Salmo 121

 

Andremo con gioia alla casa del Signore (Salmo 121)

 

Il sentimento della gioia è uno di quelli che tutti vorremmo sempre che abitasse la nostra vita, ma la vita, talvolta, ci toglie il sorriso ma questa voglia dobbiamo coltivarla nella giusta direzione. Ci sono alcune cose e/o persone che ci danno gioia e talvolta nonostante questo ci perdiamo nei nostri pensieri, rattristandoci e non sapendo godere di quello che la Provvidenza ogni giorno ci offre.

La vera gioia è in Dio e se non ha come fine ultimo Lui e l’amore per Lui e da Lui verso i fratelli allora la nostra gioia è vana, è debole, è fragile basta un non nulla perché si trasformi in tristezza dando colpe alle situazioni, al destino, agli eventi, alle persone ma fondamentalmente la gioia la dobbiamo cercare in noi stessi, nelle realizzazioni delle nostre vite, delle nostre singole vocazioni e riporle in Dio.

La gioia di un vita insieme nel matrimonio o in un lavoro o in una relazione o in un impegno se non ha come finalità Dio, prima o poi, troverà dei sassi che diventeranno macigni, invece in Dio e solo in Lui ogni strada sarà spianata, ogni valle sarà colmata, ricordando il Profeta Isaia e ogni nostra vita con i suoi alti e bassi si potrà affrontare.

Il salmo 121 citato in apertura ci offre la giusta direzione e lo spirito con cui impostare il nostro cammino e le nostre scelte.

La lettera agli Ebrei, al capitolo 10 versetti 24 e 25, ci offre la prospettiva di questo nostro impegno che deve essere guidato dalla preghiera del salmista, quel salmo che i pii Israeliti recitavo salendo verso Gerusalemme per andare al Tempio, luogo dell’incontro con Dio.

“Facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci all’amore e alle buone opere, non abbandonando la nostra comune  adunanza come alcuni sono soliti fare ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno”. (Ebrei 10, 24-25) 

Possano essere anche per noi, la lettura, la preghiera, la meditazione delle parole del salmista occasione di speranza per realizzare la vera gioia, una gioia che si realizza prendendoci cura gli uni degli altri, gareggiando nello stimarci come ci ricorda San Paolo nella lettera ai Romani al capitolo 12, versetto 10: “amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda”, per essere braccio e mano di sostegno, spalla su cui accogliere le sofferenze, sguardo per dirigere il pensiero e la vita, mente per offrire parole di speranza e per condividere la vita.

Quale gioia, quando mi dissero: 
“Andremo alla casa del Signore!”.

Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte Gerusalemme!

Gerusalemme è costruita 

come città unita e compatta.

È là che salgono le tribù,

le tribù del Signore,

secondo la legge d’Israele,

per lodare il nome del Signore.

Là sono posti i troni del giudizio, 

i troni della casa di Davide.

Chiedete pace per Gerusalemme: 

vivano sicuri quelli che ti amano;

sia pace nelle tue mura, 

sicurezza nei tuoi palazzi.

Per i miei fratelli e i miei amici 

io dirò: “Su te sia pace!”.

Per la casa del Signore nostro Dio, 

chiederò per te il bene.

Riprendiamo il cammino e con occhi nuovi, con la gioia vera che vien da dentro, aiutiamoci così.

“Una tale gioia non si compra e non si vende, ma può solo essere liberamente elargita dal Signore, al quale la chiediamo, sicuri di essere ascoltati. Lo possiamo fare utilizzando questa bella preghiera di San Tommaso Moro: “Signore, donami una buona digestione e anche qualcosa da digerire. Donami la salute del corpo e il buon umore necessario per mantenerla. Donami, Signore, un’anima semplice che sappia far tesoro di tutto ciò che è buono e non si spaventi alla vista del male ma piuttosto trovi sempre il modo di rimetter le cose a posto. Dammi un’anima che non conosca la noia, i brontolamenti, i sospiri, i lamenti, e non permettere che mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo ingombrante che si chiama “io”. Dammi, Signore, il senso del buon umore. Concedimi la grazia di comprendere uno scherzo per scoprire nella vita un po’ di gioia e farne parte anche agli altri”. (Cfr. M. Cascone)

@unavoce

 

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