Conoscenza, testimonianza e fraternità
“con la forza dello Spirito, che sempre dobbiamo invocare nella preghiera. (Papa Francesco)
Nel recente viaggio del santo Padre in Canada, nell’incontro con il clero tra le cose che ha sottolineato vorrei riportare uno dei pensieri che ha trattato, quello di reagire al pessimismo e risentimento: “è Gesù che risana i cuori e guarisce dalle ferite del passato, ma oggi c’è chi minaccia la gioia della fede e rischia di oscurarla. È la secolarizzazione, che da tempo ha trasformato lo stile di vita delle donne e degli uomini di oggi, lasciando Dio quasi sullo sfondo. Quasi scomparso all’orizzonte. Attenzione, però, perché quando osserviamo la cultura in cui siamo immersi, i suoi linguaggi e i suoi simboli, si rischia di restare prigionieri del pessimismo e del risentimento, lasciandoci andare a giudizi negativi o a inutili nostalgie. È tutta una questione di sguardi: da una parte, uno sguardo negativo; dall’altra, lo sguardo che discerne. Lo sguardo negativo nasce spesso da una fede che, sentendosi attaccata, si concepisce come una specie di ‘armatura’ per difendersi dal mondo… il mondo è cattivo, regna il peccato e rischia così di rivestirsi di uno spirito da crociata. Stiamo attenti a questo, perché non è cristiano, non è infatti il modo di fare di Dio… Il Signore, che detesta la mondanità, ha uno sguardo buono sul mondo. Pertanto se ci fermiamo a uno sguardo negativo, ci chiuderemo in noi stessi, piangeremo sulle nostre perdite, ci lamenteremocontinuamente e cadremo nella tristezza e nel pessimismo, che non vengono mai da Dio. Se cediamo allo sguardo negativo e giudichiamo in modo superficiale, rischiamo di far passare un messaggio sbagliato, come se dietro alla critica sulla secolarizzazione ci fosse da parte nostra la nostalgia di un mondo sacralizzato, di una società di altri tempi nella quale la Chiesa e i suoi ministri avevano più potere e rilevanza sociale. Questa è una prospettiva sbagliata”(cfr. Papa Francesco)
Un richiamo alla positività della vita, a uno stile differente non condizionato dove la nostra fede non è nascosta o messa in secondo piano ma alimentata e strumento per realizzare le nostre vite, le nostre singole vocazioni diventato veri protagonisti di essa e della storia, strumenti nelle mani di Dio per seminare il bene per portare speranza per dare coraggio e uno stile nuovo che poi è lo stile di Dio dall’origine del mondo, uno stile di amore di fratellanza di accoglienza di speranza di impego concreto non dando spazio a pettegolezzi e maldicenze ma nel costruire legai solidi duraturi nello stimarci e nel collaborare senza rimpianti o rivendicazioni ma con coraggio guardando il volto di Cristo nelle persone che incontriamo.
Il santo Padre suggerisce tre sfide per realizzare questo controcorrente di una secolarizzazione vuota: 1° “far conoscere Gesù” nei “deserti spirituali del nostro tempo, generati dal secolarismo e dall’indifferenza. Non si può comunicare la gioia della fede soltanto ripetendo alcune pratiche o replicando forme pastorali del passato: Occorre trovare vie nuove per annunciare il cuore del Vangelo a quanti non hanno ancora incontrato Cristo”, 2° “testimonianza” umile, mite, misericordiosa, che accompagna i processi, che lavora decisamente e serenamente all’inculturazione, che valorizza ognuno e ogni diversità culturale e religiosa. 3° “La fraternità”. Che significa nel concreto vivere una comunità cristiana che è “scuola di umanità”, di intrecciare legami anche “con chi non è ‘dei nostri’, con chi non crede, con chi ha tradizioni e usi diversi”. Quindi di “promuovere relazioni di fraternità con tutti, con i fratelli e le sorelle indigeni, con ogni sorella e fratello che incontriamo, perché nel volto di ognuno si riflette la presenza di Dio”. (cfr. Papa Francesco)
Ora, sulle parole del Papa, un impegno per tutti a vivere la nostra vita e i nostri singoli impegni con questi tre elementi da non dimenticare: far conoscere Gesù, testimoniarlo con la nostra vita attraverso la fraternità, facendo cadere pregiudizi e preconcetti, abitudini e luoghi comuni giudizi e pregiudizi ma con uno sguardo intelligente non arroccato su ideologie vuote o che danno credito solo alle nostre convinzioni o alle nostre comodità ma un’apertura a tutto campo per dare a tutti la possibilità di conoscere il vero volto di Cristo.
Chiediamo nella preghiera che lo Spirito Santo aumenti il nostro impegno, la nostra fede e la serenità della nostra vita. Solo attraverso una vita felice e serena potremo essere testimoni autentici dell’amore di Dio per il mondo e serenità e felicità si acquistano con e cito a mente le parole del Teologo riformato statunitense Reinhold Niebuhr:“la forza di cambiare le cose che possiamo cambiare, la pazienza di accettare le cose che non possiamo cambiare e l’intelligenza di saperle distinguere”.
Impariamo ad essere persone positive, piene di gioia e speranza al di la delle singole situazioni che ci accadono nella vita. Iniziamo le nostre giornate con un sorriso e ringraziando Dio di quello che abbiamo e non di ciò che vogliamo o di cui ci lamentiamo, sarà il buon inizio di un cammino nuovo.
@unavoce
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