«Non preoccupatevi per la vostra vita»

 

“Gesù sente i nostri problemi, sente le nostre debolezze, sente i nostri bisogni. Ecco la Provvidenza!” (Papa Francesco)

 

Talvolta mi piace rileggere o riascoltare – oggi vanno di moda i podcast e se letti bene sono un piacere per le orecchie e il cuore – i classici e in questi giorni mentre preparavo per l’Avvento e il prossimo Natale ho riascoltato i Promessi Sposi con un lettore suadente ed efficace che mi ha aiutato nella riflessione e nella preghiera e un’espressione mi ha colpito: la Provvidenza, così come quando all’epoca del liceo lessi e studiai il testo di Manzoni.

associata alla figura religiosa di Padre Cristoforo, che dopo aver parlato con Don Rodrigo pensa: “Ecco un filo, – pensava, – un filo che la provvidenza mi mette nelle mani. E in quella casa medesima! E senza ch’io sognassi neppure di cercarlo!” (cfr. Capitolo VI dei Promessi Sposi)

“don Abbondio, saputo che don Rodrigo era morto, rivolgendosi a Renzo e Lucia dice
“Ah! è morto dunque! è proprio andato! … Vedete, figliuoli, se la Provvidenza arriva alla fine certa gente. Sapete che l’è una gran cosa! un gran respiro per questo povero paese! che non ci si poteva vivere con colui.”
(cfr. Capitolo XXXVIII dei Promessi Sposi)

Ora, senza entrare in merito al testo letterario facendo una lezione, non ne sarei capace, ma prendendo spunto da questo, vorrei con voi soffermarmi sulla Provvidenza. Il Manzoni attraverso questo romanzo ci offre un assaggio della fede in essa, ma rileggiamo il testo del Catechismo della Chiesa Cattolica al riguardo: «Dio conserva e governa con la sua provvidenza tutto ciò che ha creato»…(302).  E continua: «La sollecitudine della divina Provvidenza è concreta e immediata; essa si prende cura di tutto, dalle più piccole cose fino ai grandi eventi del mondo e della storia». (303). Inoltre: «Cristo ci esorta all’abbandono filiale alla provvidenza del nostro Padre celeste» (322).

Provvidenza è fede, è abbandono, è fiducia, è affidamento. Vedendo alcune situazioni potrebbe sembrare che le parole del Signore, che ci chiede di fidarci, siano illusorie, invece la Provvidenza di Dio si identifica nella condivisione, riconoscendoci tutti figli dello stesso Padre e allora se figli e fratelli ci si aiuta senza ma e senza se.

“Gesù, dopo averci invitati a vivere senza preoccupazioni non potevano avere parole più chiare. «Cercate, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta». La prima cosa che devono cercare i seguaci del Giovane Rabbi di Nazaret è «il regno di Dio e la sua giustizia»; il resto viene dopo»Ciò significa che la fiducia nella provvidenza di Dio dobbiamo viverla come ricerca attiva della giustizia di Dio tra gli uomini. In tempi di crisi come quello attuale, tutti noi tendiamo a cercare con ansia quello che ci sembra urgente e vitale. L’avvertimento di Gesù: «Non potete servire Dio e la ricchezza» mette in guardia contro gli effetti disumanizzanti di una società in gran parte consumistica e frivola che può anche ridurre l’amicizia e l’amore a rapporti di interscambio interessati. Dio non può governare il mondo ed essere Padre di tutti senza chiedere giustizia per coloro che sono esclusi da una vita dignitosa. Chi pone al centro della propria esistenza unicamente i propri interessi materiali finirà per non conoscere l’amore. Mentre non c’è nulla di più importante e decisivo nella vita di un vero discepolo o nei progetti di una Chiesa fedeli al loro Signore.Questa è la chiamata e la sfida di Gesù: Non perdetevi d’animo. «Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?». Dio non si è dimenticato di voi. Cercate con fede di attuare la sua giustizia. Il resto verrà dato in aggiunta”. (cfr. Umanesimo Cristiano)

Impariamo a fidarci di Dio, della Sua Provvidenza, a metterci veramente nelle mani del Signore. Le situazioni della vita che si presentano a noi, dopo aver provato le strade possibili, dopo aver fatto quello che potevamo fare, alla fine l’atteggiamento del cristiano è quello di mettersi nelle sue mani e “sia fatta la Sua volontà”. Il nostro libero arbitrio non impedisce a Dio di starci vicino, di indicarci la strada, di sorreggerci e non ci abbandona. Questa è la nostra fede e questo è lo stile di vita che dobbiamo imparare. Vivere nella dimensione di Dio sarà il nostro cammino per essere veri cristiani autentici uomini che sanno essere felici della vita che gli è stata donata.

@unavoce

 

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