Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio (Colossesi 3,1)
“Un uomo senza etica è una bestia selvaggia che vaga libera in questo mondo.” (Albert Camus)
Parlare oggi di “etica” sembra di essere fuori tempo, non alla moda. La parola che prende le sue origini dal greco antico significa “carattere” e senza entrare nel dettaglio comprendiamo cosa intendevano i filosofi, pertanto da qui prendiamo oggi a riflettere sul come bisogna comportarsi, nel bene e per il bene nostro e degli altri, elemento che è indispensabile in qualsiasi ambito della vita dell’uomo.
L’etica è l’insieme di regole e valori che ci permettono di vivere e convivere nel rispetto reciproco e mai come oggi siamo spettatori e talvolta attori di valori disattesi non solo sullo scenario mondiale, ma anche personale. Venegono meno le fondamenta di una società costruita sul rispetto e la dignità e gridando diritti, abbiamo dimenticato i doveri. Importante credo, allora, sia recuperare il senso delle regole e dei valori condivisi e condivisibili alla luce del rispetto e della dignità, quindi parlare di etica significa parlare di vita e di professionalità. Ci sarà un etica in ogni ambito del vivere umano, in quella delle relazioni interpersonali, così come tra gli stati e le potenze, in famiglia così come sul lavoro e in ogni lavoro. Etica che non giustifica ogni azione, ma difende ogni gesto e valore che esso racchiude. Lavorare e vivere eticamente significa, pertanto, avere dei valori comuni in cui si crede, perseguirli e viverli in modo autentico e non solo quando ci fanno comodo.
Vivere eticamente significa saper fare delle scelte e perseguirle. Etica o morale, gli studiosi dividerebbero o farebbero delle sottolineature sui due termini (pur avendo la radice latina di “morale” lo stesso significato di quella greca di “etica”, in entrambi i casi la traduzione è “carattere”) non basta dire che una cosa è sbagliata ma bisogna spiegarla. Talvolta la troppa è la ricerca del perché che ci fa disattendere al valore che va difeso e servito, pertanto riscoprire in noi una morale che ci conduca a vivere eticamente credo sia la strada per essere persone vere e serie e non solo operatori del vivere, perché il rischio, altrimenti, è di giudicare invece che servire e difendere. Puntare il dito per giustificare azioni e pensieri che ci tengano sempre nel giusto senza problemi invece che nel vero e nel giusto per tutti.
Ora, da professionisti, da persone vere e autentiche che credono in valori come la Patria, la pace, il bene comune, la famiglia … Dio, credo sia importante recuperare questo senso etico del vivere, questo senso morale, religioso, (indipendentemente dalla singola fede), recuperare uno stile di vita che ci faccia riflettere sulle cose in modo non egoistico ma per il bene di tutti.
La situazione attuale sembra metterci in difensiva facendoci dimenticare il senso di responsabilità sui valori in cui crediamo e che difendiamo, ma senza il rispetto di queste ci porterebbe ad un’anarchia che metterebbe la società intera nel caos, cosa che molte volte vediamo e denunciamo in giro per il mondo e per il quale la nostra professione ci porta a servire proprio queste povertà.
Le regole servono per avere un linguaggio comune, per riassettare alcuni valori fondamentali che se non sono condivisi per uno spirito di libertà che riteniamo di avere, il diritto di non essere controllati, dall’altra però il rischio altrimenti di portarci ad un’anarchia del vivere impossibile in una società dove diversità e competenze devono invece arricchirci per essere migliori e non portarci a costruire torri dove isolarci.
Nella professione militare, pertanto, l’etica è alla base di ogni gesto, senza il quale non si possono ottenere i risultati. Eticamente le domande sono e potrebbero essere molte e molteplici e ognuno pensi agli scenari professionali nei quali si è trovato e si trova quotidianamente, alla luce del bene comune e del rispetto cosa e come muoversi, un bene comune e un rispetto da valutare in entrambi la parti e che va al di là delle intenzioni, capite che la risposta a chi aggredisce è forte, ovvio no?, ma il come, sarà determinate e qui non è una sottolineatura diplomatica, politica o strategica, ma sarà il senso etico con cui noi viviamo e lavoriamo. La pace è un bene comune indipendentemente, l’uomo e il rispetto di ogni vita è un bene comune, da qualsiasi angolazione lo guardiamo.
La necessità di questi pensieri per chi vive la professione/servizio militare è di non perdere di vista le povertà di oggi che conducono a non avere un’etica di vita e di aiutare a rispettare e recuperare le dignità perse di tutte le parti. Questo il compito primario del militare che nello specifico del settore in cui è specialista serve questi valori con professionalità e attraverso regole chiare nella mente e nel cuore.
Quindi vivere e lavorare con etica, eticamente significa avere uno sguardo a tutto campo che va al di là dei convincimenti personali, della fede personale, ma sta alla base della convivenza umana. Il valore, il bene comune e superiore è per tutti e va a tutti portato e ricordato.
Difronte a un fatto ordinario forse sarebbe più facile decidere con autorità, ma davanti a situazione al limite dove immaginino vi trovate molte volte o potreste trovarvi con la professione che svolgete, forse questo aspetto è meno evidente e se da una parte potrebbe mettere in crisi, dall’altra potrebbe giustificare, pertanto sarà importante riflettere in tempi sereni sulla vita e sui suoi valori per essere pronti nel dopo ad affrontare le emergenze.
“L’etica della Chiesa e dei credenti cattolici è ben riassunta da san Paolo: “Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria. Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria. Per queste cose viene l’ira di Dio [sui figli ribelli]” (Colossesi 3, 1-6). E’ dunque un’etica chiamata a costruire “le cose di lassù” già su questa terra attraverso un continuo esercizio di rimozione o di annientamento spirituale delle tante iniquità che sono o possono in ogni momento insorgere dentro ognuno di noi e che appartengono in generale alla complessiva realtà mondana segnata dal peccato”.(Cfr. vangeloedemocrazia)
Alla luce di quanto detto allora sarà importante educarci ogni giorno al rispetto delle regole, anche quelle che crediamo non necessarie, perché ci porteranno a rispettare le perone e i valori, per vivere in un modo più sicuro e dignitoso per tutti, senza giudizi e pregiudizi.
“L’etica si occupa di realtà concrete, a partire dalla concretezza dell’essere umano, dotato di una dimensione corporea e spirituale, e continuamente bisognoso del soccorso della comunità in cui vive. Come recita un sapiente adagio africano, per far nascere un bambino bastano un uomo e una donna, per farlo crescere ed educarlo occorre l’intero villaggio”. (Cfr. Avvenire)
Non abbiamo trattato questo difficile e delicato tema in chiave cattolica necessariamente ma come vedete il risultato è per un mondo che viva nella pace e nella fratellanza e non è poi il messaggio di Cristo? Senza regole, senza riferimenti chiari che ci permettano di vivere insieme nella giustizia e nella carità non si andrà da nessuna parte e non costruiremo nulla. Rimbocchiamoci le maniche a costruire il mondo che tutti desideriamo.
@unavoce
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