Lasciare per lasciarsi in Dio
Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto. In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna». (Mt 19,27-29)
Smetti di lottare con la vita. Lasciati andare e lascia che il fiume ti porti a nuove avventure, a partire dal modo in cui sperimenti la vita. In questo modo è impossibile perdere. (Susan Jeffers)
Una riflessione umana e spirituale che oggi ci può aiutare a rivedere la nostra storia e il nostro cammino che desidero condividere con te. Lasciar andare il passato per saper accogliere il nuovo, uno sforzo non facile che richiede oltre l’attenzione umana quella spirituale, in un atteggiamento umile e disponibile della mente e del cuore. Un leggere le pagine della nostra vita con serenità e obiettività per comprendere che lasciar andare non è rinunciare ma crescere, non è superficialità, ma sarebbe egoismo se non siamo capaci di questo sforzo e di questa analisi seria. Se vogliamo crescere dobbiamo prima di tutto volerlo. Come cristiani, persone di fede l’atteggiamento che da subito dobbiamo avere nel cuore e nella mente è: lasciarsi andare in Dio, affidarci a Lui per ripercorrere la nostra strada e rinnovarla, imparare ad ascoltare con il cuore e farsi le domande giuste.
“Ho visto l’attaccamento, la sofferenza, ho toccato il mio cuore di pietra all’idea di lasciar andare. Si è rafforzato in me l’egoismo e mi sono aggrappata ad un ricordo in una maniera morbosa. Ho compreso nelle viscere della mia anima che più penso che lasciar andare voglia dire “rinunciare”, più questa scelta, questa azione, diventa tremendamente difficile, anzi, è come un fuoco che arde sempre di più. Ogni pezzo di legno che butto in questo fuoco, è come un ricordo a cui rinuncio ma me ne lego in maniera sempre più profonda allargando quella fiamma facendolo diventare incendio. Gli permetto di incenerire ogni cosa che sto costruendo, oggi, con estrema cura e dedizione, con tanto sforzo, amore. Allora ho capito: non è rinunciando che imparerò a lasciar andare, a ridimensionare quel fuoco che tiene caldo il mio cuore senza incenerire i meravigliosi paesaggi che costeggio ogni giorno con ogni mio respiro. Non è rinunciando ma è portandolo con me. Ho imparato nella mia vita che ogni esperienza che fai, ogni persona che incontri, nel bene o nel male, ti forgia sempre in qualcosa di nuovo. Divento qualcosa di nuovo nell’istante immediato in cui entro in contatto con lo sguardo, le parole, il pensiero, le condivisioni, le esperienze condivise con un’altra persona. Divento qualcosa di nuovo ogni volta che la vita mi mette davanti delle sfide importanti tanto a volte, da sentirmi rivoltata come un calzino per comprendere sempre meglio di quale tessuto sono fatta. Divento qualcosa di nuovo ogni volta che contemplo con stupore le cose semplici di ogni giorno: dalla musica che suona l’acqua della mia doccia, all’odore delle lenzuola pulite che mi ricordano le sensazioni della mia infanzia. Dal latte e caffè che bevo ogni mattina, all’abbaiare del mio cane quando vede o sente qualcosa di diverso. Ogni cosa è un dono. Cosa ne faccio di questi doni? Li posseggo, di fatto, imprigionandoli o li faccio vivere in me accrescendo sempre di più la gratitudine verso la vita? Ho sentito dentro di me che un peso dal cuore si toglieva nell’istante in cui ho compreso che non serve a nulla rinunciare. La vivrei come una privazione. Ho accolto ed ho scelto: porto con me chi sono, e ciò che sono perché è l’insieme di tutte le esperienze e gli incontri della mia vita. Ho compreso che niente va via se ciò che hai avuto in dono lo porti con te come tale. E questa certezza non te la può toccare o togliere nessuno. Ma appunto è un dono, non un possesso. Sono due cose molto diverse. Se penso al dono più grande che ho ricevuto, che è quello di vivere questa vita, posso scegliere per quanto tempo l’avrò? Ella mi insegna come vive l’acqua di un fiume, mentre ogni cosa scorre e si rinnova, mentre tanti ruscelli scorrono e concorrono a renderla tale. E ogni pietra al suo passaggio si leviga e diventa sempre più bella e lucente. Così è con gli eventi, le persone, le cose.Questo senso di leggerezza mi porta ora a dare le vere risposte alle mie domande a cui mi sono sottoposta all’inizio. Mi do il permesso di vivere pienamente ogni novità, ogni cambiamento, senza paure”. (cfr. Newsletter diventarefelici)
Ora gli studiosi ci indicano una via che vi propongo e vi rimando per una lettura integrale: “Lasciar andare richiede calma, apertura e disponibilità. Generalmente lasciare andare produce dentro di noi la paura per qualcosa che non conosciamo. Lasciare andare vuol dire anche fare spazio. Vorremmo qualcosa di nuovo, ma non abbiamo spazio interno, perché siamo aggrappati a quello che abbiamo. Per questo non riusciamo a lasciare andare. Tutto ciò che non è più utile, funzionale, che non ci fa bene, che è di ingombro, occupa solo spazio ed è fondamentale imparare a lasciarlo andare. Può capitare che ci ripetiamo che non ci riusciamo; ma qui entra in gioco la nostra volontà: lasciar andare richiede un atto di volontà da parte nostra (Cfr. relazioniamoci)
Comprendiamo quindi che il passato può creare una grande ombra sul nostro presente, può il nostro cammino essere pieno di sassi e se vogliamo proseguire in modo vero, autentico e sereno con una nota di felicità che ci viene dai doni che abbiamo, dobbiamo lasciar andare le cose e le persone, dobbiamo imparare a fare sempre un’autoanalisi del nostro vivere non cercando le ragioni dei nostri atteggiamenti per giustificarci ma con semplicità e umiltà per riconoscere quali sono i nostri limiti e questo per affrontarli e superarli. E’ doloroso rinunciare a cose certe e che crediamo che ci diano sicurezza. È difficile riconoscere di aver sbagliato e dover chiedere scusa, è difficile ricominciare è difficile cambiare direzione è difficile riconoscere quali sono i veri valori che contano più che quelli che ci fanno apparire e non essere, ma è il cammino umano e spirituale che dobbiamo compiere se volgiamo vivere una vita da veri protagonisti è l’impegno che dobbiamo metterci per affrontare tutto questo. Dipende da noi e non dagli altri cambiare, dipende da noi avere uno sguardo nuovo, diverso, completo, aperto, disponibile per lasciar andare e accogliere. Un lasciar andare che può essere cambiamento radicale, parziale o un semplice riprendere il cammino con uno spirto diverso, capace di sacrificio e impegno, capace di riconoscere gli errori per rialzarsi. Un lasciare andare per accogliere, questo non lo dobbiamo dimenticare altrimenti si cade ancora nello stesso errore. Lasciar andare quindi alla fine sembrerebbe perdere qualcosa, ma nella fede sappiamo che ci sarà restituito moltiplicato, pertanto la gioia con cui viviamo le nostre vite, le nostre fatiche e sacrifici, gioie e doni ci saranno restituite nella vita eterna. Questa è la nostra fede che non dobbiamo dimenticare, pertanto lasciare la presa da alcune cose per far spazio a Dio ci aiuterà a vivere le nostre vite, le nostre scelte, le nostre singole vocazioni in modo pieno e vero e così facendo le rinnoveremo e gli daremo nuova linfa per continuare il cammino verso Dio. Lasciamo l’umo vecchio per il nuovo, non tanto per cambiare e sentirsi liberi da impegni, ma per riprendere il cammino in modo nuovo, in modo vero.
@unavoce
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