La FOTO, il motivo della scelta:  

Elicottero del 15° Stormo

 

Uno scatto che più volte vediamo e che ritrae l’operatività degli uomini e delle donne dell’Aeronautica Militare impiegate a non lasciare soli nessuno a non dimenticare nessuno a intervenire e rispondere alle preghiere di aiuto delle persone in difficoltà. Uno quadro di vita vissuta, un’immagine di un Vangelo condiviso con la vita e nella vita.

 

FOTO: (cfr. motori360)

Militari uomini della solidarietà

 

“PENSIERI CON LE STELLETTE”

sul Vangelo della Domenica

 

XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Lc 17, 11-19

«Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

“L’evangelista Luca ci descrive le tappe finali del cammino di Gesù verso Gerusalemme. La Samaria è terra di infedeltà secondo il sentire di Israele, e Gesù la attraversa, non la evita per andare a Gerusalemme. “Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!»”. Non sappiamo nulla di questi uomini. Ne il loro nome, né la loro appartenenza, né come si sono ritrovati insieme. Sappiamo però che hanno trovato una solidarietà nella sofferenza. Questi uomini sono insieme e già questa è una buona notizia perché la particolarità della lebbra è proprio la costrizione alla solitudine. Se la sofferenza ci isola, questi uomini trovano un modo per solidarizzare tra di loro e soprattutto fanno qualcosa che è dirompente: pregano! Chi soffre, o prega o impreca, non esistono alternative, non si può rimanere indifferenti davanti al dolore: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!». E Gesù non rimane indifferente: “Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono sanati”. Se la preghiera serve a ottenere una grazia, allora la preghiera di questi uomini è un’ottima preghiera perché rende possibile l’impossibile. Ma il racconto non si conclude con quello che sembra essere il miracolo: “Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!»”. Solo quando la preghiera cambia me allora è una vera preghiera. Pensare che la preghiera sia solo ottenere qualcosa allora essa assomiglia ancora troppo alla preghiera pagana. È la gratitudine di quest’uomo che mostra la vera riuscita del miracolo. Eppure molto spesso noi corriamo dietro le grazie e ci dimentichiamo la conversione di gratitudine alla maniera di questo straniero”. (cfr. d.L.M. Epicoco)

Gesù non lascia indietro nessuno, il grido è ascoltato e la preghiera esaudita, ma la gratitudine non sempre ne è il risultato. Esperienza questa che i nostri cristiani in divisa vivono quotidianamente. Fare il proprio dovere, ascoltare il grido dei poveri, servirli e lasciarli proseguire il cammino senza chiedere nulla. La fede li anima e la solidarietà li muove a servire la pace e difenderla.

9.10.22XXVIIITO@unavoce