“Ogni comunità parrocchiale è chiamata ad essere luogo privilegiato dell’ascolto e dell’annuncio del Vangelo; casa di preghiera raccolta intorno all’Eucarestia; vera scuola della comunione, dove l’ardore della carità prevalga sulla tentazione di una religiosità superficiale e arida.” (Cfr. Papa Francesco, Udienza ai partecipanti al Pellegrinaggio della Diocesi di Isernia-Venafro)

Come ogni anno, per avere un filo conduttore del nostro cammino cristiano ci diamo un tema che ci guidi e che quest’anno, come avete visto dalla lettera “Servire …”, sarà sulla famiglia in unità con l’Anno della Famiglia voluto dal Papa.

Una serie di articoli, che hanno lo scopo di disporci con animo grato a Dio a vivere questo tempo, sono già stati pubblicati e oggi questa mia “lettera aperta alla comunità” per prepararci sempre e meglio con cuore e animo ben disposti ad accogliere la voce del Signore. Inizieremo, come già vi ho annunciato, il prossimo 2 ottobre con il Pellegrinaggio a Camaldoli.

Con questa domenica, terminiamo le attività  del tempo estivo con le varie celebrazioni Domenicale e festive presso le Basi Logistiche Addestrative al mare e da domenica prossima, 18 settembre, faremo ritorno nella nostra Chiesa “Madonna di Loreto” presso il Villaggio Azzurro del 15° Stormo.

Dalla pagina degli avvisi potrete rimanere informati sempre sulle varie attività, oggi approfitto per ricordarvi, quanto già detto: il primo appuntamento comunitario, oltre la S. Messa Feriale che riprende il suo orario consueto, sarà l’Adorazione Eucaristica per la Pace in Ucraina.

Le parole del Papa che vi ho riportato in apertura e ora qui prima di continuare la lettura, orientano il nostro pensiero e il nostro desiderio di vita di comunità.

“Una persona che ama gli altri per la gioia stessa di amore è riflesso della Trinità. Una famiglia in cui ci si ama e ci si aiuta gli uni gli altri è un riflesso della Trinità. Una parrocchia in cui ci si vuole bene e si condividono i beni spirituali e materiali è un riflesso della Trinità.” (Cfr. Papa Francesco, l’Angelus in Piazza San Pietro)

@unavoce

Foto di Copertina: Chiesa Parrocchiale “Madonna di Loreto” – 15° Stormo

CRESCERE INSIEME PER CAMMINARE VERSO IL SIGNORE

Carissimi parrocchiani, nella festa del compleanno di Maria (e vi rimando a un articoletto/preghiera), vi voglio ricordare, affidandovi, come ogni giorno faccio nella mia preghiera personale, alla Sua protezione insieme alle vostre care famiglie vicine e lontane. Ormai siamo alle porte della ripresa delle varie attività, tra pochi giorni la scuola segnerà l’avvio dei ritmi ordinari, dopo il tempo estivo, pertanto invocando la protezione della Santa Vergine per ognuno di voi e la nostra Parrocchia, vi raggiungo con questo scritto a cuore aperto con l’intento di iniziare con rinnovate motivazioni il nostro percorso pastorale.

La prima disposizione d’animo che dobbiamo tener presente e che non possiamo in nessun modo dimenticare è che: amare significa donare senza aspettarsi nulla, (in casa, sul lavoro, con gli amici, nella vita in genere) altrimenti è un bisogno egoistico. Amiamo e lasciamoci amare, così come siamo, con pregi e difetti. L’impegno sarà di accantonare le nostre idee e metterci nelle mani del Signore con fede per vivere questa realtà seriamente e non quando ci fa comodo o ci conviene, quando dobbiamo fare un sacramento o una richiesta particolare, ma sempre. La serietà di ognuno di noi è nell’impegno costante.

Uno dei compiti del sacerdote non è solo servire la comunità a livello sacramentale e con iniziative e programmi, ma costruire la comunità, cosa ben più complessa, nei suoi rapporti interpersonali e nei suoi equilibri. Credo, allora, che prima di tutto si debba fare un’analisi personale, ed io per primo. Il compito del cappellano è creare questa unità, questa armonia per non far perdere di vista i valori per i quali si frequenta la parrocchia. Cosa che non sono ancora riuscito a fare ed ottenere e per il qual motivo mi esamino e prego perché ogni mia proposta, iniziativa o attività e anche i miei errori possano aiutarci a confrontarci e crescere. 

Non si frequenta la Parrocchia perché piace il prete, ma perché credo in Dio, ovviamente noi sacerdoti abbiamo maggiori responsabilità, dobbiamo essere attenti a ogni persona e a ogni sensibilità, però senza lasciarci condizionare, con la libertà che viene dal Vangelo e sapendo di essere uomini che possono sbagliare, anzi che sbagliano – per questo la comunità è importante – pertanto è indispensabile una serena sinergia tra prete e fedeli per camminare verso il Signore.

In una realtà complessa, variegata e mobile come può essere quella di una Parrocchia dai fedeli militari, come la nostra, che ha caratteristiche peculiari, questo elemento subisce alcune varianti che possono metterla a rischio. La vita gerarchizzata, dove ruoli e servizi sono legati al grado e alle rispettive responsabilità, si rischia di riportarli poi nella vita privata, con i limiti e le difficolta del lavoro che sono assorbite in famiglia e nella comunità stessa. Questo elemento, che potrebbe sembrare insignificante, è alla fine una difficoltà che porta in evidenza i limiti di ognuno di noi. Sarà importante allora riconfermare la propria fede, altrimenti il primo posto lo prenderanno le gelosie e le invidie, i confronti e i pettegolezzi e tutto questo non ci aiuterà.  

Per questo motivo il prossimo 2 ottobre, domenica, inizieremo il nostro Anno Pastorale a Camaldoli. La lettera che vi avevo già scritto dal titolo “Servire, nell’ amore per l’amore” sarà la guida per le varie attività dell’anno.

Abbiamo visto in questi anni la comunità crescere e diminuire, essere unita e divisa, solidale e fredda, con difficoltà di sintonia e di armonia. Basta sempre poco per scombinare gli equilibri. E’ necessario farsi un esame di coscienza per poi vivere la dimensione della correzione fraterna, del venirsi incontro, nel segnalare situazioni e disagi per perseguire il bene non solo privato ma della comunità stessa, senza creare distanza e malumore. Nessuno è perfetto e nessuno è arrivato, tutti in cammino e nel camminare si può cadere, importante è rialzarsi e ci si rialza solo insieme.

C’è bisogna, quindi, di ripartire riaffermando, prima di tutto, la fede in Dio e l’esigenza di viverla all’interno della Chiesa, al di là delle persone, superando i presunti o reali limiti che ci portano a non essere in serenità. Vado in chiesa perché credo in Dio e questo è il primo passo, poi devo condividere la fede con gli altri e pur comprendendo le differenti sensibilità o simpatie o antipatie questo non deve e non può distruggere la comunità, ma le diversità la deve arricchire. Nulla deve essere fatto per dividere o evidenziare, ci possono essere sbagli ed errori da parte mia o di altri, ma vanno recuperati e vanno vissuti come tali: errori e basta e offrire nuovamente spazi dove tutti possono trovare la loro strada, non diamo voce al male che si annida dentro di noi. Ripartiamo dalla serietà della fede, non la mia, la tua, ma la nostra fede condivisa, se così non è, non è cristianesimo, ma è altro. Non diamo spazio al male di entrare nel nostro cuore, nella nostra anima. Don Bosco diceva chi è felice e sereno tiene lontano il male e vive nella gioia.

Siamo comunità proprio perché abbiamo bisogno l’uno dell’altro per camminare insieme, per crescere insieme, per vivere il Vangelo insieme, da soli non ha senso nulla e non è Fede ma superstizione e saremo sempre infelici, tristi e arrabbiati. Se vogliamo veramente essere persone protagoniste della vita è ora di mettere un punto e di viverla con serenità.

Impariamo a stimarci e a volerci bene per quello che siamo e non per quello che vorremmo essere, sii tu per primo quello che desideri ricevere dall’altro. Amiamo e facciamo tutto, o quello che desideriamo, senza aspettarci nulla. Gareggiamo nello stimarci, nel sostenerci non nel parlar male, nel non considerarci, nel non frequentare, per questo o quel motivo … NO!, “gareggiate nello stimarvi” ci ricorda San Paolo nelle sue lettere.

In più modi ho cercato e cerco di evangelizzare, di dialogare, di parlare, di comunicare queste idee, perché tutti insieme possiamo appassionarci, stupirci, innamorarci del bello, della fede, di Cristo. Aiutiamoci!!! E’ il tempo di riprendere con quell’entusiasmo che sempre ci abbiamo messo in tutte le varie attività, dal coro ai lettori, dalle catechesi alle varie celebrazioni … L’obiettivo è comune, non dimentichiamolo! Lo Stormo, il comandante, la famiglia, gli amici … la parrocchia … sono gli elementi che tutti dobbiamo perseguire, ognuno con il suo ruolo, con le sue doti, le sue capacità, ma con tanta umiltà. Se non ti ritrovi o ti senti accusato, escluso, emarginato invece di allontanarti, fatti un esame di coscienza, confrontati, parlane. Trovare colpe su altri non aiuta, cerca piuttosto il tuo limite (ognuno di noi ne ha uno) e ricomincia tutto da capo, sarà la strada vincente. Dio è sull’Altare, noi siamo giù dai gradini per dire il nostro amore e lo si dice attraverso il nostro impegno costante.

Sperando che questa mia umile riflessione a cuore aperto ci aiuti tutti, vi saluto, vi benedico e vi aspetto affidandovi alla protezione della Beata Vergine Maria di Loreto, nostra celeste Patrona, Lei che in umiltà è rimasta accanto a Gesù, possa insegnarci lo stile di come vivere la nostra fede e la nostra vita in modo felice e da protagonisti.