consapevolezza si traduce nel trattare con cura l’ambiente in cui si vive, la casa, gli affetti, la propria famiglia, l’ambiente lavorativo, gli sconosciuti in cui ci imbattiamo, gli oggetti che usiamo, i luoghi in cui transitiamo”. (cfr. scuoladimeditazione)

Tutto intorno a noi è sacro, pertanto i gesti che compiamo, le parole che diciamo potremmo incanalarle in questa solennità di espressione e lasciarci stupire dalle cose che abbiamo. Il creato nei suoi colori e profumi, gli essere viventi, l’umanità fragile o in difficoltà, impegnata o distratta, sono quegli elementi della spiritualità che fanno sacra e bella la nostra esistenza. Dobbiamo reimparare a cercare non solo cose, ma il perché e il come viverle. Preoccupati di vivere rischiamo di sopravvivere perché attenti solo ad alcuni aspetti che ci sembrano importanti come se altri non lo fossero o fossero in una scala di valori differente.

La citazione riportata del “Kami” ci potrebbe far pensare che solo l’oriente abbia questa sensibilità, direi invece no, solo che noi l’abbiamo un po’ persa, dimenticata, accantonata e relegata solo ad alcuni aspetti.

Pertanto, ricercare la perfezione dei gesti, la bellezza, l’armonia del mondo è indispensabile per vivere e non rendere la vita solo un susseguirsi di cose da fare, ma momenti, attimi, azioni che parlano di noi, della grandezza che l’umano ha dentro il suo cuore e che se da una parte c’è Canino dall’altra c’è anche Abele e ognuno di noi si deve prendere cura del “fratello” indipendentemente dal colore, dalla cultura, dalla razza, dalla religione. Ama camminare uniti, come  ha ricordato di recentemente Papa Francesco: “una carovana di fratelli in cammino verso l’unità”, questa e la vita vera.

Riportiamo il “Sacro” nel quotidiano, riconosciamo la presenza spirituale della vita nella vita stessa, dai rapporti personali e interpersonali, dalle amicizie alla famiglia, dal lavoro al tempo libero, l’impegnomoci a trasformare i gesti in gesti unici e irripetibili, belli e accoglienti, rigeneranti e costruttivi … Appassioniamoci e innamoriamoci della vita e delle cose che in essa ci sono, è la via del sacro, una volta scoperto, vivilo ogni giorno.

@unavoce

 

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