Un tale gli disse: “Signore, sono pochi i salvati?”. Ed egli disse loro: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché io vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, stando di fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: ‘Signore, aprici’, ma egli, rispondendo, vi dirà: ‘Io non so da dove venite’. (Luca 13,23-25)

 

La vita riserva sempre prove grandi, vuoi perché sei tu la causa, altre volte perché la vita e le situazioni di portano ad affrontarle. In questi giorni la lettura di una Newsletter del Sito Diventare Felici, mi ha suggerito questa chiacchierata con voi per educarci insieme ad avere sempre uno sguardo alto, attento, rivolto a Dio e non su noi stessi, perché solo in Lui c’è la realizzazione delle nostre vite, ma per raggiungere questa meta serve camminare e faticare e il più delle volte passare necessariamente per la porta stretta.

“A volte questa sfida si fa davvero ardua e molto impegnativa; pensi di aver raggiunto un risultato, di aver acquisito più sicurezza, invece, qualcosa non va secondo i piani. Anzi, alcune volte ti accorgi che pensavi di aver capito cosa fare in una determinata situazione, invece, il risultato ti dimostra che c’è ancora da imparare, da mettersi in discussione, ancora e ancora”. (cfr. newsletter diventare feici) 

Noi, chi più chi meno, per i diversi ruoli che abbiamo e il carattere personale, cerchiamo di rimanere solari il più delle volte, imperturbati davanti agli altri e non si pensa al duro lavoro che c’è stato dietro per essere autentici, di esempio, educanti, convinti sempre che l’esempio valga di più delle parole. Poi ti accorgi che davanti alle prove della vita l’impegno che tu ci hai messo, il lavoro che tu hai fatto, sfugge e questo vale per un genitore, ma anche per un insegnate, per un sacerdote chiamato a guidare una comunità, tra gli amici, … “È vero, non siamo responsabili al 100% della vita degli altri, ma la nostra presenza, il nostro modello, influenza gran parte delle scelte” di chi frequentiamo che siano i figli gli alunni, gli amici o la tua comunità. Quindi ti domandi: “Dove sto sbagliando? Cosa sto imparando da questo errore? Cosa posso fare per migliorare? ”. (cfr. o.c.)

La perfezione non esiste! E i sensi di colpa servono poco. C’è una frase del Vangelo in cui Paolo di Tarso dice: “Quando sono debole, è allora che sono forte”. “È quando mostriamo le nostre fragilità che diveniamo più forti”. (cfr. o.c.)

Forse dovremmo far comprendere il grande lavoro che ognuno di noi ci mette per arrivare a queste convinzioni, riconoscendo i propri limiti e le proprie doti per viverle con serenità e nella fede. Pertanto la nostra serenità o solarità non deve ingannare chi è in difficoltà, ma aiutarci ad aiutare, per comprendere che nessuno è sbagliato, ma tutti con impegno possono raggiungere un traguardo. Il nostro quotidiano lavoro, a qualsiasi livello, è quello di “mostrare la strada stretta che ho scelto e che a volte abbiamo dovuto affrontare per comprendere la sostanza pratica della vita …  Ecco, questo è quello che oggi voglio dire a te, se provi dolore, tristezza, angoscia, solitudine, rabbia, nulla di tutto questo è sbagliato, proprio nulla! A volte credo che la porta stretta sia necessaria. Non nascondiamoci dietro un ago dicendo che la strada per essere felici e vivere una vita piena sia una passeggiata tra le margherite. Certo, c’è anche quello, perché ogni passo in più che fai, è comprendere che si può andare avanti, che si può acquisire forza e fiducianella vita e verso noi stessi, ma è anche scegliere con una grande forza di volontà. Sarebbe uno spreco immane non cogliere anche quelle emozioni negative per andare “oltre”. (cfr. o.c.

Non aver paura di mostrati chi sei, capiranno la fatica e l’impegno che serve per essere quello che si è e meglio di quello che siamo. Scorgere le fragilità dei fratelli non ci fa migliori ma ci aiuta a crescere insieme, ad aiutarci, a sostenerci. Nessuno è maestro solo Dio è il vero ed unico Maestro, dai l’esempio prima di pretendere. Mi tornano alla mente le parole di Albert Camus:“Non camminare davanti a me, potrei non seguirti. Non camminare dietro di me, non saprei dove condurti. Cammina al mio fianco e saremo sempre amici.”

Cristo ci insegna questo: stare al fianco, essere presenti, non giudicare, educare con l’esempio. Le parole abbiamo in se la vita e la vita diventerà un’avventura meravigliosa nonostante le nostre paure, i nostri fallimenti, le nostre cadute, perché non sei solo, siamo insieme e camminiamo insieme. Nessuno è perfetto! 

@unavoce

 

Foto di Copertina: fonte