Il Vangelo di Matteo
«i Vangeli sono il tesoro più prezioso della Chiesa. In essi è contenuta la Parola viva che accompagna quotidianamente il credente e ogni generazione è chiamata ad accoglierla e a confrontarsi con essa». (Mons. Paglia)
La liturgia della Chiesa, nel suo anno liturgico, ha suddiviso la lettura della Bibbia nelle celebrazioni in tre cicli domenicali e festi chiamandoli “A”, “B” e “C” e in due cicli feriali chiamandoli “pari” e “dispari” riferendosi all’anno che si vive, quest’anno per esempio 2023 è dispari si leggere il ciclo feriale dispari, aggiungendo poi una distinzione nei “tempi forti” (Avvento/Natale e Quaresima/Pasqua) e per la liturgia dei Santi e le Messe “proprie” per alcune solennità, in onore della Beata Vergine e dei santi e “votive o per diverse necessità” per alcune necessità della chiesa e della società, per la comunità, per il papa, la società e gli aspetti di essa e così via. In questo modo durante cinque anni il fedele che partecipa alla liturgia comunitaria della Chiesa ha la possibilità di ascoltare tutto il testo sacro. Oggi, con voi vorrei presentarvi, facendomi aiutare, il vangelo di Matteo, che si legge con regolarità nelle domeniche di questo anno liturgico del ciclo “A” delle domeniche e nel ciclo dispari dei feriali. In ogni ciclo domenicale viene evidenziato uno dei quattro evangelisti, quindi nell’ “A” si legge Matteo, nel “B”, Marco, e nel “C” Luca e riservando la lettura di Giovanni in alcune feste, solennità e ricorrenze particolari e in modo particolare durante la Settimana Santa.
“Chi è San Matteo? – Nato negli ultimi anni del I secolo avanti Cristo a Cafarnao, in Galilea, San Matteo, chiamato anche Levi, in quanto pubblicano appartiene alla categoria degli esattori delle tasse, una tra le più odiate da parte del popolo ebraico. I pubblicani, inoltre, sono indicati come peccatori, poiché venerano l’imperatore: al popolo ebraico, infatti, i sacerdoti impediscono di toccare le monete romane che recano l’effigie dell’imperatore, per non violare il primo comandamento. L’incontro tra Matteo e Gesù viene raccontato da Marco: il maestro passa di fianco a Levi, vicino al suo banco all’aperto, poco dopo essersi reso protagonista della guarigione di un paralitico, e gli ordina di seguirlo: Matteo, semplicemente, si alza e lo segue, lasciando tutto, prima di tenere un banchetto al quale invita Gesù e numerosi pubblicani, oltre ad altri peccatori pubblici. Abbandonati tributi, tasse, monete e finanze, egli viene scelto da Gesù per far parte dei dodici apostoli (e infatti appare in quanto tale nelle liste tramandate dai tre vangeli sinottici). Della vita di San Matteo si conosce molto poco: la fonte principale è rappresentata dal suo Vangelo, scritto non in greco ma in ebraico, o lingua paterna (cioè l’aramaico che a quei tempi si parlava in Palestina), come se egli avesse voluto parlare prima di tutto ai cristiani di origine ebraica, presentando loro gli insegnamenti di Gesù. Nella sua opera, Matteo collega continuamente richiami all’Antico Testamento con parole, fatti e gesti di Gesù, in maniera tale da evidenziare la provenienza di Cristo e lo scopo per cui è sceso in terra. E’ Matteo stesso a riportare, nel suo Vangelo scritto dopo la Pentecoste, le parole di Gesù: “Se fai elemosina, la tua sinistra non deve sapere ciò che fa la destra: l’elemosina deve restare segreta”. Il suo Vangelo, che si propone soprattutto di identificare Gesù nel Messia destinato a portare a compimento le promesse dell’Antico Testamento, è destinato agli Ebrei, per sopperire alla sua mancanza verso le altre genti. Citato negli Atti degli apostoli insieme con gli altri Apostoli immediatamente dopo l’Ascensione di Gesù al Cielo, è presente anche nel momento in cui viene eletto Mattia al posto del traditore Giuda Iscariota. Non solo: si ha testimonianza della sua presenza anche quando, il giorno della Pentecoste, Pietro rivolgendosi alla folla dichiara che Gesù è Signore e Cristo. San Matteo, dopo aver predicato in Palestina, muore in Etiopia il 24 gennaio del 70.
Meditiamo il Vangelo di Matteo – Nella storia del cristianesimo, il Vangelo di Matteo, è stato senz’altro il vangelo più popolare, più letto e commentato e, anche se quello di Marco è considerato il primo in origine cronologico, l’opera di Matteo rimane una presenza capitale all’interno della Chiesa, che la propone spesso nella liturgia e nella catechesi. Nella composizione dei singoli vangeli, ogni evangelista ha una sua prospettiva, segue un suo progetto, disegna un suo ritratto della figura di Cristo, risponde alle esigenze della comunità cui indirizza il suo racconto. Per Matteo si pensa a destinatari di origine ebraica convertiti al cristianesimo, legati alle loro radici, ma spesso in tensione con gli ambienti da cui provenivano. Si spiega, così, la ricchezza delle citazioni, delle allusioni e dei rimandi all’Antico Testamento nel vangelo di Matteo. In questa linea si può interpretare il rilievo dato ai primi cinque libri biblici – conosciuti come Pentateuco o Torah – che costituiscono la legge per eccellenza. Gli insegnamenti di Gesù sono raccolti in cinque grandi discorsi: il primo ha come sfondo un monte – ed è perciò chiamato il Discorso della montagna (capitoli 5-7) – e può essere interpretato in riferimento al Sinai: Cristo non è venuto ad abolire la legge di Mosè ma a portarla a pienezza. Il regno di Dio è il tema centrale della predicazione e dell’azione di Gesù. Nel secondo discorso, detto “missionario” (capitolo 10), il regno è annunziato, accolto e rifiutato. Nel terzo, il discorso in “parabole” (capitolo 13), il regno è descritto nella sua crescita lenta ma inarrestabile nella storia. Nel quarto discorso (capitolo 18) è la Chiesa – un argomento caro a Matteo – che diventa il segno del regno durante il cammino della storia, nell’attesa che esso giunga a pienezza nella salvezza finale (quinto discorso, “escatologico”, capitolo 24). Questa struttura fondamentale (i 5 discorsi) è preceduta da due blocchi importanti: il vangelo dell’infanzia (cc. 1-2) e la presentazione di Gesù in pubblico: battesimo e tentazioni (cc. 3-4). Questa è l’opera di Matteo: un grandioso abbozzo della storia di Cristo, della Chiesa e del regno”. (cfr. Parrocchiasanpietroingu)
“Il Vangelo secondo Matteo è il primo dei quattro Vangeli canonici; con Marco e Luca forma il gruppo dei Vangeli Sinottici. È il più lungo dei Vangeli: ventotto capitoli, contro i ventiquattro di Luca, i ventuno di Giovanni e i sedici di Marco. È attribuito al pubblicano di cui è narrata al capitolo 9 la chiamata a seguire Gesù. È stato considerato per molti secoli il più antico dei quattro Vangeli; studi recenti, invece, lo hanno situato al secondo posto dopo il Vangelo secondo Marco. L’opera si compone di sette parti di cui la prima rappresenta un’introduzione e l’ultima è conclusiva ed esplicativa delle precedenti:
I racconti della nascita e dell’infanzia del Messia (capitoli 1-2);
La promulgazione del Regno dei cieli (capitoli 3-7);
La predicazione del Regno dei cieli (capitoli 8-10);
Il mistero del Regno dei cieli (capitoli 11-13);
La Chiesa, primizia del Regno dei cieli (capitoli 14-18);
L’avvento prossimo del Regno dei cieli (capitoli 19-25);
La passione e la risurrezione (capitoli 26-28).
Contiene cinque grandi discorsi:
Il discorso della montagna (capitoli 5-7);
Il discorso della missione (capitolo 10);
Le parabole del Regno dei cieli (capitolo 13);
Il discorso ecclesiale o comunitario (capitolo 18);
Il discorso sulla venuta del Figlio dell’uomo (capitoli 24-25).
Sia in questi cinque grandi discorsi che in tutto il libro, lo scopo fondamentale dell’autore è quello di dimostrare che tutte le profezie dell’Antico Testamento si sono realizzate in Gesù di Nazareth e il Regno dei cieli rappresenta un’anticipazione della realizzazione finale che avverrà alla fine dei tempi: un “già e non ancora” che ha segnato e segnerà il trascorrere del tempo fino al ritorno glorioso del Messia, quando verrà a giudicare i vivi e i morti”. (cfr. upcm)
Ora a conclusione, vi rimando ad una chiara introduzione al vangelo di Matteo che troverete interessante.
@unavoce
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