La regola d’oro
Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti. (Matteo 7,7-12)
Impariamo a dire “Grazie,” a Dio, agli altri. Lo insegniamo ai bambini, ma poi lo dimentichiamo! (Papa Francesco)
Siamo capaci di dire Grazie? Quante volte non l’abbiamo fatto? Provate a fare una cosa che abitualmente viene fatta da uno della vostra famiglia, la mamma per esempio, scoprirete cose meravigliose. Ora, dite mai grazie per il pranzo preparato o i vestiti riordinati? Provate un giorno a fra trovare il pranzo pronto a vostra mamma alla vostra famiglia, vi sconvolgerà vi dirà Grazie. Si, perché ognuno di noi ha dei ruoli e dei compiti a cui dobbiamo attendere e non ci aspettiamo un grazie e questo vale in ogni campo della vita, ma quando si cambiano le prospettive allora riuscite a vedere le cose con occhi nuovi.
“Fa bene esprimere gratitudine, dire grazie alle persone che amiamo, a chi si spende per noi facendo bene il suo lavoro, a chi ci regala emozioni. Diversi studi di psicologia ci dicono che provare gratitudine, ma soprattutto saperla comunicare è uno dei segreti della felicità. Un grazie espresso con gesti o parole migliora la qualità della vita, ci fa sentire più vitali, felici, generosi, consapevoli e aperti alla vita”. (cfr. elle)
Noi diamo per scontato quello che gli altri fanno per noi. In casa, in famiglia questo aspetto è molto più evidente perché ognuno hai suoi compiti e i suoi ruoli, ma chi ha detto che sia la mamma a far da mangiare e il papà a fare altro o i figli, ogni persona è interconnessa con l’atra e la collaborazione e il sostegno è e deve essere reciproco, niente è dovuto e tutti sono partecipi del benessere di tutti. Se questo vale in casa, tra famigliari, non può non essere presente anche tra gli amici e i colleghi di lavoro, quante volte sento dire non è compito mio, non mi riguarda, questa cosa non spetta a me … ma a chi spetta raccogliere un pezzo di carta che sporca il posto dove viviamo? alla ditta delle pulizie, al collega … a questo a quello? Aspetta a me a te che te ne accorgi e far finta di non accorgersene, di non sapere, di non capire, non è intelligenza vorrebbe essere furbizia, ma ricorda una cosa che raccoglierai nella vita quello che seminerai e se la società sembra solo di chi sa gridare di più alla fine solo l’amore, la bontà e la gentilezza ci aiuteranno a vivere veramente felici.
Ora, se il vivere insieme prevede delle regole, la prima a cui tutti dobbiamo attendere e poco conta la morale o la religione, ma qui si tratta di la buona educazione, è collaborare e saper ringraziare, saper riconoscere l’impegno senza ostacolare senza denigrare, senza vedere il male e pensare male, ma insieme si costruisce una società migliore, un mondo migliore, partendo dalle piccole cose facendo, il bene sempre e comunque indipendentemente da quello che puoi ricevere.
Non fare solo cose che ti possono mettere in vista, fai tuto quello che è da fare per aiutare, per fare il tuo dovere, per collaborare, per rendere la vita felice il più possibile senza problemi a te e agli altri.
Ringrazia per quello che hai e per quello che ogni giorni trovi pronto per te, dalla colazione a casa al pranzo al lavoro, dalla strada pulita e i bodini vuoi del tuo palazzo, ai vesti lavati e pronti, a quello che te li vende a quello che ti prepara il banco con le verdure e la carne, al barista che ti prepara il caffè, alla persona che ti lascia attraversare la strada in sicurezza… sappi accorgerti, sappi ringraziare per tutto, impegnati a collaborare e a non pretendere, impara a vedere il bene e a non lamentarti sempre e senza far nulla e permetterti pure di giudicare e malignare sulle persone perché non ti piacciono, perché ti senti padre e padrone del mondo.
Impara a sorridere e ringraziare per un sorriso ricevuto, per una parola buona detta, per un gesto gentile, “fai agli altri quello che vorresti che gli altri che gli altri facessero a te”, non è una bella frase, sarebbe la vita e l’onesta di essa se fossimo capace di viverla tutti.
Di solito siamo bravi a notare le cose che non vanno bene, quelle che mancano, quello che ci da fastidio … prova a ribaltare la situazione, prova a fare un elenco delle persone che fanno qualche cosa per te, da quando scendi dal letto fino a sera, nel tuo vivere quotidiano, ti sorprenderai di quante cose vengono fatte per te e tu cosa fai per gli altri?
Osserva, accorgiti e vedrai per quante cose hai da dire grazie ogni giorno, dal dottore che ti cura, allo spazzino che tiene ordinata la tua via, dalla mamma che ti prepara il pranzo all’amico che ti sostiene … Non dire grazie solo quando ricevi un regalo o un grande dono, impara a dire grazie sempre di tutto e per tutto e a chiunque, non solo a chi ti torna comodo.
Esprimere gratitudine crea legami, aiuta il cuore e la mente, ci aiuta a vivere in modo pieno e felice, ci aiuterà a cogliere gli aspetti positivi della vita, crea legami più veri tra le persone, genera ottimismo ed elimina la lamentela continua.
Credo che con piccoli gesti di gentilezza, un sorriso e bontà d’animo, potremo vivere una vita migliore, dove il poco di cui ci lamentiamo diventa il tanto per saper dire grazie e vivere felici.
Le parole dell’Evangelista Matteo che vi ho riportato in apertura sia la preghiera e l’impegno di ogni giorno e la citazione dalla letteratura vi inviti a riflettere.
Mio gentile Antonio, altra risposta
Non posso darvi che “grazie”, e ancora “grazie”.
I buoni servigi sono spesso ripagati
Con questa moneta fuori corso, ma fossero
I miei beni saldi come la mia coscienza
otterreste una ricompensa migliore
(cfr. dal “Mercante di Venezia” di William Shakespeare)
@unavoce
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