Leggendo qua e là le varie notizie sui giornali e sui social e non solo parlando di Pace e pensando agli eventi mondiali, ma con l’impegno di informarsi delle cose del mondo per costruirla ogni giorno infondendo nel cuore delle persone questo valore senza smettere di chiederlo come dono nella preghiera e senza esimerci dall’impegno concreto, oggi voglio portare alla vostra attenzione quanto apparso sul sito Vatican News. Abbiamo già parlato di diplomazia e abbiamo presentato il prezioso lavoro di quella della Santa Sede, ritorno oggi a portare in evidenza due aspetti che nell’ultimo discorso di monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, intervenuto alla conferenza “Le armi della diplomazia. Dialogo tra Santa Sede e Europa davanti alla guerra”, promossa dalla rete delle cattedre Unesco italiane ReCui e che si è svolta a palazzo Altemps a Roma, ha fatto.

Ha ricordato all’assemblea l’aspetto unico e valore aggiunto della “Misericordia” nel lavoro diplomatico della Santa Sede che ha lo scopo di mettersi come strumento di dialogo confronto e aiuto tra gli stati e le organizzazioni per non dimenticare mai il bene prezioso della vita dell’uomo nei suoi vari aspetti e non solo per difendere i cristiani o i credenti.

“La diplomazia della Santa Sede, ha ricordato il professor Alberto Melloni, titolare della cattedra Unesco sul pluralismo religioso e la pace, ha il vantaggio, rispetto agli altri attori, di poter operare senza retropensieri materiali. La sua specificità, ha ricordato monsignor Gallagher, è quella di avere come valore aggiunto quello della misericordia, l’unico capace di spezzare le catene dell’odio e della vendetta. In questo senso, la Santa Sede opera per colmare le differenze e non aumentare divari avendo come beneficiario ultimo di tutto sempre la persona umana. Per questo il Papa impegna la sua diplomazia a “sporcarsi le mani” e impegnarsi in tutti i modi possibili per la pace. Una pace concreta, mutabile e in divenire, in modo che sia l’anello di un nuovo processo virtuoso tra le parti in conflitto e non solo un’attribuzione di vincitori e vinti”. (cfr. VaticanNews)

Inoltre la crisi delle Nazioni Unite come organismo internazionale. Come tutte le cose umane bisogna rivedere l’impegno e l’impiego di organizzazioni che sono nate per aiutare e difendere.

“Soprattutto la guerra in Ucraina ha mostrato una profonda crisi del sistema multilaterale e delle grandi organizzazioni internazionali, in particolare le Nazioni Unite. Dopo la morte delle persone, ha sottolineato l’arcivescovo Gallagher, lo scandalo più grande di questa guerra è stato che Kyiv sia stata bombardata da un membro permanente del Consiglio di Sicurezza durante la visita del segretario generale dell’Onu Guterres. L’auspicio è quello di una riforma del funzionamento dell’organizzazione, in un modo più rappresentativo e che tenga conto delle necessità di tutti i popoli. Per questo serve il supporto di tutta la comunità internazionale e il recupero, come ha spesso sottolineato il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, dello “spirito di Helsinki”. L’impotenza dell’Onu è stata da subito data per scontata e questo pochi anni fa era impensabile, ha ribadito anche l’ex presidente della Commissione Europea Romano Prodi, presente al dibattito, secondo cui la pace può venire solo con un accordo tra Stati Uniti e Cina”. (cfr. VaticanNews)

Ora, l’invito non solo a conoscere le varie notizie e attività, ma ad impegnarci tutti a costruire la pace e se per quelle situazioni lontane noi possiamo solo pregare però possiamo costruire la pace dentro di noi e attorno a noi nelle piccole o grandi situazione ordinarie della nostra vita e degli ambienti famigliari, di lavoro e anche comunitari che viviamo.

@unavoce

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