state buoni se potete

Parole di Qoèlet, figlio di Davide, re di Gerusalemme.
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,

vanità delle vanità, tutto è vanità.

Quale utilità ricava l’uomo da tutto l’affanno

per cui fatica sotto il sole? 
(Qoelet (Ecclesiaste) 1, 1-3) 

“Vivete con gioia e semplicità,
state buoni se potete…
Tutto il resto è vanità.” 
(dal Film “State buoni se potete” colonna sonora, Angelo Branduardi)

 

In questi giorni, leggendo uno spunto di riflessione da una newsletter, sono andato a rivedere un bel film: “State buoni se potete”, che racconta la storia di San Filippo Neri, padre degli oratori romani, l’oratorio inteso alla don Bosco, accanto e per i giovani. In questo film c’è una bella canzone, che fa da linea guida, dal titolo “tutto è vanità, di Branduardi è la frase cult del film che San Filippo dice ai bambini: “state buoni se potete”, ripresa nella canzone.Allora rileggendo le note dell’autore ve lo propongo, certo che possa aiutarci a riflettere.

“Tu pensi che un genitore dica ai figli: state buoni se potete? O gli dirà piuttosto di stare buoni e basta? Un segno di umiltà, per esempio, è la sottomissione. Essendo umile non pretendo di impormi e comandare, tutt’altro, sono disposto a ubbidire, per amore. Così quel film mi ha fatto riflettere su un aspetto spesso trascurato: voler imporre la nostra volontà sugli altri, pretendere che facciano come diciamo noi, che ubbidiscano a noi, è vanitoso. Perché è vanità considerarsi più importanti degli altri, al punto da poter esigere che loro vivano come pare meglio a noi. Io penso che la vanità, così come l’umiltà, non sia una questione di gesti. L’amore non è mai una questione di forma. Posso ubbidire con arroganza e vanità, senza darlo a vedere, o posso essere umile senza fare come dicono gli altri. Quel che conta è sempre il cuore, l’atteggiamento, l’intenzione. Io penso che sia vanità considerarci migliori degli altri, più degni di amore di loro, meritevoli dell’amore di Dio più delle altre persone che consideriamo cattive. Vanitoso è chiedere che la gente viva secondo i nostri gusti, perché significa che ci consideriamo più capaci di tutti a stabilire cosa è bene e cosa non lo è. Vanitoso è pensarci migliori per le tante cose superficiali in cui possiamo primeggiare se ci confrontiamo con gli altri: bellezza fisica, intelligenza, soldi, prestigio, ammirazione da parte degli altri, fama, potere, e molto altro. Allora tutto è vanità se lo viviamo come se fosse la prova della nostra superiorità. Non ha importanza se lo diamo a vedere, c’è Qualcuno che conosce il nostro cuore, qualunque sia l’immagine che diamo di noi”. (cfr. dalla Newsletter di Diventarefelici)

Alla luce di quanto detto credo che sia importante rivedere come noi viviamo questo sentimento della vanità nel nostro vivere e se siamo consapevoli dei nostri limiti, se sappiamo vedere la vita come un dono, sapendo ringraziare di quello che abbiamo e non sentendoci migliori degli altri ma ognuno con delle capacità e diversità che messe insieme arricchiscono noi e gli altri. L’autore conclude così: “tutto è vanità se non diamo tutto l’amore a Dio e non consideriamo dono ogni cosa nella nostra vita”. (cfr. o.c.)

Credo che possa essere una buon modo di leggere la nostra vita, riconoscere i doni ricevuti più che lamentarci per quelli che non abbiamo o crediamo di non avere, “se potete” allora fate la cosa giusta, vivete la vita ringraziando e mettendo Dio al primo posto.

La vanità, come la superbia, ci allontanano dalla vita e dalle persone pensandoci migliori e perdendo il senso della realtà e così facendo commettiamo errori su errori, roviniamo i rapporti e le nostre singole vocazioni. Recuperare il senso della realtà, scendere dai piedistalli che ci siamo costruiti, ci aiuterà ad essere migliori e capaci di amore vero e vita autentica.

@unavoce

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