Il mondo con altri occhi

 

«La sapienza è vedere le cose con gli occhi di Dio, sentire con le orecchie di Dio, amare con il cuore di Dio, parlare con le parole di Dio, giudicare le cose con il giudizio di Dio». (Papa Francesco, Udienza generale 2014)

Stanchi tutti di sentire e vedere problemi, stanchi di notizi e polemiche su tutti i fronti, c’è desiderio di bene. Quanto sarebbe bello aprire un telegiornale solo con le notizie del bene che siamo riusciti a scambiarci a costruire, utopico? Si forse, ma da credente e uomo di fede e di speranza credo che sia possibile, se ognuno di noi fa la sua parte.

Sono consapevole che non è così semplice e semplicistico, i problemi nel mondo ci sono e rimangono, se al di là delle parole, non ci saranno azioni coerenti, se non spetteremo di predominare gli uni su gli altri e ci sono molti mondi per farlo bisognerebbe verificare ognuno nel suo e accorgersi che il rispetto, la dialogo e l’accoglienza sono alla base di una convivenza serena.

Lasciatemi sognare un cielo stellato dove i bambini possono sognare, i giovani innamorarsi, gli adulti sperare, lascatemi credere in una possibilità di riscatto della nostra natura che nella sua storia ha fatto grandi crudeltà, ma ha saputo anche fare cose straordinarie. Lasciatemi sognare un posto dove vivere sentendo il cinguettio degli uccelli, il gorgoglio del torrente e anche le grida di bambini che giocano sereni senza paure o terrori, del turista che visita le città, della donna al mercato, dell’operaio, delle persone in ufficio, del cameriere al bar e al ristorante, del trattore in campagna, dell’insegnate a scuola, lasciatemi credere di poter sedermi a tavola e condividere un bicchiere di vino, quel vino che mandò Noè ubriaco dalla gioia dello stare con gli amici e non tanto della vigna di Nabot ucciso, invece, per interessi, quindi, dicevo a tavolo condividendo un bicchiere di vino con persone da colori, culture, modi differenti di vivere, lasciatemi credere di poter professare la mia fede senza che altri gridino e poter vedere che altri vivano la loro senza che gli uni protestino, lasciatemi pensare a una terra dove i confini sono il rispetto più che un pezzo di filo spinato o di muro, lasciatemi credere che è tutto possibile se ci impegniamo a vivere onestamente con noi stessi, prima di tutto, sapendoci accontentare e senza strafare e pretendere sempre di più. 

I sistemi umani sono tutti limitati perché proprio degli uomini e vorrei un mondo dove tutti possano avere tutto, capisco che forse sarà impossibile, ma non togliete questo sogno a chi crede nella sua possibilità, nel bene dentro ogni uomo. 

Ho voglia di bene, di sentire parole di conforto e non di critica, ho voglia di bene, ho voglia di pace e serenità attorno a me, in casa e in comunità, in città e nel mondo. Ho voglia di serenità dove ognuno possa esprimersi come meglio crede nel rispetto reciproco.

Poco di religioso come discorso e riflessione? Forse, ma è la mia meditazione guardando il mondo attraverso la vita delle gente semplice che servo e crede che Dio abbia pensato a questo mondo come a un giardino dove porci e farci vivere in armonia e nonostante la nostra prima infedeltà, Lui è rimasto fedele a questa idea, lasciando a noi l’impego di costruire questo giardino sapendo scegliere le cose e lasciandoci guidare da Lui ci è rimasto, attento di non perderci al punto di offrire il Suo unico Figlio sulla Croce per salvarci e toglierci dalla croce e facendoci tutti risorgere a una vita nuova insieme a Lui.

Questa vita nuova è ora di costruirla, giorno per giorno, attimo dopo attimo, sapendoci accorgere, ringraziando e non pretendendo e basta. E’ ora di parlare bene gli uni degli altri, di smettere con critiche, accuse e indagini a caccia di sccop per apparire migliori di altri. E’ ora di smettere di pontificare sentenziando con giudizi e pregiudizi quello che è giusto da quello che è sbagliato, il principio sia il rispetto reciproco e l’amore e da lì poi ognuno inizierà ad avere il suo credo e a professarlo e testimoniarlo nel rispetto reciproco lavorando insieme attraverso le regole della sua religione della sua cultura, ma con uno sguardo largo capace di accogliere.

Abbiamo voglia d’immagini di pace e serenità, di una Chiesa con il sorriso, elegante e intelligente, di regni umani in tranquillità, di organizzazioni migliori di quelle che abbiamo cercando di toglierci da quelle che approfittano delle persone e le terrorizzano. Non dimentichiamo il passato, serve per progettare il futuro e vivere un presente migliore cancellando gli errori commessi, per non ripeterli. Ne saremo capaci? Non lo so, solo che il mondo ha bisogna di tirare il fiato, così come il pianeta, altrimenti il respiro si farà troppo corto per offrire a tutti la bellezza del creato e la gioia delle creature.

Come cristiani iniziamo a vivere le nostre Eucarestie proprio come unione tra cielo e terra per iniziare a vivere in Dio questa dimensione e ricaricarci per viverela con i fratelli portando l’immagine di Dio in noi. 

@unavoce

 

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